Riviera International Film Festival – Una piccola lettera d’amore

Francesco Gamberini

Maggio 30, 2019

Resta Aggiornato

Riviera International Film Festival – Una piccola lettera d’amore

Ho sempre fatto questo lavoro con passione, spinto dal mio amore per il cinema e per la scrittura, ma nel corso del tempo ho notato che la passione si stava trasformando in qualcosa di più. Stava diventando una vera e propria vocazione, una missione, un compito che mi portava a sopportare qualunque fatica e qualunque difficoltà pur di raggiungere i risultati che speravo.

Non ero mai stato in Liguria e posso dire col senno di poi di non aver mai visto il mare. Non ho mai pensato di spingermi così lontano dalla mia terra, per seguire il mio amore per il cinema. Sono sempre stato una persona timida e introversa che faceva fatica ad abbandonare le sue abitudini, spingendosi lontano dai suoi confini. Allora vi starete chiedendo: cosa porta un ragazzo così a farsi cinque ore di treno da Ravenna a Sestri Levante?

Riviera International Film Festival

Potrei rispondere come fece Walter White, dicendo «l’ho fatto per me» e in parte sarebbe vero, ma non sarebbe del tutto giusto. Poco prima che iniziasse il Riviera International Film Festival, un mio amico, che mai finirò di ringraziare, mi parlò di questo Festival che si teneva nella sua città e mi invitò ad andarci. 

Non lo nascondo: ero scettico, ma poi mi sono detto perché non andare e vivere un’avventura? Non finirò mai di ringraziare quel mio amico per aver insistito a farmi venire.

Penso di non aver mai visto un angolo di mondo così magico come quella minuscola lingua di terra che chiamano Sestri Levante. Non pensavo che esistesse un posto simile e non pensavo nemmeno che ci potesse essere un festival di cinema ambientato in questa minuscola città: il Riviera International Film Festival (RIFF).

Il RIFF è un festival di cinema che definire magnifico sarebbe riduttivo. Nato da appena tre edizioni è un festival di cinema indipendente che vanta già nella sua storia non solo ospiti eccezionali ma anche registi emergenti fuori dal comune.

Concepito è realizzato da Vito D’onghia e Stefano Gallini con la partecipazione del selezionatore Massimo Santimone, il festival vanta un’organizzazione e una cura dei dettagli che si avvicina ai grandi festival internazionali: Cannes, Venezia, Roma. Per non parlare poi della giuria: ospiti eccezionali, illuminati e ispirati, fra cui J Miles Dale, produttore de La Forma dell’Acqua, Yalitza Aparicio, attrice protagonista di Roma, Eddie Moretti, cofondatore di Vice, Cristina Donadio, attrice di Gomorra e tanti tanti altri.

Riviera International Film Festival

Ma qual è la mission del festival? L’obiettivo del festival è quello di esplorare nuovi orizzonti cinematografici e cercare giovani talenti che con i loro sguardi possano raccontare la trasformazione del mondo. E ci riesce in pieno. Penso di aver visto film incredibili, che mi hanno fatto riflettere sul presente e sulla nostra generazione.

Paper flags, per esempio, uno straordinario racconto di liberazione e rinascita che nulla ha da invidiare ai capolavori della Nouvelle Vague o il Sons of Denmark, un racconto distopico (ma non troppo) sull’immigrazione e il razzismo che culmina in tragedia cullato dalle note della Lascrimosa di Mozart.

Atipico anche l’horror di formazione Gwen, un film in costume ambientato nelle solitarie lande irlandesi dell’ottocento. Straordinari anche i documentari, come per esempio il magnifico Chasing the Thunder, film reportage sulla tremenda e ascetica vita degli ambientalisti che combattono i pescatori abusivi nelle acque dell’Antartide.

Purtroppo, per problemi legati al mio lavoro, sono potuto restare solo quattro giorni al festival, ma sarei rimasto molto di più.

Tuttavia non potrò mai smettere di meravigliarmi per quello che è stato il Riviera International Film Festival.

Riviera International Film Festival

Quindi,  in conclusione, che cosa è stato per me il Riviera International Film Festival? Una volta un grande stilista disse: «la bellezza non è tutto, ma è l’unica cosa». Bene, io penso che le parole non siano tutto ma siano l’unica cosa. Non sono bravo a esprimere le mie emozioni o i miei sentimenti dal vivo.

Perciò volevo che questo articolo non fosse un vero e proprio resoconto, ma fosse una piccola lettera d’amore a un grande festival che mi aveva colpito in modo molto intimo, molto delicato, molto poetico. Penso che sia stata un’esperienza di vita, in tutto e per tutto.

Tutti i festival sono un’avventura: ci si sveglia presto, si guardano migliaia di film, non si dorme la notte, si chiacchiera, ci si confronta, si conoscono nuove realtà, in una parola si vive uniti dall’amore per il cinema. Se c’è una cosa di cui sono sicuro è che amo il cinema più di qualsiasi altra cosa.

Amo scrivere, confrontarmi, superarmi e devo ammettere che questo festival mi ha permesso di trascendere i miei limiti, di mettermi alla prova e di migliorare me stesso.

Tutto ciò che ho vissuto è stato incredibilmente formativo: formativo per la mia carriera di giornalista e anche per me stesso come persona. È stata un’esperienza che consiglio a chiunque ami il cinema e la bellezza, perché questo festival è davvero unico.

Leggi anche: RNFF- Assaggi di Festival- La trasversalità del lato oscuro

Correlati
Share This