La Ballata di Willard e Kurtz

Andrea Vailati

Ottobre 17, 2019

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LA BALLATA DI WILLARD E KURTZ

Ode a voi, signore e signori, uomini e soldati,
che da tempo avete negato,
il vostro essere dal mondo adirati.

Chitarra suona, melodia ribadisciti,
fine d’ogni cosa infine resusciti,
con questa ballata,
fluida e travagliata,
che dal principio all’Orrore è destinata.

Il soldato più ispirato,
è quello che dal demone della pace è inquietato.
Così Willard, se pur fosse tornato,
imperterrito ha atteso,
di esser nella guerra consapevole infiltrato.

Un unico eterno luogo incantato,
fiume la cui fine è fine stessa,
una barca di uomini la cui lucida follia qui confessa.
Ha sperato, ha lottato,
ma il non-uomo nel fiume è infine sprofondato.

Naviga soldato, naviga spietato,
perché capire è per te il risultato.

Tutto il mondo qui si manifesta,
macchie di perverso capitalismo infesta,
tra surfisti gonfiati,
dalla potenza che di volontà vi ha negati,
annegati e rilassati,
nel delirare quanto mai equilibrati.

Naviga soldato, naviga spietato,
perché capire è per te il vero risultato.

E più prosegue la lignea barchetta,
più nell’ancestrale physis vi rigetta,
danza e urla animalesca,
fiera di ferine belve divenute esca.

Dov’è l’uomo,
dov’è il conflitto,
qui ogni dualismo è sconfitto,
Dio è l’animale che ha raggiunto il soffitto.

Naviga soldato, naviga spietato,
perché capire è per te l’unico risultato.

Chi hai scelto di cercare?
Dio o l’animale?
Kurtz è arrivato, il delirio razionalizzato.
Sei pronto ad ascoltare, la verità più essenziale?
Sei pronto ad accettare, la banalità della morale?

Il Dio pelato, d’esser uomo ha cessato,
d’esser animale s’è stancato.

Naviga soldato, naviga spiegato,
il capire è forse dunque arrivato.

Ecco Kurtz lì poetare,
d’l’illusione non vuol più parlare,
ma solo la morale,
solo la morale,
solo quella può svelare,
nel suo fallimento immortale.

Poeta e guerriero
antico e moderno
aedo e nichilista
Kurtz è eterno, vero e illuminista.

Perché il progresso è decadenza,
processa l’esistenza,
verso l’unica necessità:
che l’orrore divenga verità.

Non c’è più civiltà,
non c’è più del dogma necessità,
solo tori da ammazzare, rituali da cantare,
verso l’origine rigenerante,
verso giudizio belligerante.

Naviga soldato, naviga spiegato,
perché capire alla morte ti ha portato.

Non del nemico, non del tuo corpo,
ma del fasullo spirito occidentale mai risorto,
della sovrastruttura incauto porto,
del telos illusorio orto.

Torna soldato, torna liberato,
perché nulla hai salvato.

Solo l’uomo dal suo essere umano,
menzogna più antica del pagano,
perché non c’è nulla oltre il prima,
dopo e mentre d’ogni rima,
che sempre si mostra nel suo antico clima.

Ecco soldato, ecco trovato,
tutto è successo, tutto è già passato.

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