Nel momento storico in cui vanno maggiormente di moda concetti quali sterilità e igienizzazione, il VI Premio Fausto Rossano prova a illuminare Napoli con una verità alternativa, più artistica e libera dagli stigmi che gli ultimi mesi hanno portato sulla società italiana tutta: contagiato e non contagiato, positivo e negativo sono diventate le categorie logiche attraverso le quali leggiamo l’altro, a causa della pandemia da COVID-19.
Il Festival di Cinema che questo Premio riesce a proporre anche quest’anno, tuttavia, sembra essere un po’ provocatorio proprio perché da un lato sfida le esigenze sanitarie che l’emergenza impone (dal punto di vista concreto, ma anche formale, in termini dei significati che andare al cinema comporta). Dall’altro, paradossalmente, asseconda lo stesso virus, scegliendo come tema principale della sua indagine proprio la centrale questione della costruzione di storie, della conservazione delle stesse, ma anche della loro scomparsa.
Scomparsa che troppo spesso, purtroppo, è avvenuta nel silenzio tombale di una casa dalla quale il soggetto non poteva, a causa delle ordinanze, uscire, senza memoria alcuna del suo ruolo nella società.
Donando un focus alle varie sfaccettature dell’emarginazione sociale, questa manifestazione si propone di coniugare gli interessi del cinema con quelli di una psicologia genuina, interessata al miglioramento delle condizioni di vita concrete delle categorie maggiormente a rischio, dall’infanzia alla vecchiaia.
Dopo una selezione lenta e travagliata a causa delle vicende legate alla pandemia, quaranta sono i film selezionati su trecento, e sebbene non sia ancora ben chiaro attraverso quale mezzo i contenuti saranno proposti al pubblico, le cinque rubriche del premio sono state scelte: Corti, Documentari, Focus Campania, Laboratori e Studenti.
Spaziando tra diversi livelli e fenomeni umani legati al disagio psichico, alla solitudine e all’incomunicabilità dei vissuti, il VI Premio Fausto Rossano premierà a Napoli, dal 27 al 30 ottobre, alcuni registi e attori italiani e internazionali che hanno deciso di mettersi in gioco.
Nonostante le difficoltà materiali, essi hanno scelto di privilegiare quella filosofia che interpreta l’arte cinematografica nella sua accezione più pura, come mezzo simbolico per trasmettere un significato soggettivo in forma oggettiva.
Che vinca il migliore, dunque, perché la sfida si preannuncia equilibrata e interessante. Di seguito, il trailer della manifestazione: