I still believe – Come nasce una canzone

Shosanna

Maggio 7, 2021

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Alcune storie nascondono tematiche molto profonde, è il caso della storia di Jeremy Camp e della sua prima moglie Melissa, raccontata nel film I still believe. 

La fede sul grande schermo

Cosa mi lasci di te è il titolo italiano del romanzo autobiografico I still believe di Jeremy Camp, cantautore cristiano americano. Il romanzo ha come tematica principale la Fede, si vede un Jeremy fatto vivere con l’amore di Dio da una famiglia semplice, per poi allontanarsi dalla “retta via” durante il periodo dell’adolescenza e alla fine ritrovare la religione grazie a questa fantastica ragazza: Melissa.

Nell’ultima parte del libro si parla anche del progetto per trasformare il libro in un film, cosa accaduta subito dopo.

Melissa: «La morte di una sola stella è l’evento che brilla più di ogni altro nella galassia. Se il mio destino fosse quello di non guarire?».

Chi è Jeremy Camp

Jeremy nasce il 12 Gennaio del 1978 in Indiana da una famiglia umile, suo padre un pastore gli ha insegnato a suonare la chitarra. Dopo un’adolescenza turbolenta, Jeremy frequenta il collegio delle Assemblee di Dio in California. Incontra Melissa e i due si sposano giovanissimi, purtroppo Melissa muore per un cancro ovarico.

Jeremy: «E se fosse il destino a volerlo? Se fosse tutto già scritto? Se fossimo destinati a provare questi sentimenti, allora forse non dovremmo scappare. Perché perderci quest’occasione?».

Durante la sua malattia Jeremy inizia a toccare i punti più alti della musica cristiana, che culminano con il primo brano dopo la morte di Melissa, da cui prendono il titolo sia libro che il film I still believe per poi proseguire nel 2005 con il brano Open your eyes per la compilation ispirata a Le Cronache di Narnia, scritta da vari artisti.

Dal libro al film

La pellicola ricalca fedelmente il romanzo, lo stesso Jeremy ha affermato che non avrebbe potuto desiderare un cast migliore. Jeremy è interpretato dalla star di Riverdale, KJ Apa, e la bellissima Melissa viene interpretata da Britt Robertson, la regia è firmata Erwin Brothers, una società giovane composta da due fratelli, orientata verso la produzione di film cristiani.

Il film è godibile, molto semplice e a tratti molto toccante, si percepisce quello che era l’intento del romanzo e di Jeremy: far capire alle persone quello che la Fede conta per lui, come ha plasmato la sua vita e quella di Melissa.

Oltre la fede, la tematica sicuramente più toccante del film è la malattia. Melissa è giovane, bella, buona, altruista, piena di vita, è una figlia, un’amica e una studentessa amorevole, come tantissime altre nel mondo, eppure il cancro, la malattia di quest’epoca, non la risparmia; le piomba addosso come un incubo oscuro e la inghiottisce in un vortice.

Si vede una ragazza che rinuncia ai suoi biondi capelli, pur non essendo vanitosa o superficiale, la si vede soffrire per questo passo in avanti della malattia; si vede una ragazza piena di energia, che la perde e si spegne; forte e indipendente, la si vede colta da un’ira cieca, quando prende consapevolezza che anche aprire un banale barattolo le è diventato impossibile.

Questa storia di amore, morte, fede è, anche, inevitabilmente una storia d’amore. Quell’amore che troppo spesso oggi si vede solo nei film. Quell’amore gentile che non chiede e non pretende, ma accompagna in questo viaggio difficile, e a volte troppo doloroso, che è la vita.

La fede come lente sul mondo

Il 2020 e il suo secolo sono un’epoca particolare, probabilmente un’epoca segnata da grossi cambiamenti. Quando la storia cambia, la società si perde. La popolazione, ciascuna a proprio modo, vive un periodo di crisi, dettata da una profonda paura: la paura dell’ignoto. Nuove malattie, nuove forme di comunicazione, nuove scoperte, tutto questo da una parte può generare una grande spinta in avanti, ma dall’altra una crescente ansia.

Il mondo ha avanzato pretese sul singolo, che, paradossalmente, deve essere sempre più pronto, con un curriculum sempre più pieno, quasi lasciando spazio ai contenuti piuttosto che all’anima, che poi è quella che distingue l’Uomo – Essere, e in quanto essere in un fieri continuo, da bestie e macchine.

In questo scenario si staglia la religione, costante della società, fin dagli albori. Gesù, Allah, Dio, Krishna, Zeus, Odino o comunque si voglia chiamare un’entità superiore all’uomo, sono delle risposte alla paura primordiale della morte e del senso della vita: che ci aspetta dopo? Che senso ha avuto nascere, crescere, lavorare, amare, ridere e piangere?

«Non potete neanche immaginare quanto sia divertente capire come funziona una stella. E il bello è che tutte queste cose si possono studiare anche senza lasciarsi divorare dalle solite eterne domande intrise di presunzione: “chi siamo noi? Da dove veniamo? Qual è il senso della nostra vita? Cosa ci aspetta dopo la morte?”».

(Margherita Hack)

Spaventa troppo pensare a un sonno eterno senza sogni, capire che l’uomo non abbia un senso universale, che sia solo un animale più razionale e più sviluppato, che faccia parte del cerchio della vita e che, molto probabilmente, nella vastità infinita dell’universo non è né un essere speciale né unico.

Combattere la paura con risposte

Jeremy e Melissa dovevano dare un senso al loro cammino insieme, Jeremy continua a far parte di quella percentuale di popolazione che ha bisogno di una risposta all’incertezza del nulla cosmico; così egli stesso fa parte di un forte movimento cristiano, uno tra i tanti, sempre più diffusi, le Assemblee di Dio. Una delle innumerevoli correnti cristiane, che reinterpreta alcuni passi della Bibbia con sfumature leggermente diverse dal classico cristianesimo.

Il punto non è far parte delle Assemblee di Dio, degli Avventisti, del movimento Comunione e Liberazione, la domanda che la società deve porsi e che non ha mai trovato il coraggio di farsi è: perché deve esistere qualcosa diverso dall’Uomo e ad esso superiore? Perché devono esistere una serie di libri fatti di norme e precetti per essere persone buone e degne della vita?

«Non è necessario avere una religione per avere una morale, perché se non si riesce a distinguere il bene dal male quella che manca è la sensibilità, non la religione».

(M. Hack)

Leggi anche: Sul significato di The New Pope

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