Il Filo Nascosto, il significato in una scena.
La meraviglia del Filo Nascosto arriva tutta in un momento esatto, rilevatore di tutto ciò che è e sempre sarà verità per l’uomo che comprime l’emozione.

Il Filo nascosto
Dopo una visione costretta, maniacalmente apatica, compulsivamente distante da emozioni, colui che tutta l’incertezza emotiva sembra aver dimenticato, infine disvela il suo segreto. L’ossessione razionalizza la paura, portando il controllo a sostituirsi alla curiosità. Ma l’ossessione, come tutte le degenerazioni, è un’illusione mai totale, semplicemente sopravvivenza dalle paure mai risolte.
Così, in una profondamente sottile coincidenza, colei che ha svincolato l’uomo dal suo controllo, avvelenando non il suo cuore ma i suoi scudi, al fine di spianare la strada a quella libertà tanto nascosta, proprio il suo segreto scopre, l’eterno terrore di poter esser maledetto, null’altro che un’iperbole della paura di aver paura di emozionarsi.
Ma la coincidenza non è questa, bensì che nel mentre dello scoprire tale verità, un’allucinazione, creata da quel meraviglioso autore che è Paul Thomas Anderson, capace di arrivare alle poetiche felliniane ma nel suo stile tra il dolce e l’inquieto, svela l’origine perpetuamente irrisolta di tutto: un amore materno eterno e mai più possibile.
Woodcock [rivolgendoti al fantasma della madre]: Sei qui? Sei sempre qui? Mi manchi. Ti penso in ogni momento. Sento la tua voce dire il mio nome quando dormo, e quando mi sveglio vedo lacrime scendere sul mio volto. Mi manchi, semplicemente questo. Voglio dirti tutto. [la madre rimane in silenzio] Non capisco quello che dici, non posso sentire la tua voce.
Così si intrecciano colei che è archetipo femminile, determinante la ricerca inconsapevole del protagonista e colei che è la donna che ne è reincarnazione. Qui, nell’allucinazione che tutto mostra nella sua essenzialità, simbolica ed ancestrale, capiamo che Woodcock necessita un amore accudente, materno, dolce, infantile.
Semplicemente, perché non mai avuto il tempo in questo mondo di soddisfare il suo amore materno, di colmare quel contorto processo di colpa e amore, bisogno e mancanza che, dall’origine all’essenza, connota il rapporto madre-figlio.
Lei non parla, lui non la sente. Una singola scena disvela tutto, trancia ogni impalcatura grigia e distante, diviene istantaneamente tutto così originalmente chiaro.

Il Filo nascosto, significato, scena della madre
Ma non è tempo per vivere con i fantasmi, solo per ricordarci che esistono, per ridargli il loro posto visibile nelle nostre vite, per aprire le caverne, per saper accettare la propria maledizione.
Solo così potrà vivere nel veleno realmente e non avvelenarsi sotterraneamente. Solo così, cioè, potrà accettare la sua parziale tossicità esistenziale ed amare l’unica donna che può vivere in essa, perché capace di risvegliarla, di accudirla, di liberarla. Solo così potrà smettere di reprimere i demoni nell’apatia, uccidendosi ogni giorno molto di più.




