Nel 1999 uscì nelle sale un film di cui probabilmente nessuno avrebbe immaginato il successo. Quel film era Matrix. L’opera, diretta dagli allora fratelli Larry e Andy Wachowski (oggi rispettivamente Lana e Lilly), era destinata a diventare iconica fin da subito. Nel giro di pochi mesi era già evidente lo status di cult che circondava questo titolo, e si assistette a un consenso sempre crescente e quasi unanime. Si parlò di un “miracolo cinematografico”, un reinventare la ruota, un’opera che avrebbe cambiato per sempre il modo di concepire e girare i film. E così fu.
Già da queste premesse è facile capire che Matrix sia un film importantissimo. E lo è sotto tanti aspetti. Uno di questi è rappresentato dagli incassi, banalmente. Ma fu anche un successo di critica. Il film venne infatti applaudito per le sue innumerevoli innovazioni tecniche, a cominciare dal sapiente utilizzo del digitale, nonché per il suo plot avvincente con le numerose tematiche filosofiche al suo interno.
Tuttavia ora, a diversi decenni dalla sua uscita, ci chiediamo: cosa rappresenta oggi Matrix (in particolare il primo film)? Abbiamo avuto il tempo per metabolizzarlo a dovere e siamo di fronte ad un bivio, come Neo davanti alle due pillole offertegli da Morpheus: Matrix è solamente un fenomeno pop come tanti altri, o c’è qualcos’altro? Il suo successo è stato il frutto di fortunate coincidenze? E com’è stato possibile che un progetto così rischioso e potenzialmente fallimentare sulla carta sia riuscito ad appassionare milioni e milioni di spettatori? Per rispondere a queste domande proveremo ad analizzare alcuni fattori.
Il dilemma del relativismo
Matrix è un film talmente stratificato che provare a definirlo seguendo dei canoni cinematografici standard significherebbe in qualche modo ridimensionarlo. Di una cosa però siamo sicuri: tra le tante definizioni che appartengono a Matrix c’è sicuramente quello relativo alla distopia. Matrix è infatti un film fortemente distopico.
Perché è importante sottolineare questo? Di certo Matrix non è il primo film ad affrontare la distopia, ponendo per altro le premesse del labile confine tra la realtà e la finzione. Tuttavia in questo capolavoro si pone un forte accento sul relativismo e sulla percezione. Neo, infatti, può scegliere quale sia la realtà. O meglio, la SUA realtà. Questo elemento è fondamentale se cerchiamo di collocare il film all’interno del contesto storico in cui è uscito.
Matrix è un film del 1999. Siamo alle soglie dell’alba del nuovo millennio. Nell’inconscio di tutti è cosa ben nota che ci saranno enormi rivoluzioni tecnologiche. Anche perché proprio alla fine degli anni ’90 iniziò a spopolare internet. E, tuttavia, con questo grande entusiasmo avveniristico si presentarono anche numerose incertezze.
In un certo senso, se proprio vogliamo dare una definizione a Matrix possiamo affermare che sia il perfetto corrispettivo filmico di queste incertezze. La tecnologia aveva aperto nuovi mondi, e avrebbe continuato ad aprirne altri: da ciò nasce un sentimento di relativismo preponderante, che è presente ancora oggi.
Matrix parla proprio di questo. Di come l’essere umano, arrivato alla fine del millennio, stanco e disilluso, abbia il potere di decidere il contesto della propria esistenza. Poco importa se la realtà oggettiva sia un’altra. Da queste considerazioni è molto facile capire come abbia fatto Matrix ad avere un impatto così forte sul pubblico. Perché riuscì in un modo così preciso (anche se non semplice da cogliere, in quanto permeato da distopia, metafora, fantascienza) a intercettare le ossessioni esistenziali delle persone dell’epoca. Che poi, probabilmente, sono le stesse ossessioni che ci turbano ancora oggi.
Le influenze tematiche al servizio della modernità
Come è stato già accennato, Matrix non è stato il primo film a trattare tematiche del genere. Infatti quello che forse è il più grande pregio del film è l’aver saputo coniugare perfettamente questi temi con l’era moderna. Matrix è un film che ha saputo affrontare l’importanza storica di opere precedenti, ispirandosi proprio a questi importanti lavori in modo genuino e quasi sfrontato.
Tra le opere che sicuramente hanno avuto una forte influenza nella realizzazione di Matrix, troviamo il film Il mondo sul filo (1973) diretto da Reiner W. Fassbinder. Questo film è tratto dal romanzo Simulacron 3 di Daniel F. Galouye, uno dei primi tentativi di narrare la sottile differenza tra la realtà e la simulazione della stessa. Il film, così come il romanzo, parla di un uomo, Fred Stiller, che comincia ad avere il sospetto che la sua esistenza non sia altro che una simulazione.
Rimanendo in tema letteratura, è pressoché impossibile non citare Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio di Carroll. Da quest’opera ritroviamo il tema del rapporto tra due mondi, che nel film viene magnificamente declinato. Alice, seguendo il Bianconiglio, arriva nel Paese delle Meraviglie. Abbandona un luogo reale per un luogo fantastico. In Matrix, Neo abbandona un mondo fittizio dalle sembianze reali e raggiunge un luogo reale dalle forti connotazioni fantastiche. In questo modo noi siamo costretti a dubitare di quel che vediamo. Non riusciamo più a distinguere quale dei due mondi sia quello vero.
Proprio in virtù di questa destabilizzazione, viene rafforzato ancora di più il tema sopra citato. Il relativismo che, estremizzato in questa maniera, porta i protagonisti, nonché noi spettatori, in un labirinto esistenziale da cui è molto difficile uscire.
Matrix come fusione di generi
Come può un film come Matrix, con le sue premesse così forti e precise, dimostrarsi penetrante al punto giusto per un pubblico che, fino a quel momento, non aveva mai assistito a nulla del genere? Essendo infatti consapevoli del forte astio che tematiche di questo tipo rappresentano, le sorelle Wachowski decisero di lavorare in modo certosino su una clamorosa commistione di generi.
Il film parte come un vero e proprio noir, con tanto di pioggia torrenziale e palette di colori virante allo scuro. Successivamente, dopo la comparsa di Morpheus, subentra l’atmosfera fantascientifica, che trova pieno compimento con la rivelazione del mondo delle macchine.
Proprio in questo contesto, è impossibile non citare alcuni titoli quali Akira (1988) e Ghost in the Shell (1995), da cui vengono sapientemente rubate sia atmosfere sia vere e proprie idee visive. E non è un caso che anche questi due film siano una magistrale lezione di commistione tra generi diversi.
Rimanendo sempre in tema oriente, troviamo anche riferimenti significativi al cinema di arti marziali, un tipo di cinema praticamente venerato dalle sorelle Wachowski. Neo infatti impara il kung fu grazie a Morpheus, e in tutte le scene d’azione si riprende la stessa coreografica spettacolarità che caratterizza il cinema d’azione orientale.
Ma non si finisce qui. Infatti in Matrix è possibile trovare delle insospettabili incursioni al western, il genere forse più distante dalla fantascienza. Nelle fasi finali del film, ed in particolare nello scontro finale che vede contrapposti Neo e l’Agente Smith, gli attimi immediatamente prima che precedono lo scontro sono gestiti con lo stesso afflato epico, e con lo stesso montaggio, di un duello western. Con l’unica, sostanziale, differenza che vede al posto delle pistole i poteri mentali dei due avversari.
Matrix nella cultura di massa
Arriviamo ai giorni nostri. Che cos’è oggi Matrix? Da un punto di vista meramente iconico è senza dubbio un punto di riferimento. Basti pensare blockbusters più recenti come Inception (2010) e Doctor Strange (2016). Ma, ovviamente, c’è anche dell’altro. Come possiamo dedurre da questa breve disamina, il film è ancora perfettamente in grado di comunicare con il nostro tempo.
Noi, circondati costantemente dalle informazioni che plasmano il reale siamo alle prese con gli stessi dilemmi di chi, nel 1999, si trovò a vedere Matrix. Tutte le implicazioni filosofiche che sorreggono il film da un punto di vista tematico non sono invecchiate, anzi, si potrebbe dire che si sono in qualche modo amplificate. E tutto ciò rende Matrix un film ancora oggi attuale e dialetticamente stimolante.
E che dire invece della straordinaria commistione tra generi? Ebbene, anche in questo caso ci troviamo di fronte a un prodotto che non ha perso un briciolo del suo fascino. Al giorno d’oggi, il post-modernismo ha preso prepotentemente piede nella cinematografia di tutto il mondo, che sia mainstream o indipendente. Inoltre è proprio questo suo essere così fortemente svincolato da dinamiche narrative classiche che rende il film in qualche modo adattabile al tempo che passa.
In definitiva, è evidente che Matrix abbia brillantemente superato la prova del tempo. E molto probabilmente anche tra qualche decennio sarà ancora attuale. Dunque, con la sincera speranza che ciò che viene rappresentato nel film non sia il nostro reale futuro, non ci resta che riguardare Matrix con la consapevolezza acquisita negli anni che ci separano dalla sua uscita, e farci trovare ancora una volta pronti per scoprire quanto sia profonda e oscura la tana del Bianconiglio.