A Hard Day’s Night – Quando i Beatles cambiarono i film musicali

Gabriel Carlevale

Agosto 30, 2018

Resta Aggiornato

A Hard Day’s Night

«Come avete trovato l’America? A sinistra della Groenlandia».

(John Lennon)

I film con protagonisti le celebrità della musica, nelle vesti di attori, erano già comparsi qualche anno prima, sfruttando l’onda del rock’n’roll e il binomio talento/fama di Elvis Presley. Quest’ultimo, successivamente, ebbe modo da ridire contro l’inutilità di queste opere cinematografiche, realizzate perlopiù come meri prodotti commerciali per vendere con maggiore frequenza l’artista protagonista.

Il fenomeno arrivò anche in Italia, e i cosiddetti “musicarelli” aiutarono ad accrescere la fama dei cantanti più in voga del momento, da Gianni Morandi a Rita Pavone.

Per questo, nel progetto cinematografico che coinvolse i Beatles, c’era bisogno di un cambio drastico, che fosse quanto di più lontano dal classico cliché: A Hard Day’s Night risultò fin da subito una nuova rivoluzione sulla messa in scena dei fenomeni musicali su pellicola.

Chiamato a realizzare l’impresa fu il regista britannico Richard Lester (che con i Beatles girerà anche il successivo Help! e, solo con Lennon, l’ottimo Come ho vinto la guerra), che riuscì perfettamente a unire la Swinging London alla Beatlemania, regalando ai fan un film che strizzasse loro l’occhio e, al contempo, un’opera cinematografica lodata da critici e addetti ai lavori, tant’è che oltre cinquant’anni dopo, le classifiche britanniche lo inseriscono nella lista delle cento opere cinematografiche più belle del Regno Unito.

Il film ci racconta la quotidianità dei quattro ragazzi di Liverpool, tra corse impossibili per sfuggire ai fan e prove continue per il loro show. Proprio adagiandosi su questi due macro momenti, Lester costruisce il suo gioiellino: prima di tutto crea continuamente spazi per le gag con protagonisti i quattro ragazzi di Liverpool, dai guai con il nonno di Paul, ai fastidi procurati a passeggeri e ragazze nell’iniziale viaggio in treno, senza dimenticare le liti con il loro tour manager.

A Hard Day’s Night
Scena di “A Hard Day’s Night

A questo si aggiungono passaggi totalmente nosense. Sublimi sono le sequenze in cui i Beatles rispondo alle domande dei giornalisti, i balletti di Lennon o il suo scomparire nella vasca da bagno al grido di Rule Britannia!. Tutto sotto una veste surreale, comica e arguta, in cui la lettura del libro In His On Write avrà certamente dato una mano.

Non da meno, è l’intelligenza con cui affida a Ringo Starr il ruolo del personaggio malinconico, che lentamente sembra allontanarsi dai tre, con quest’ultimi pronti a riprenderlo per concedergli l’importanza tanto attesa.

Oltre questo, va ricordato  il meraviglioso lavoro di montaggio realizzato da John Jympson (che riesce a trasmettere perfettamente la frenesia della vita dei quattro) e la splendida fotografia in bianco e nero curata da Gilbert Taylor, collaboratore tra gli altri di Kubrick, Hitchcock e Polański.

Trattandosi di un film con protagonisti le stelle musicali per eccellenza, un ruolo fondamentale lo gioca anche la musica: la title track dell’album apre il film, a cui si aggiungono pezzi come All My Loving, I Should Have Know Better, e l’immancabile Can’t Buy Me Love, senza dimenticare She Loves You e tante altri brani, intramezzati perfettamente tra la narrazione e lo show finale.

Se questa anarchia registica sublima perfettamente con la storia, altra intuizione di Lester fu quella di non concedere a Paul e John i favori della camera, ma equiparare la storia su tutti i membri della band, in modo da raggiungere un risultato quanto più corale e omogeneo.

Se dal 1964 in poi, i film legati agli artisti musicali hanno incrementato il loro valore cinematografico, lo dobbiamo essenzialmente a film come A Hard Day’s Night, e al coraggio di chi ha percepito che musica e cinema sono arti uniche e meravigliose che, se unite in maniera esemplare, possono completarsi a vicenda.

Una scena “A Hard Day’s Night

Leggi anche: Quando il cinema non usa le parole – 4 scena in cui immagini e musica diventano poesia 

Autore

Share This