Marvel Cinematic Universe – Fase 1: la nascita dei Vendicatori
Il Marvel Cinematic Universe è, a oggi, il più grande universo cinematografico mai creato, basandosi sul numero di film e di personaggi che lo compone.
Il franchise, sotto la guida sapiente e lungimirante del presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha raggiunto negli ultimi anni un successo globale senza precedenti, diventando il più redditizio della storia del cinema. Superando le diatribe burocratiche con case di produzione e distribuzione proprietarie dei diritti di alcuni personaggi, la coppia Disney Marvel si è fatta strada, riuscendo a inserire nelle proprie storie personaggi che sembravano destinati a standing alone movie per sempre, pensiamo a Spider-Man.
Ma qual è il punto di tutto questo grande ingranaggio? Quali sono le dinamiche e i messaggi che giungono agli spettatori, a parte effetti speciali di prim’ordine?
Con questo articolo inizieremo un ciclo di approfondimenti, tre in particolare, uno per ogni Fase dell’MCU, che ci avvicineranno a uno dei film più attesi del 2018: Avengers – Infinity War, nelle sale a partire dal prossimo aprile.
È opportuno, dunque, partire con ciò che ha iniziato il tutto, la Fase 1.
Nell’ormai lontano 2008 debuttava al cinema Iron Man che, come vedremo, è di fatto il personaggio attorno a cui ruota l’intero universo cinematografico Marvel. Seguirà nello stesso anno L’Incredibile Hulk; Iron Man 2 nel 2010, Thor e Captain America – Il primo Vendicatore nel 2011 e, a conclusione della Fase 1, The Avengers nel 2012. Con sei pellicole, dunque, si forma la Fase 1 dell’MCU. Essa ha, come è evidente, l’obiettivo primario di introdurre i personaggi principali che andranno poi a comporre la prima formazione degli Avengers.
La Fase 2 si compone di altri sei film (da Iron Man 3 ad Ant-Man). Invece la Fase 3, ancora in corso, è la più corposa, perché fino al 2019 saranno cinque i film che si aggiungeranno ai cinque già esistenti. Infatti si è aperta con Captain America – Civil War e si concluderà con il quarto e ultimo film sugli Avengers, ancora senza titolo.
Chiaro dunque, come spiegato da Kevin Feige, l’intento di voler chiudere un ciclo con la Fase 3, la quale ha nei supereroi originari i protagonisti, e aprire, con la Fase 4, la strada per i nuovi supereroi (alcuni, come Spider-Man, rappresenteranno il collante fra i due passaggi).
Una particolarità ci introduce verso il primo grande tema della Fase 1: ogni ciclo di film delle tre fasi inizia sempre con un film su Iron Man o un film in cui Tony Stark è il co-protagonista.
Infatti Iron Man apre la Fase 1; Iron Man 3 apre la Fase 2 e, infine, Captain America – Civil War (che vede Captain America fronteggiare proprio Iron Man) apre la Fase 3.
Il personaggio di Robert Downey Jr., infatti, è quello che maggiormente incarna la tematica portante dell’intero MCU: l’evoluzione dell’eroe.
Ovviamente, in base al protagonista il tema si sviluppa in maniera diversa, ma, in ogni film della Fase 1, l’eroe vive un viaggio alla scoperta di se stesso, in cui capisce di poter essere migliore di quello che è stato fino a quel momento.
In Iron Man il processo inizia gradualmente, nel senso che Tony Stark comprende che vendere armi non è il massimo che possa fare per il mondo. Con tutte le contraddizioni del caso, inizia a costruire armi (o meglio, armature) che possano garantire la pace. Il sequel, oltre a una debolezza di trama di base, non riesce a risultare piacevole e riuscito come il primo film, proprio perché questa evoluzione di Tony Stark è ferma: dovremo aspettare il terzo capitolo per comprendere l’evoluzione del personaggio.
Argomento simile, ma con risultati meno soddisfacenti, vale per l’Incredibile Hulk e per Thor (Edward Norton, sostituito poi da Mark Ruffalo, e Chris Hemsworth): in entrambi i film questi due personaggi devono imparare a gestire il proprio potere. Il dottor Banner vorrebbe disfarsene, mentre il Dio del Tuono ne abusa, venendo punito dal Padre degli Dei. Alla fine del loro viaggio, entrambi capiranno che un grande potere deve essere sempre abbinato a una grande saggezza e, soprattutto il Dio del Tuono, inizierà un percorso di umiltà che lo renderà un buon governante.
Tuttavia, come anticipato, i risultati sono decisamente meno soddisfacenti: il rischio di cadere nella banalità, infatti, è alto e Iron Man 2, L’Incredibile Hulk e Thor non sono film sufficienti.
Discorso differente, invece, vale per Captain America – Il Primo Vendicatore: diverso da un lato per il percorso del personaggio; dall’altro per la qualità del film.
Il personaggio di Steve Rogers (Chris Evans), almeno in questa prima fase, si caratterizza proprio per l’immobilismo mentale e la fermezza dei principi in cui crede: lui nasce con l’anima buona e predisposta al prossimo; è del fisico che è mancante. Nel momento in cui il Siero del Supersoldato gli regala anche il fisico, diventa l’eroe necessario per gli Stati Uniti degli anni Quaranta. Ma purtroppo per lui, come vedremo con l’avanzare dei film, la voglia di adattarsi nel mondo in cui si risveglia settant’anni dopo si traduce soltanto in un’effimera illusione.
Gli eroi dunque, insieme ad altri personaggi secondari ricorrenti (fra cui va segnalato senza dubbio Nick Fury, direttore dello S.H.I.E.L.D., interpretato dal grande Samuel L. Jackson), uniscono le loro forze con Natasha Romanoff (o Vedova Nera, interpretata da Scarlett Johansson e che avevamo già conosciuto in Iron Man 2) e Clint Barton (Occhio di Falco, interpretato da Jeremy Renner), due agenti dello S.H.I.E.L.D. abili in spionaggio e combattimento corpo a corpo.
La creazione degli Avengers è presentata nell’omonimo film come una carta di riserva in caso di imminente catastrofe.
Quando Loki (fratellastro di Thor, interpretato da Tom Hiddleston) attacca la Terra, Fury considera i Vendicatori come una barriera necessaria per proteggerla. Lo scetticismo tuttavia non è solo dei Capi di Stato (che definiscono gli eroi un gruppo di eccentrici), ma degli stessi supereroi, incapaci in una prima fase di creare la chimica giusta, finendo addirittura a scontrarsi fra loro.
Tutti i difetti di ognuno di loro vengono messi in risalto. Proprio in questo consisterà la loro evoluzione, tema costante dell’intera Fase 1 che si ripete, questa volta brillantemente, anche in Avengers: mettere da parte il proprio io e i propri giudizi per aiutare i compagni a sconfiggere l’esercito alieno comandato da Loki.
Infatti, gli eroi riusciranno a farlo, creando un precedente pericoloso che sarà il grande tema di Captain America – Civil War: chi e come si decide che i Vendicatori debbano intervenire in determinate situazioni?
In questo senso, il sacrificio finale di Tony Stark è l’emblema di una nuova fase che il personaggio si appresta a vivere: egli dimostra di non combattere solo per se stesso, cosa di cui era stato giustamente accusato a inizio film da Captain America, ma di essere pronto a una nuova prospettiva (con non poche conseguenze psicologiche che emergono nella Fase 2 con Iron Man 3).
The Avengers, dunque, risulta senza dubbio il film più riuscito della Fase 1. Gli spettatori percepiscono la coerente composizione del feeling tra i protagonisti, che per la prima volta si ritrovano a confrontarsi e a collaborare con altri soggetti speciali come loro, in lotta con un cattivo veramente degno di questo nome.
Infatti, oltre al rischio di banalità già annunciato, il problema principale dei film di questa Fase 1 è la poca incisività degli antagonisti: tranne in The Avengers (e parzialmente in Captain America – Il Primo Vendicatore), la confusa e banale scrittura dei cattivi non è compensata dai grandi effetti speciali usati per celebrarli (i casi più gravi sono senza dubbio quello di Iron Man 2 e L’Incredibile Hulk).
In questo senso, tuttavia, la Fase 1 inizia a lanciare dei messaggi molto chiari: il vero antagonista degli Avengers e, in generale, dell’universo, sarà colui che ha fornito Loki di un esercito, in cambio del Tesseract (già apparso nel film di Captain America).
Parliamo di Thanos, annunciato nella scena dei titoli di coda del film sui Vendicatori, il cui obiettivo è la raccolta delle sei Gemme dell’Infinito per diventare invincibile. Il Tesseract contiene la Gemma dello Spazio, ma nessuno dei protagonisti sarà a conoscenza né di questa né delle altre fino ad Avengers – Age of Ultron, e non lo saranno gli spettatori fino alla spiegazione, sempre in un film della Fase 2, a opera del Collezionista ne I Guardiani della Galassia Vol. 1.
Ciò che ci rimane dalla Fase 1 del grande progetto dei Marvel Studios è un gruppo di film introduttivi, che riescono a far intravedere (anche con l’espediente delle scene dopo i titoli di coda) l’intento di creare un disegno ben preciso che andrà a concludersi con la Fase 3.
Questa fase, inoltre, brilla all’inizio e alla fine, ma non nel mezzo: i film che la aprono e la chiudono sono una spanna superiori a quelli che la compongono centralmente.
Stiamo pur sempre parlando di film della Marvel, film di supereroi, film in sostanza che hanno nell’intrattenimento puro (e, come vedremo, nell’aumento del fattore ironia nella Fase 2) l’obiettivo principale e, a giudicare dai risultati ai botteghini, almeno questo scopo lo raggiungono sempre.