Love, Death & Robots è tornato. La terza stagione dell’acclamata serie antologica ha fatto il suo debutto venerdì 20 maggio su Netflix, con nove episodi nuovi di zecca. Nove mini film animati, destinati a un pubblico adulto, in cui si è tornati a parlare di temi già apparsi nelle scorse stagioni come le conseguenze dello sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, la ribellione della tecnologia sull’uomo e l’esplorazione dell’universo.
Anche le tecniche utilizzate per animare le puntate sono le stesse dei due cicli precedenti. Si va quindi da produzioni classiche a personaggi e paesaggi realizzati in maniera iperrealistica. Ovviamente sempre sotto il segno dell’amore, della morte e dei robot.
Love, Death & Robots: l’amore
In questi nuovi episodi l’amore sembra in realtà ricoprire un ruolo molto marginale. Non è propriamente amore ma piuttosto una semplice attrazione fisica quella che unisce i due scienziati al centro di Sciame, episodio numero sei. La puntata ci regala una delle sole due scena di sesso della stagione, con un rapporto consumato in assenza di gravità in cui i due corpi fluttuano liberi abbandonandosi al piacere. Per il resto, l’episodio non coinvolge particolarmente e anzi per ambientazione e tematiche trattate sembra qualcosa di già visto.
Non si può definire amore neanche ciò che travolge i protagonisti della puntata Jibaro. Anzi, i commenti del popolo dei social hanno etichettato la loro relazione come tossica. E noi non possiamo dar loro torto, dato che l’unico motivo che spinge il protagonista maschile ad avvicinarsi alla protagonista femminile è l’avidità. Altri sentimenti che possano anche solo lontanamente avvicinarsi all’amore o alla passione non sono pervenuti. Probabilmente questa nuova stagione si sarebbe potuta semplicemente chiamare Death & Robots. Peccato. Sarebbe stato interessante dedicare più attenzione a questo aspetto.
La morte
Quella della morte è la sezione che invece occupa la maggior parte degli episodi, aleggiando inesorabilmente in quasi tutti i corti. Che sia trattata in modo cruento o che venga proposta con un tocco di ironia, il fil rouge principale sembra essere proprio questo. Ben riuscito e molto divertente è ad esempio il quinto episodio, ovvero La Notte dei Minimorti. Il corto è incentrato su un’apocalisse zombie che si diffonde su tutta la terra provocando l’uccisione di milioni di persone e la loro conseguente trasformazione nelle creature mangia-cervello. Ne viene fuori una presa in giro nei confronti degli action movie apocalittici in cui neanche il presidente degli Stati Uniti (colui che per antonomasia riesce a gestire qualsiasi tipo di catastrofe) può far nulla.
Da non perdere anche Sepolti in Sale a Volta, che però si fa notare più per la tecnica di realizzazione che per la trama. Nella puntata ci sono infatti creature feroci e una lotta per la sopravvivenza all’ultimo sangue che non ci regalano niente di particolarmente originale. Sepolti in Sale a Volta andrebbe però guardato con attenzione per lo straordinario realismo.
Punta di diamante del filone della morte è la già citata Jibaro. In questo bellissimo quadro animato, i protagonisti sono una creatura fantastica ricoperta d’oro e gioielli e un cavaliere sordo. C’è poco da dire (in tutti i sensi) ma tanto da guardare. Dinnanzi agli occhi ci appare una danza mortale con una scenografia eccezionale che in alcuni momenti sembra essere uscita dal celeberrimo Ophelia di John Everett Millais.
I robot in Love, Death & Robots
E veniamo ai robot. Nel primo episodio dal titolo Tre Robot: Strategia d’Uscita tornano i protagonisti della puntata di debutto della stagione numero uno. Questa volta i tre turisti spaziali visitano i resti di un’antica civiltà umana ormai estinta. Guardando quei reperti, le simpatiche intelligenze artificiali non possono che chiedersi il motivo per cui i miliardari terrestri abbiano investito i lori patrimoni per andare su Marte e non abbiano fatto nulla per salvare la loro casa. Il riferimento è diretto in modo più che palese alle velleità di super Paperoni come Elon Musk, che da anni sognano di conquistare il pianeta rosso. Saranno i ricchissimi umani riusciti nella loro missione? Un divertente colpo di scena finale risponde alla nostra domanda.
Robot meno senzienti ma programmati per uccidere sono invece presenti in Mason e i Ratti, la settima puntata. Dei sistemi tecnologici micidiali vengono infatti utilizzati per liberare l’anziano Mason da un’infestazione di ratti geneticamente modificati. Ne viene fuori una surreale quanto irresistibile lotta tra i topi e le macchine con tanto di scene epiche di guerriglia. L’episodio è davvero spassoso e in modo ironico ci ricorda che incidere negativamente sull’ambiente può sconvolgere anche l’equilibrio animale.
Sempre piacevole, sempre pronta a intrattenere, Love Death and Robots 3 è un buon prodotto nonostante abbia un po’ perso l’effetto sorpresa delle precedenti stagioni. Come già accennato, le tematiche richiamano molto quelle affrontate nel primo e nel secondo ciclo, e alla fine della visione abbiamo quasi l’impressione che le idee brillanti si siano esaurite come era già successo nell’altra serie distopica di Netflix Black Mirror. Sembra, inoltre, ci siano dei personaggi riciclati da vecchi episodi (a quanto pare la quota di testosterone militare deve esserci per forza in ogni stagione) mentre la ricerca di finali che sciocchino lo spettatore a volte si risolve senza un senso ben definito.
Insomma, Love, Death & Robots merita come sempre la sufficienza, ma speriamo vivamente che un’eventuale quarta stagione torni prepotentemente a sconvolgerci.