Il necessario ritorno dell’Arte – anteprima Michelangelo – Infinito
«L’arte si rivolge a tutti nella speranza di essere, prima di tutto, sentita e di suscitare uno sconvolgimento emotivo».
(Andrej Tarkovskij)
Viviamo in un momento storico in cui il mondo sembra, apparentemente, fornire risposta a qualunque nostra esigenza, soddisfare ogni dubbio, tacitando così ogni volontà creativa e alternativa.
In un mondo totalmente orientato a fini materiali, in cui la realtà è racchiusa in una cornice di struttura eminentemente economica, ogni possibilità dell’esistenza apparirà in funzione del mero utilitarismo.
C’è qualcosa, però, che esce da questo schema, che non ha alcuna finalità in una dimensione produttiva, ma che paradossalmente permette lo spostamento dell’attenzione dall’oggetto al soggetto.
Quel qualcosa si chiama arte.

L’arte, nel suo primordiale e più profondo significato, non ha alcun profitto materiale, ma possiede la finalità di lasciar disvelare in essa la propria individualità, il proprio Io. L’arte non è che l’espressione più potente del sé. Non può esistere nulla di più utile.
È pura catarsi, poiché nell’essere artista è possibile, attraverso l’atto creativo, mostrare un intimo sentimento verso il mondo e far sì che anche l’altro ne faccia parte. Così come nell’essere spettatore è possibile identificarsi nel pensiero dell’autore, mettersi in dubbio, emanciparsi, scoprire un altro lato di sé. È necessario all’uomo in quanto uomo, poiché rappresenta ciò che è nella sua essenza.
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» sosteneva Nietzsche. Una tale verità è assolutamente estendibile all’arte in generale, perché, nel profondo, la musica, come la pittura, la scultura, il teatro o il cinema, custodisce l’essenza prima dell’arte: il generare bellezza e lo specchiarsi in essa.
C’è quindi la necessità di un ritorno all’arte, ed è veramente necessario. Ne abbiamo bisogno intimamente per vivere in modo più autentico. Abbiamo la necessità di riconoscere e scoprire noi stessi nell’opera d’arte. Il compito dell’artista, disse qualcuno, è fornire un antidoto alla futilità dell’esistenza, permettere di conferire un senso nuovo a un mondo indifferente.
«Questa è proprio l’arte che preferisco, quella che penso servirà domani: un’arte chiara, netta, senza retorica, che non dica bugie, che non sia adulatrice».
(Marcello Rubini, La Dolce Vita)
Se in passato l’arte, in tutte le sue forme, si ergeva come la cornice interpretativa della realtà e aveva un ruolo fondamentale nella vita del singolo, oggi le cose sono notevolmente cambiate.
Oggi l’arte si pone come un piccolo raggio di luce, come pura delizia dei sensi. Cerca di scappare da una scatola chiusa, da una società che rigetta l’improduttività materiale.
Dobbiamo cercare di aprire quello spiraglio, permettere di manifestarsi pienamente, ma non è facile. Non è nemmeno impossibile però. Infatti esistono molte realtà che hanno avvertito questa necessità di ritorno dell’arte, di presa di coscienza di cosa l’umanità è e può essere. Esistono realtà come Sky che ha l’ardire, ormai da anni, di produrre documentari sull’arte che rappresenta le nostre radici.
Caravaggio, Raffaello e ora Michelangelo. Sky ha il coraggio di far emergere quello spiraglio di luce sempre più grande, che oggi il mondo tenta di oscurare.

Noi, de La Settima Arte, abbiamo avuto l’onore di prendere parte nel Castello Sforzesco all’anteprima esclusiva della nuova opera prodotta da Sky e distribuita da Lucky Red dal 27 settembre al 3 ottobre nei cinema, Michelangelo – Infinito.
Questo lavoro si impone come nuovo genere cinematografico. Trascendendo una certa passività del documentario, viene trattato il Michelangelo pittore, scultore, poeta, ma soprattutto il Michelangelo uomo, con le sue fragilità, i suoi dubbi e tormenti.
Viene superata la mera documentazione; si pone come un’opera di autorevole finzione, capace di creare un incessante componimento tra lo spirito del cinema e lo spirito dell’arte.
Nel film viene lasciata la parola all’immagine che, attraverso i capolavori dell’autore, ripercorre le tappe della vita di un genio infinito che prima di tutto fu uomo.
Protagoniste sono le infinite opere che, grazie a riprese delle sue autentiche realizzazioni, narrano di un artista in continua ricerca della perfezione. Raccontano un’instancabile speranza e una successiva e agognata consapevolezza delle proprie possibilità.
Dai creatori di Caravaggio – l’Anima e il Sangue e di Raffaello – il Principe delle Arti e dalla mano del regista Emanuele Imbucci, nasce un prodotto capace di regalare emozioni nuove per una figura che non si conosce mai abbastanza.
Michelangelo – Infinito è un’esperienza nell’esistenza, nelle opere, nei luoghi (Firenze, Roma, Città del Vaticano, Milano, le Cave di Marmo Carrara), e nella poesia di un autore infinito.

In questo caso il cinema parla di arte, di Michelangelo Buonarroti; è un’arte più giovane che si interroga su una possibilità di se stessa passata. L’arte che riflette sull’arte. Chi meglio del cinema potrebbe trattare tali argomenti?
Chi meglio del connubio di tutto ciò che è arte potrebbe tracciare i lineamenti fisici, ma soprattutto emotivi, di un personaggio come Michelangelo?
Adesso il cinema, forse, ha l’arduo compito di assumersi le responsabilità di un ritorno all’arte, di riportare l’arte nel cuore di tutti e di trasformare ognuno di noi in un possibile artista. Ne abbiamo un disperato bisogno.
Siamo grati quindi a Sky, che dona la possibilità a noi tutti di riscoprire una parte fondamentale della vita e della nostra esistenza. Così facendo, potremo abbracciare la folgorante potenza dell’arte e danzare con essa, incorporandola.
Alla fine, è tutto ciò che cerchiamo, anche senza esserne pienamente coscienti: vogliamo riscoprire la bellezza del mondo e di noi stessi.
È tangibile la necessità di far proprie la poesia, il teatro, la letteratura, la scultura e tutte le altre espressioni dell’arte, vivendole autenticamente.