Sono passati più di dieci anni, il mondo dello spettacolo è cambiato e un algoritmo detta legge sui contenuti da realizzare. Nonostante questo, la troupe più sgangherata di Cinecittà è ancora pronta a far danni. Boris è tornato. Sì, esattamente. La serie firmata dai geniali Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo è approdata lo scorso 26 ottobre su Disney+ con un’inedita quarta stagione.
I protagonisti storici dello show ci sono tutti, ma soprattutto c’è lui, il René Ferretti di Francesco Pannofino, ancora in bilico tra la voglia di creare un prodotto di qualità e la necessità di compiacere pubblico e produttori. Allora ecco un piccolo approfondimento che vi farà tornare di sicuro la voglia di immergervi nel magico mondo del pesciolino Boris.
Boris 4: i tempi cambiano, il sarcasmo resta
Come già accennato, dall’ultima volta in cui abbiamo visto la nostra amata troupe in azione è passata più di una decade e nel frattempo lo show business è totalmente cambiato. Non ci sono più le regole della Rete da rispettare, ma una serie di disposizioni atte a compiacere la famigerata Piattaforma. Boris 4 dimostra quindi di essere stato in grado di mettersi al passo coi tempi e di non essere rimasto legato a soluzioni che, seppur esilaranti, non sono più applicabili ai tempi correnti in cui i servizi on demand hanno scavalcato le emittenti televisive generaliste. Addio Rete con le sua fiction, benvenuta Piattaforma con i suoi teen-drama e i personaggi a norma, quindi. E benvenuto anche a quell’universo fatto di social network e follower che oggi influenza prepotentemente il modo di fare intrattenimento e si suoi protagonisti.
Ma se i tempi cambiano, ciò che resta invariato è il sarcasmo, quell’elemento imprescindibile che ha da sempre contraddistinto la serie. Ricordate quando nelle prime tre stagioni di Boris si scherzava su argomenti altamente politically incorrect come favori sessuali, raccomandazioni o prese in giro nei confronti della disabilità? Ecco, neanche in queste nuove puntate la serie ha avuto paura di osare scatenando la sua ironia feroce nei confronti del nuovo diktat dell’inclusività. Il rispetto sul lavoro, l’accettazione delle minoranze etniche, il movimento Me Too, l’empowerment femminile, l’apertura nei confronti della comunità LGBQT+. Boris prende tutte queste tematiche e le tratta in modo dissacrante, facendosi beffe tanto di chi è fondamentalista in materia quanto di chi è troppo chiuso per comprendere l’importanza di tali questioni.
I personaggi ieri e oggi
Essendo trascorsi tanti anni, è ovvio che anche i personaggi si siano trasformati. Alcuni per fortuna non hanno perso la loro irresistibile genuinità come Biascica, o le loro care vecchie abitudini come Duccio, altri invece hanno mutato drasticamente il loro carattere come Corinna. La “cagna maledetta” de Gli Occhi del Cuore non è più la ragazza un po’ frivola e sciocca che eravamo abituati a vedere. Da quando è diventata produttrice è molto più pratica e furba e sfoggia una grinta che non avevamo mai pensato potesse possedere. E poi, udite udite, anche anche le sue doti di attrice sono migliorate.
Chi non è cambiato molto è invece colui che nel frattempo è diventato il marito di Corinna, ovvero Stanis. L’attore dimostra di vivere ancora in un mondo in cui lui crede di essere una grande star piena di talento, ma dobbiamo ammettere che è giusto che sia così perché non potremmo mai fare a meno dei suoi progetti stravaganti e del suo stile che punta sempre a essere “poco italiano”. Molto più concreto è invece Alessandro. Da schiavo sottopagato sul set a pezzo grosso della Piattaforma, il nostro amato Seppia ha fatto la sua bella carriera. Peccato però che sul set non sia stata persa l’abitudine di bistrattarlo.
Nella serie fa il suo gradito ritorno anche il personaggio di Mariano, interpretato da Corrado Guzzanti. Rispetto al passato Mariano è forse peggiorato nella sua stramberia, dimostrando di essere ancora quell’artista eccentrico e imprevedibile che abbiamo adorato nelle precedenti stagioni. La sua presenza è limitata a poche scene, che riescono però a dare come sempre un grande valore aggiunto allo show.
Camei importanti e omaggi emozionanti
Grazie al suo ritmo veloce e frizzante, nelle otto puntate di Boris 4 si susseguono moltissimi avvenimenti e non manca lo spazio per dei camei di tutto rispetto e degli omaggi molto toccanti.
Sui camei non vogliamo dirvi molto, perché alcuni sono davvero delle idee geniali che non vi toglieremo il gusto di scoprire. Vogliamo solo segnalarvi l’apparizione nel primo episodio di Walter Veltroni, che per una volta vediamo in un contesto totalmente diverso da quello a cui siamo abituati.
Imperdibili sono anche gli omaggi a chi nel frattempo è scomparso. La troupe di Boris non poteva di certo dimenticarsi di Itala, interpretata dall’attrice Roberta Fiorentini, morta tre anni fa. E allora ecco tutti riuniti al suo funerale, in una scena in cui la commozione cede il passo al ricordo divertente del personaggio.
Il secondo omaggio è per Mattia Torre, lo sceneggiatore della serie scomparso anche lui nel 2019. La sua presenza aleggia letteralmente in tutta la stagione con una brillante trovata che da sola potrebbe valere tutta la serie.
In conclusione, Boris 4 non ci fa affatto rimpiangere le prime tre stagioni, anzi, è probabilmente meglio riuscita del ciclo di episodi numero 3. Spesso i revival sono un disastro fatto di amarcord patetici e personaggi invecchiati male dal punto di vista della caratterizzazione. Per Boris non è stato così. Lo show stato in grado di rinnovarsi attraverso 8 puntate leggere, divertenti e brillanti in cui le dinamiche e i tormentoni del passato si sono amalgamati perfettamente con nuove dinamiche e tormentoni ben più adatti ai tempi correnti. Perché se la qualità c’ha rotto, Boris, al contrario, non c’ha rotto per niente.