Un giorno all’improvviso – Quando i figli crescono i genitori

Sonia Cortese

Maggio 7, 2019

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Un giorno all’improvviso è stato candidato per la categoria di opere prime e seconde in concorso nel Bif&st 2019, il Festival del Cinema di Bari; è il primo lungometraggio del giovane regista e sceneggiatore campano Ciro d’Emilio, già in concorso nella sezione Orizzonti alla settantacinquesima Mostra del Cinema di Venezia e vincitore di altri numerosi premi internazionali. Prodotto da Lungta Film in collaborazione con Rai Cinema, è stato riconosciuto dalla sezione della Direzione Generale Cinema del MiBACT come opera di interesse culturale: un importante riconoscimento, che ci fa intuire quanto il film ritragga una realtà amaramente attuale.

Quando ho deciso di realizzare Un giorno all’improvviso volevo una storia priva di compromessi, radicale, estrema. 

Così il regista parla del suo film nel comunicato stampa.

Il tema del lungometraggio in concorso è quello dell’abbandono in adolescenza, raccontato attraverso una storia d’amore, non tra due ragazzini, ma d’amore autentico tra una madre e un figlio, tanto soli quanto forti. Lei, Miriam (Anna Foglietta), una bellissima e giovane mamma con problemi psichici, abbandonata dal compagno Carlo, crede ancora nella speranza di ricostruire una famiglia; il ragazzo, Antonio (Giampiero De Concilio), a 17 anni è già un piccolo uomo, il manager della sua famiglia da due, pieno di responsabilità, ama e difende la madre con tutto se stesso.

Insieme vivono in una cittadina nella provincia campana, cercano di campare coltivando un orticello e vendendone i frutti, infatti Antonio ha rinunciato ad andare a scuola per lavorare di sera anche presso una stazione di servizio e ovviamente per prendersi cura della mamma, che spesso si caccia nei guai con pusher e richiama le avvertenze degli assistenti sociali. In questo quadro così drammatico, però, due cose animano lo spirito di Antonio: i suoi amici, che gli strappano momenti di felicità, che lo fanno sentire “ancora un adolescente”, e il calcio: il suo talento lo porterà ad un passo dal sogno di diventare calciatore di un’importante squadra nazionale, ma un giorno, all’improvviso…

Le parole dell’attrice

Prima della programmazione al cinema Galleria, è stata la stessa attrice Anna Foglietta ad introdurre la visione del film:

“Sarei stata una cretina se non avessi accettato questa parte” esordisce.

Una parte per la quale la Foglietta ha ricevuto numerose critiche estremamente positive, già da Venezia. D’altronde, ha avuto modo di dimostrare il suo talento già in Perfetti Sconosciuti o nel personaggio di Pia – che personalmente ho amato tanto – in La mafia uccide solo d’estate. Infatti, vediamo l’attrice (romana) destreggiarsi dal siciliano al napoletano con assoluta naturalezza.

Continua parlando del personaggio di Miriam:

” è una madre che inizialmente odierete. […] Lei fagocita ogni persona che ama.” 

Una dichiarazione davvero forte.

Prosegue celebrando l’interpretazione di Antonio fatta da Giampiero De Concilio (20 anni) attore teatrale in erba:

“Giampiero in un altro Paese avrebbe vinto ogni premio.” 

Il sogno di Antonio

Durante la visione del film, infatti, emerge incredibilmente la grande forza di questo personaggio, il vero protagonista di Un giorno all’improvviso, un ragazzo-adulto che “non ha capa” nemmeno per una storia con una “wagliona”:

Antonio: “Non ho capa per noi due. Non posso prendermi cura di te.”

Sara: “Ma Anto’, abbiamo 17 anni!”

Antonio: “Non me ne sono mai accorto.”

L’obiettivo di Antonio è quello di salvare se stesso e la mamma cambiando vita, andando via dalla città, grazie alla possibilità offertagli inaspettatamente di partecipare alle selezioni per la squadra del Parma. E’ un’occasione assolutamente da non perdere. E’  l’opportunità finalmente di staccarsi dalla fonte di problemi che lui collega a suo padre Carlo, residente in qualche isolato di distanza da casa loro, dal quale Miriam è rimasta ancora innamorata, o meglio, ossessionata.

Antonio ce la mette tutta. Invita persino il talent scout Michele a cena da loro, in cui inizia a intravedere la figura di un consigliere, una guida paterna probabilmente, e spera tanto che ai suoi occhi sua mamma non appaia come la solita “pazza”. Sembra andare tutto per il verso giusto, ma Miriam è recidiva: vittima della sua ossessione, sembra che lei non voglia cambiare le cose e al momento della partenza per Parma lei fugge da Antonio, che incredulo rincorre la madre, la quale in lacrime gli dice:

“Se tu non fossi nato, io sarei ancora con lui.”

Ed è lì che il ragazzo, come un giovane Atlante che regge il mondo, sente crollarsi tutto addosso. E un evento inatteso quanto drammatico, gli farà capire quanto alto sia il prezzo da pagare per la realizzazione di un piccolo sogno.

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