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Perché dovete vedere assolutamente The Lobster

Gianluca D'Alessandro

Maggio 7, 2020

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L’opinione circa la filmografia di Yorgos Lanthimos si divide pressappoco in due correnti. La prima giudica il suo operato come qualcosa di pretenzioso e molto furbo, mentre la seconda linea di pensiero è convinta che questo cineasta greco sia una promessa importante. O almeno lo era. Lanthimos con il suo ultimo film, La favorita, è forse già una scommessa vinta della seconda linea di pensiero e sebbene alcuni dubbi restino, non si può prescindere dal non notare un nuovo punto di vista interessante. Cinque anni fa invece debuttava The Lobster, Lanthimos era un nome per lo più noto agli addetti ai lavori e questa contrapposizione d’idee non esisteva minimamente.

Con quest’opera cambiò tutto. Il successo di questo debutto in lingua inglese è tale da creare le due correnti di pensiero popolari citate prima, da vincere il premio della giuria a Cannes e da ricevere diverse candidature in importanti eventi. Sono solo cinque anni fa, eppure quel momento cinematografico è molto diverso da quello odierno. Erano gli anni del cinema distopico di grande respiro, quello delle saghe come Hunger Games, Maze Runner, Divergent che erano in procinto di concludersi. The Lobster ha la fortuna di uscire nei cinema in quel periodo preciso e di essere totalmente diverso dai quei frontrunner che navigano per certi versi il suo stesso genere.

Non solo un soggetto, ma un notevole esempio di distopia

Come spesso accade in questo tipo di cinema, il soggetto è un importantissimo aspetto su cui investire tempo. Deve essere accattivante e in grado di generare numerosi conflitti. Lanthimos sa tutto questo e The Lobster non manca di affascinare dal suo incipit. Anche solo esso basterebbe a generare numerose domande in chi guarda.

The Lobster

Non puoi vivere da solo. Se il tuo partner muore o si trova un’altra persona, hai 45 giorni di tempo per trovare un altro/a con cui passare il resto della vita. Il mancato raggiungimento di questo obiettivo porta chi di dovere a trasformarti in un animale di tua scelta. È questa la distopia di The Lobster, una società basata sull’esistenza della coppia che condanna ogni persona a cercare l’altro, non c’è spazio per il sentimento. Tutto ciò che sembra amore è solo l’ennesimo tentativo di non morire, di non rinunciare all’umanità. Se la società ha come fondamento questa caratteristica, qual è il fronte opposto? Chi sono i ribelli in grado di fermare questo scempio social politico?

In questo c’è tutto il tragico di The Lobster, tutto il pessimismo di Lanthimos. Non esiste nessun ribelle in grado di salvare la situazione. La fazione opposta a quella descritta pratica l’isolamento forzato, non puoi avere una relazione sentimentale, solo semplici conversazioni. Mettendo in scena due opposizioni semplici come queste, il destino dei protagonisti sembra già segnato e il loro desiderio di esseri liberi dalle restrizioni imposte dalla società si riflette in tutta la filmografia di Lanthimos. Per il cineasta greco la repressione è un male quasi insuperabile che può essere alleggerito da un’ironia molto sottile che è presente in tutti i suoi lavori.

I mondi distorti di Lanthimos

Kynodontas, film precedente a questo in analisi, era tutto sulla repressione. In quel caso i figli di una coppia non potevano uscire dalla loro abitazione, conoscevano poco dell’esterno e quel poco che conoscevano spesso era distorto. Da quello spunto di distorcere la realtà e trasformarla in qualcos’altro, Lanthimos lavora da The Lobster in poi, sulla rappresentazione di questi mondi surreali. L’elemento principale di questa messa in scena è il grandangolo. Attraverso esso, tutto il grottesco e il surreale trovano la migliore forma al contenuto. Il miglior vestito per questo corpo mai perfetto e reale.

In tutto ciò il regista trova la sua collocazione cinematografica e finisce per caratterizzare le sue successive opere di queste peculiarità. Non sempre saranno trattate nel modo migliore, ad esempio Il sacrificio del Cervo Sacro non è riuscito quanto questo debutto, poiché sono più visibili le forzature che generano queste peculiarità.

The lobster

The Lobster invece, per quanto può infastidire, ha il grandissimo pregio lasciarti con tantissime domande e quasi nessuna risposta, come i grandi surrealisti insegnano. Anche nel finale chi può dirlo cosa sia successo, il paradosso dell’amore cieco non è un motivo certo per trovare una proseguo sicuro dell’azione che sta per compiere David.

Cinque anni indietro nel tempo la situazione pandemica era solo visibile nei prodotti di finzione. Oggi è una realtà e le due opposizioni proposte da The Lobster sono molto più vicine di quanto si pensi. Nella prima probabilmente siamo costretti a vivere per troppo tempo con persone di cui faremmo volentieri a meno, nella seconda viviamo l’isolamento. Perché vedere assolutamente The Lobster? Probabilmente per trovare altri come noi che sanno cos’è l’isolamento forzato o semplicemente per vedere un notevole esempio di cinema distopico.

Leggi Anche: Il Sacrificio del Cervo Sacro e Come as You Are – Morte umana, Morte divina

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