In concorso alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia, Martin Eden è l’adattamento dell’omonimo romanzo di formazione dello scrittore statunitense Jack London, uscito nel 1909. Il regista Pietro Marcello prende d’ispirazione il libro per crearne una versione nuova e riesplorata: non siamo nella Oakland di inizio 1900, bensì a Napoli, e Martin Eden è un uomo modesto, un marinaio che si accontenta di quel poco che possiede, quasi vivendo alla giornata. Lavora quanto può, mentre coltiva il desiderio di abbandonare l’ambiente familiare per via della meschinità del padre e si lascia andare a svariate parentesi amorose con ragazze del suo stesso rango.
Sino all’incontro con Elena Orsini, giovane rampolla di una famiglia alto borghese che desterà non solo la sua curiosità, ma anche il suo ardore e la sua fino allora celata voglia di acculturarsi. S’innamoreranno, e Martin farà di lei la sua musa, cominciando ad inseguire il sogno di scrivere. E’, in parallelo col romanzo, un processo di crescita: i conflitti politici e sociali dell’epoca e il cambiamento di ambiente che il ragazzo inizia a frequentare segneranno la sua evoluzione e la sua vita.
Pietro Marcello, per la prima volta alle prese con un soggetto tanto delicato (per via della portata del romanzo), realizza un adattamento intelligente e profondo. Una fotografia coraggiosa, uno stile di ripresa che spesso ricorda il cinema francese della sperimentazione formale, dell’audacia nel maneggiare il girato come fosse pongo; e gli si perdoneranno alcuni anacronismi non frequenti ma vistosi, come la televisione o le lampade da comodino. In più c’è lui, il protagonista, uno degli attori più talentuosi della nostra generazione: Luca Marinelli è meraviglioso nel dare corpo e volto a questo personaggio così forte e fragile allo stesso tempo. Egli è bravissimo nel mantenere uno stile di recitazione controllato e sincero, senza mai eccedere.
Martin crede in sé stesso e ha un obiettivo al quale tiene con tutto il cuore: diventare scrittore. Martin è una persona con il fuoco nell’anima, con un grande cuore, e proverà con tutte le sue forze a realizzare il suo sogno. Egli sbaglia ma impara, inciampa ma si rialza. Nonostante l’ambiente tutt’altro che favorevole, in quanto la società è solita smorzare l’entusiasmo delle persone e demolirne i sogni, Martin non si arrende, ed è preso dalla forza di volontà e dalla speranza.
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La società descritta abilmente da Marcello è divisa in ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, e Martin vuole a tutti i costi far parte della prima categoria, sottovalutandone le conseguenze. Il protagonista ha dei solidi valori: è contro lo sfruttamento e la violenza, condanna l’edonismo e il capitalismo, ma cede all’individualismo e al socialismo. E crede che possa esserci spazio, nella letteratura italiana, anche per quei poveri, quegli sfruttati, quegli schiavi che da origine del suo percorso diventano sostanza della sua scrittura. Marcello realizza un lavoro a tutto tondo sul personaggio principale e sui secondari, descrivendo un’epoca dal punto di vista politico, sociale ed economico in maniera, considerate le difficoltà nell’adattare un romanzo americano in due ore di film, ottima.
Una storia di rivalsa contro la disperazione, in cui i temi dell’amore e dell’odio, della vittoria e della sconfitta, dell’ottimismo e della dura realtà si scontrano e danno vita ad un puzzle indimenticabile di situazioni. Un film ricco dal punto di vista tecnico e da quello contenutistico, pur costretto ad allontanarsi spesso dal soggetto, se non addirittura a rielaborarlo: non solo nell’ambientazione e nel contesto, quanto nel rapporto di Martin con i diversi personaggi, Elena in primis. Eppure, licenze poetiche permettendo, tutto torna, ogni pezzo trova il suo incastro.
Un film dotato di cuore e cervello: un’opera intelligente e intensa, coinvolgente e coerente dalla prima all’ultima scena. Un lavoro di rilievo, di importante sociale ed etica, e cinematograficamente completa e senza grandi sbavature.
Marcello è una nuova voce imprescindibile del Cinema italiano, e con Martin Eden conferma il suo talento, la sua personalità e il suo necessario coraggio.