Winden, teatro della serie Netflix Dark, ospita i tipi umani più incomprensibili: tra questi, Jonas Kahnwald riveste sicuramente un ruolo determinante.
Nell’ambito delle complesse, misteriose trame che intrecciano il passato, il presente e il futuro, I segreti di Winden ruotano tutti intorno a quattro famiglie legate alla storia della centrale nucleare del borgo.
Le indagini relative alla scomparsa di due ragazzi nel 2019, i fenomeni paranormali che circondano l’ambiente e il legame tra presente e passato sono i fattori principali che turbano la vita degli abitanti di Winden.
Il tratto distintivo di Dark è la concezione del tempo, governato dal principio di auto-consistenza e dal paradosso della predestinazione.
All’interno di una visione di questo tipo, che rende impossibile ai protagonisti una vera escatologia dai legami causali degli eventi, si distingue Jonas, il personaggio principale, l’eroe che prova a mettere in dubbio l’esistenza stessa del tempo.
Malinconico, pieno di rimpianti ma determinato a cambiare il passato e il futuro, lo Straniero si muove tra i portali temporali aperti nelle caverne oscure di Winden, con lo scopo di modificare gli eventi che ha contribuito a creare; il suo obiettivo principale è aggiornare il se stesso del presente, quel Jonas depresso e solo, rispetto alla vera identità di suo padre Michael Kahnwald.
Tirando le fila che legano il 2019 e il 1986, armato di una lettera, di un contatore Geiger e di altri strumenti bizzarri, lo Straniero costringe gradualmente gli altri abitanti di Winden ad aprire gli occhi rispetto alla verità dei viaggi nel tempo, e alle malvagità operate dal culto Sic Mundus.
Jonas tra passato e futuro: Dark e il destino

Dark
Mentre Ulrich Nielsen è costretto a mettere insieme i cocci traumatici determinati dalle scomparse di Mikkel e Mads nel 2019 e nel 1986, Jonas è alle prese con l’elaborazione del lutto relativo alla morte di suo padre Michael. In questa grigia, umbratile cittadina tedesca, la sofferenza è all’ordine del giorno.
Niente è come sembra, nella misura in cui legami invisibili intrecciano le trame e le vite di uomini e donne dalle mille contraddizioni, che celano significative oscurità.
Nella prima stagione, lo Straniero Jonas sembra la tipica figura dell’uomo ignoto: una sorta di deus ex machina che conosce le risposte, ma decide di ometterle per distribuirle quando i tempi saranno maturi ai destinatari degli eventi che scuotono Winden.
Tra questi, lo stesso Jonas è coinvolto in prima persona, per il semplice, sconvolgente dato di realtà che riportare il piccolo Mikkel dal 1986 al 2019 avrebbe implicazioni tali che lui stesso non potrebbe nascere: condividendo questo segreto, lo Straniero si rapporta per la prima volta con il se stesso giovane in modo tale da gettare le basi per una personale conoscenza del proprio destino.
Egli è ciò che Jonas non è ancora, ma inevitabilmente diventerà: un punto nella scacchiera della predestinazione non ancora ben delineato, ma inevitabile e inconfutabile.
Tornando nel 1986, invece, simbolico è il passaggio che si verifica tra Tannhaus e lo Straniero: teoria e pratica dei viaggi nel tempo attraverso i wormholes s’incontrano, dando vita a uno dei momenti più importanti della prima stagione, quello in cui il dispositivo d’ottone del futuro e del passato si rivelano nel loro essere completamente identici, potenza e atto della stessa sostanza.
Lo Straniero però non è ancora del tutto lucido e consapevole rispetto al suo reale ruolo negli eventi: nell’ultimo episodio, rifiutandosi di trarre in salvo il Jonas presente dal bunker perché convinto di dover chiudere il wormhole, lo attiva per la prima volta proprio nel tentativo di distruggerlo.
In questo atto si realizza l’impotenza dell’uomo di fronte alla forza del Tempo, inesorabile in quanto già scritto; lo Straniero prova a combatterlo, ma con quali armi se egli stesso è una pedina?
Jonas, Lo Straniero, Adam: Dark e il paradosso

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I caotici eventi del finale di stagione catapultano il Jonas del presente in un futuro post-apocalittico, nel quale Winden è completamente devastata. Disorientato e spaventato, il ragazzo viene catturato da alcuni militari; nel frattempo, lo Straniero viene accolto e riconosciuto nel 2019 dalla madre Hannah, che gli permette di stare a casa.
Questo primo scambio di persona e identità relative è decisivo per consentire ai due di diventare ciò che sono in una maniera chiusa e circolare, senza possibilità di sfuggire al paradosso del proprio destino già accaduto.
Come pedine su una scacchiera che attraversa il tempo oltre che lo spazio, i protagonisti nella seconda stagione entrano in contatto con la celebre, esoterica particella di Dio, responsabile del fatto che tutte le cose devono andare esattamente come sono andate.
Mentre nel presente, pochi mesi dopo la creazione del wormhole lo Straniero spiega alla madre il ruolo del piccolo Mikkel nel 1987, nel futuro il giovane Jonas prosegue il percorso che lo trasformerà nello Straniero: viene risparmiato per essere andato alla centrale, e poi entra nella particella di Dio, trasportandosi nel 1921.
Con una ferita al collo, il misterioso prete Noah lo conduce alla corte di Adam, il vecchio capo del culto Sic Mundus, che rivelando un’identica ferita al collo, si rivela essere una versione anziana di Jonas stesso.
Viaggiando fino al 20 giugno 2019, giorno prima del suicidio del padre, Jonas si lascia convincere da Adam che proprio evitare il suicidio di Michael è fondamentale per porre fine al loop temporale: di conseguenza né Jonas, né lo Straniero e nemmeno Adam saranno mai esistiti, ma Mikkel non entrerà nella grotta per viaggiare fino al 1986.
Se Winden è sede di segreti e paradossi, ciò è anche dovuto al modo in cui coloro che stanno nel futuro decidono arbitrariamente di omettere alcune informazioni decisive riguardo al passato dei personaggi: questo discorso vale sicuramente per Adam, ma anche per Claudia Tiedemann, maestra del Jonas giovane, che lo istruisce per evitare che diventi il capo di Sic Mundus.
In tutto questo, lo Straniero continua a rappresentare una variabile nostalgica, malinconica, innamorato della giovane Martha, ma anche seriamente convinto di non poter far più nulla per evitare di diventare ciò che combatte.

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«Immaginiamo di avere un biliardo con due buche, che chiameremo A e B, collegate da una macchina del tempo: una palla che entri nella buca B torna indietro nel tempo di pochi secondi ed esce dalla buca A prima di essere entrata in buca. Vi è cioè un lasso di tempo in cui sul biliardo sono presenti due palle, o meglio due versioni della stessa palla: una più giovane che sta per entrare nella buca B e una più vecchia che è appena uscita dalla buca A».
Questo è solo un passaggio dell’esperimento mentale di Novikov relativo al principio di auto-consistenza: nella serie Dark, è possibile amplificare lo scenario introducendo una terza palla, una terza buca, allegoria delle diverse epoche e delle diverse versioni di ciascun personaggio.
Se possibile, la seconda stagione è ancora più complessa della prima, nella misura in cui introduce il 1921 e il futuro post-apocalittico come scenari del ciclo infinito animato dalla sostanza nucleare, dalla macchina del tempo e dalla particella di Dio.
La particella, ricreata da Adam eludendo il vincolo dei 33 anni per plasmare un mondo nuovo al di là della linea temporale classica, consente a Jonas di rivedersi, e suo malgrado di causare nuovamente ciò che credeva di evitare: Adam infatti l’ha usato non per porre fine al loop, ma per alimentarlo, confermando il principio dell’auto-consistenza.
A questo punto, la confusa sovrapposizione tra Jonas, lo Straniero e Adam risulta determinante, chiave dell’intera trama di Dark: il primo è un giovane innocente, in balia degli eventi; il secondo ha vissuto parte di questi eventi ed è convinto di poterli cambiare, intraprendendo nuove azioni significative. Il terzo, differentemente, si è ormai rassegnato di fronte all’evidenza che la realtà non può essere cambiata, quindi piuttosto che salvare il mondo così com’è, è sua intenzione dare vita a un mondo nuovo.
L’adrenalinico finale della seconda stagione, ambientato nel giorno dell’Apocalisse di Winden, vede nell’arco di pochi minuti a contatto Adam, lo Straniero e Jonas, in quella casa in cui Michael si era suicidato, significando l’origine del loop temporale; uccidendo Martha, Adam conferma il paradossale destino di Jonas, costretto inevitabilmente a diventare prima lo Straniero e quindi Adam stesso.