What If…?, serie animata in programmazione su Disney+, sta esplorando ramificazioni alternative del mondo Marvel episodio dopo episodio. Senza lasciarsi prendere dalla nostalgia o dall’affetto verso i protagonisti noti nella loro versione principale, le nuove storie animano la Fase 4 mostrando come la realtà possa essere influenzata dalla più piccola variazione.
«Tempo. Spazio. Realtà. Non hanno un andamento lineare. Formano un prisma di infinite possibilità, in cui ogni scelta può diramarsi verso realtà infinte, creando mondi alternativi a quelli già conosciuti. Sono l’Osservatore, la guida che vi condurrà in nuove vaste realtà. Seguitemi, e riflettete sulla domanda… E se…?»
All’inizio di ogni episodio, l’Osservatore introduce le varianti nel multiverso dei supereroi che conosciamo, sulla scia di quanto visto in Loki.
Le circostanze in cui la vita dei personaggi cambiano sono chiamate Eventi Nexus, ovvero quei punti della linea temporale in cui una scelta dà vita a una nuova ramificazione della realtà.
SEGUONO SPOILER
Di seguito, ecco gli Eventi Nexus dei primi quattro episodi:
- Peggy Carter non si sposta al piano di sopra durante l’esperimento del super-soldato;
- Yondu Udonta non agisce personalmente e manda i suoi uomini sulla Terra a rapire Peter Quill;
- Hope van Dyne diventa un’agente dello S.H.I.E.L.D. e muore in missione;
- Christine Palmer è in macchina con Strange al momento dell’incidente.
What If…? La versione oscura dello Stregone Supremo

What If…? – Dr Strange
La complessità a cui la Marvel sta dando vita con le sue evoluzioni è evidente sin dagli ultimi anni, quando nel 2016, introducendo proprio il film sul personaggio di Stephen Strange, iniziò a risultare evidente che gli scopi della Casa delle Idee trascendessero quelli della consueta narrazione in stile cinecomic.
La struttura del quarto episodio di What If…? è incentrata esclusivamente sul miglior neurochirurgo del mondo, che nel fatidico incidente che lo introdusse alle arti mistiche perse l’amore della sua vita, la dottoressa Christine Palmer, anziché l’uso delle mani.
Ripercorrendo rapidamente gli eventi del film sullo Stregone, il quarto episodio della serie animata specula sull’addestramento di Strange alle arti magiche e all’esplorazione delle dimensioni alternative, soffermandosi in modo quasi fanatico sull’uso dell’Occhio di Agamotto, ovvero la Gemma del Tempo.
Kamar-Taj, nell’episodio, è il luogo in cui lo Stregone deve curare il suo cuore piuttosto che le sue mani, ma il dolore del lutto per la perdita di Christine non viene mai elaborato del tutto.
A distanza di due anni dalla morte della donna, infatti, dopo aver sconfitto Dormammu, Strange sceglie un percorso che diverge da quello che conosciamo, violando le leggi del tempo per apprendere attraverso lo studio degli antichi libri perduti di Cagliostro come ottenere il potere per riportare in vita la sua amata, Punto Assoluto del suo universo.
Nonostante l’Antico lo avverta rispetto alle conseguenze delle sue azioni, che potrebbero creare un paradosso e distruggere la sua realtà, il neurochirurgo avverte il compulsivo bisogno di rimediare alla morte di Christine, perdendo paradossalmente il controllo delle sue emozioni e lasciandosi trascinare nell’angoscia.
Il fascino dell’episodio, dunque, non consiste solo nella resa alternativa della storia di Dr Strange, ma nell’esibizione della sua versione oscura e scissa, divorata dalla perdita e dall’ossessione.
What If…? Il significato del paradosso

What If…? – La versione dark di Dr Strange
Al di là della narrazione in salsa Marvel del mito di Orfeo ed Euridice, contraddistinto dalle sfumature fantascientifiche che costellano le storie tratte dai cinecomic, ciò che forse conta di più guardando l’episodio 4 della serie animata è assorbire quei concetti e quelle suggestioni che potrebbero rivelarsi determinanti per il seguito del Multiverso.
Anche e soprattutto alla luce dell’uscita del trailer del nuovo Spider-Man, forse non è un caso che questa versione di Strange venga mostrata adesso: dopo Loki, il continuum spazio-temporale è compromesso al punto tale che è lecito attendersi di tutto proprio fino all’uscita del secondo film stand-alone sullo Stregone Supremo, nel 2022.
Fino a quel momento, possiamo solo riflettere sull’intima tristezza causata dall’oscurità di Strange, che riesce nel suo intento di riportare Christine in vita, ma il prezzo che paga è la lacerazione del tessuto cosmico della sua realtà.
Da un altro punto di vista, possiamo interrogarci su alcuni giochi percettivi e simbolici che questo episodio mette in gioco, come quelli riguardanti gli Eventi Nexus oppure il ruolo dell’Osservatore, che Strange riesce a percepire probabilmente grazie ai suoi poteri immensi.
Assorbendo la versione buona di se stesso, infatti, lo Stregone Supremo di questa realtà raggiunge un potere senza precedenti, simile a quello di un Dio; la conversazione con l’Osservatore mentre il suo universo e la resuscitata Christine collassano, lascia presagire che questo genere di paradossi diventeranno pane quotidiano dei prodotti Marvel.
In conclusione, è possibile immaginare che i prossimi episodi di What If…? lanceranno suggestioni analoghe, e diventa sempre più evidente quanto il ruolo dei prossimi due film su Spider-Man e Dr Strange risulterà cruciale per affrontare le minacce che il Multiverso introduce.