Di quel Cinema Beltrade che resiste, anche sul sofà.
Qualcosa di incredibile sta accadendo in Italia, tragicamente inaspettato.
Non ce ne siamo ancora davvero resi conto, non sappiamo come dare un senso a un fulmine di cui non conosciamo né il suono né il colore.
Si tratta di un estremamente nuovo, estremamente altro dalla nostra ordinarietà. Lo catturiamo per pochi istanti e poi ci sfugge, lasciandoci strani vuoti, bizzarre frenesie.
Tanta sofferenza, storie di inaccettabile tristezza stanno accadendo.
Tanta demotivazione, sotterranea paura costantemente in esplosione.
Ma c’è ancora troppa Bellezza nel mondo, c’è ancora la possibilità di sorridere, di cercare, di scoprire.
E questo il Cinema Beltrade lo sa bene, da sempre e ancora, nonostante tutto.
Tantissime realtà in questo periodo stanno mostrando il senso del condividere nella sua massima essenza, proprio quando ogni condivisione reale ci è privata.
Il Beltrade sceglie di continuare a raccontarci ciò che ha sempre fatto, ma non solo, cerca anche di responsabilizzarci alla curiosità e al valore delle realtà indipendenti, vicine a noi, parte del nostro percorso più quotidiano.
Il Beltrade sul Sofà è il nome dell’iniziativa con il quale la storica realtà milanese ci permette di continuare a visionare opere di piccole distribuzioni, ma di grande qualità e ricerca. In questo senso, il cinema di Milano che da sempre accoglie l’arte e suoi più sinceri vagabondi e naviganti, ha scelto di rimanere profondamente ancorato alla sua ratio essendi: difendere chi ancora crede nell’arte, cinematografica in primis, ma non solo; accogliere chi vorrebbe trovare qualcosa che oggi, proprio nell’era dove tutto è ovunque, sembra sempre più introvabile.
Essere uno spazio, un collettivo, un luogo di condivisione va ben oltre muri e strutture metalliche: mai come oggi, realizziamo che il luogo digitale può essere fatto di un nuovo tempo, che non abbia fretta, che sappia cercare, dubitare, riscoprire. Attraverso uno spazio come Il Beltrade sul Sofà possiamo anche porci una piccola riflessione: il cinema infatti ci concede la possibilità di scegliere quanto pagare, attraverso il format del “biglietto responsabile”, arrivando a prezzi davvero irrisori.
La bellezza di questa possibilità che come sempre include anche gli ultimi, è anche uno spunto per chiedersi: quanto è importante aiutare chi ha sempre protetto quel cinema d’autore, quell’artista incompreso, quel luogo dove autentico è una parola incisa in ogni mattonella? E, andando oltre il genere e il contenuto, quanto è importante aiutare chi oggi ha bisogno di sostegno per poter ancora, domani, essere a un isolato dalla nostra casa a sorriderci?
Forse, in una bolla un po’ velenosa, in una sospensione che rischia di apatizzare, di annichilire, la risposta sta nel ritrovare il tempo delle domande.
Cosa abbiamo cercato finora, cosa ci interessa scoprire?
Ci siamo mai chiesti se qualcosa di meno immediato, di essenzialmente diverso da ciò che ci è sembrato adatto, possa nascondere un fascino per noi?
E se così non fosse, non avremmo comunque scoperto qualcosa?
Il Beltrade è per noi un posto speciale, un posto che ci ha dato la possibilità di condividere pensieri.
Sosteniamo chi ci continua a dare le piccole cose preziose.