Fra gli horror più sconvolgenti della storia del cinema c’è senza dubbio Rosemary’s Baby, adattamento dell’omonimo romanzo di Ira Levin, portato sul grande schermo da un giovane Roman Polanski nel 1968.
La pellicola rappresenta ancora oggi un capostipite del genere. Il regista polacco riuscì infatti a realizzare un capolavoro, traducendo in immagini lo sconvolgente libro di Levi in modo fedele e scrupoloso. Il film turbò il pubblico dell’epoca come non era mai accaduto prima.
Il clima angosciante, la presenza satanica, il sacrificio dell’innocente e la consapevolezza che dietro l’aspetto di una famiglia per bene si celasse il male furono gli ingredienti che lo resero una fonte di ispirazione per gli horror prodotti successivamente.
Nel giro di qualche anno Rosemary’s Baby si guadagnò l’appellativo di film maledetto non solo per i temi, ma anche a causa di alcuni fatti inquietanti che si verificarono durante e dopo la sua realizzazione.
Prima di addentrarci nei meandri del mistero, ricordiamo brevemente la trama del film.
Rosemary’s Baby – l’oscurità del maligno
Guy e Rosemary Woodhouse (John Cassavetes e Mia Farrow) si sono da poco trasferiti in un elegante palazzo a New York. Guy è un uomo ambizioso e sogna di diventare un attore famoso; Rosemary è invece una dolce ragazza di campagna. I loro vicini di casa sono i coniugi Castevet, una coppia di arzilli vecchietti sempre gentili e fin troppo disponibili.
Dietro la facciata di adorabili anziani si nasconde però un oscuro segreto. Rosmary, che nel frattempo è rimasta incinta, non sa che i due fanno parte di una congrega di streghe votate a satana e che il suo bambino è frutto dell’invocazione del maligno.
Dopo aver velocemente ricapitolato la trama di Rosemary’s Baby, scopriamo qualche piccolo aneddoto collegato al film.
1) L’ambientazione di Rosemary’s Baby – il Dakota di Manhattan
L’elegante palazzo newyorchese in cui i coniugi Woodhouse si trasferiscono all’inizio del film è il famoso Dakota. L’edificio, situato nella lussuosa zona dell’Upper West Side di Manhattan, divenne tristemente celebre alcuni anni dopo l’uscita della pellicola per un terribile fatto di cronaca.
L’8 dicembre 1980 John Lennon fu brutalmente assassinato da un suo fan squilibrato proprio all’ingresso del palazzo. Il cantante, oltre a risiedere proprio nell’edificio, era anche un grande amico di Mia Farrow.
2) Rosemary’s Baby e il satanismo – la consulenza di Anton LaVey
Fra le leggende metropolitane legate a Rosemary’s Baby ce n’è una che riguarda il fondatore della chiesa di satana Anton LaVey.
Pare che l’uomo, esperto in esoterismo, abbia aiutato Roman Polański nella produzione del film fornendo la sua consulenza sul tema del satanismo. Si dice persino che LaVey appaia brevemente anche come attore in una sequenza del film. In realtà il coinvolgimento di Anton LaVey non è mai stato confermato, così come il suo cameo all’interno della pellicola.
3) Rosemary Woodhouse e Sharon Tate – due gravidanze con un tragico finale
Il parto di Rosemary non si può di certo definire un lieto evento. Nella pellicola di Polanski la ragazza mette al mondo il figlio di satana, creatura mostruosa destinata a diventare l’anticristo. Quello che doveva essere il momento più bello della sua vita si trasforma in un incubo e il suo sogno di diventare madre si infrange miseramente.
Un anno dopo l’uscita del film anche la gravidanza della moglie di Roman Polański, Sharon Tate, non si concluse con un lieto evento. Il 9 agosto del 1969 un gruppo di psicopatici, seguaci di Charles Manson, uccisero la Tate nella sua abitazione di Los Angeles. Mancavano solo due settimane al parto.
4) Un film che non porta bene – i problemi durante e dopo le riprese
Rosmary’s Baby non portò tanto bene neanche ad altre persone coinvolte nella sua realizzazione. Alla protagonista Mia Farrow furono consegnati i documenti per il divorzio dal marito Frank Sinatra proprio mentre era impegnata sul set. Si dice che la sua decisione di prendere parte al film sia stata la goccia che fece traboccare il vaso in un rapporto già altalenante, spingendo il divo a separarsi dalla moglie.
Il produttore William Castle, che partecipò alla pellicola anche con un cameo, raccontò invece di aver ricevuto diverse minacce di morte da parte di alcuni fanatici che sostenevano che Rosmary’s Baby avrebbe portato il male sulla terra.
In realtà il film portò male a lui che, poco dopo averlo girato, iniziò ad avere diversi problemi di salute. La salute peggiorò anche a Robert Evans, altro produttore del film, all’epoca a capo della Paramount. Negli anni successivi Evans ebbe tre infarti e fu persino accusato di traffico di droga. Il film fu inoltre l’ultimo successo per le carriere di entrambi.
5) Strane coincidenze – la morte di Krzysztof Komeda
Se gli eventi precedentemente raccontati possono sembrarvi delle semplici coincidenze, ciò che stiamo per narrarvi non può che farvi scorrere un brivido lungo la schiena. Parliamo di ciò che accadde a Krzysztof Komeda, il compositore polacco che si occupò della colonna sonora del film. Nel dicembre del 1968 il musicista precipitò da una scarpata durante una festa a Los Angeles.
Komeda riportò delle gravissime ferite alla testa ed entrò in coma. Dopo essere stato trasferito nel suo Paese natale, morì nell’aprile dell’anno seguente a soli 38 anni.
Vi ricorda qualcosa? Lo stesso incidente capita a uno dei personaggi di Rosemary’s Baby, per la precisione a Hutch, l’amico di Rosemary che cerca di aiutarla. L’uomo muore cadendo in un dirupo, prima di riuscire a metterla in guardia dai pericoli che la circondano.
A questo punto non possiamo che concordare sul fatto che forse a restare in guardia dovevano essere tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione di Rosemary’s Baby, il film maledetto di Roman Polański.
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