Di Lynch e del suo Cuore Selvaggio

Gianluca Colella

Marzo 11, 2025

Resta Aggiornato

Ciao, David. Ciao, creativo artista di Twin Peaks, Blue Velvet e Cuore Selvaggio.

Poco tempo fa, il maestro americano ci ha lasciati, aprendo un vuoto nel mondo del cinema e dell’arte in generale che sarà difficile colmare. Durante la sua vita, il Premio Oscar alla carriera del 2020 ci ha abituati a contattare i sogni, a esibirli e a rifiutarsi di comprenderli.

La sua carriera poliedrica come pittore, musicista, scrittore e regista lo ha consacrato come uno dei più influenti cineasti del Ventesimo secolo, capace di raccontare l’amore, l’orrore, la violenza e l’inconscio stesso nella loro forma più imprevedibile, affascinante e pura.

In omaggio al regista americano e alla sua straordinaria produzione, andremo oltre la superficie stravagante di Cuore Selvaggio (1990) per esplorare i simbolismi nascosti, il ruolo delle citazioni de Il Mago di Oz e il modo in cui Lynch utilizza il viaggio on the road per parlare di amore, identità e follia. Analizzeremo come Cuore Selvaggio rispecchi le contraddizioni della società contemporanea, mescolando romanticismo disperato e violenza grottesca.

Il film è tratto dal romanzo omonimo di Barry Gifford, e ha vinto la Palma d’oro come miglior film al 43º Festival di Cannes.

Cuore selvaggio – Il desiderio in Sailor e Lula

Cuore Selvaggio
Lula e Sailor in una scena di Cuore Selvaggio


«È un mondo cattivo, senza pietà, che racchiude dentro di sè un cuore selvaggio»

(Lula Pace Fortune)

Il road movie Cuore Selvaggio (Wild at Heart) è una storia atipica nella produzione di Lynch, incarnando una trama pulp all’interno di una struttura romantica che omaggia le opere di Shakespeare e Il Mago di Oz.

Protagonisti di questa fuga dal mondo sono Sailor Ripley (Nicolas Cage) e Lula Pace Fortune (Laura Dern), appassionati amanti legati da un sentimento bruciante e da un passato traumatico, di natura edipica per quel che riguarda i rispettivi vincoli parentali.

La loro storia inizia con un atto di violenza: Sailor uccide un uomo in legittima difesa, un crimine che lo porterà dietro le sbarre e che provocherà l’odio di Marietta Fortune, madre di Lula, figura arcaica iper-controllante e manipolatrice, un’eco della Strega dell’Ovest de Il Mago di Oz, ossessionata dall’idea di separare la figlia dall’uomo che considera una minaccia. Quando Sailor viene rilasciato sulla parola, Lula lo attende e insieme decidono di scappare verso la California, violando apertamente i termini della libertà vigilata.

La fuga degli amanti diventa un viaggio in un’America desolata, cruda e alienante, fatta da strade senza fine, motel decadenti e deserti onirici, dove la realtà si mescola continuamente con il sogno. Attraverso l’estetica del road movie, Lynch esplora il desiderio di libertà e di fuga dai vincoli sociali che anima Sailor e Lula, trasformandoli nei protagonisti di un viaggio dantesco e psicologico che scava nelle loro paure e nei loro traumi più profondi.

L’ombra di Marietta incombe su di loro: la donna mobilita tutti i suoi contatti nel mondo criminale per separare i due amanti, assumendo un detective privato e manipolando Marcelles Santos, un gangster subdolo, perché li insegua. La fuga di Sailor e Lula diventa così un viaggio di fuga non solo dai nemici, ma anche dal loro passato: Lula cerca di allontanarsi dal trauma dell’abuso sessuale subito da bambina, mentre Sailor tenta di sfuggire a un destino che sembra condurlo inevitabilmente verso la violenza e la distruzione.

Il viaggio: i tentativi di fuggire, il bisogno di legarsi

Cuore Selvaggio
Cuore SelvaggioLula e Sailor durante il loro viaggio

Lungo la strada, il loro amore viene messo alla prova dalla visione terrificante di un incidente stradale: una ragazza gravemente ferita muore tra le braccia di Lula, un momento che Lynch trasforma in un presagio funesto che scuote la fiducia della coppia nel loro sogno di libertà. L’evento segna l’inizio della discesa nell’incubo: giunti in una cittadina del Texas, ormai a corto di soldi e con Lula incinta, Sailor cede alla tentazione di Bobby Peru (Willem Dafoe), che convince Sailor a partecipare a una rapina, ma il colpo finisce in tragedia: Peru viene ucciso e Sailor torna in prigione, lasciando Lula sola e disperata. Lynch utilizza questo episodio per esplorare il tema dell’autodistruzione, mostrando come il tentativo di Sailor di sfuggire al proprio passato lo conduca inevitabilmente verso la rovina.

La figura di Bobby Peru incarna la pulsione di morte (Thanatos) di freudiana memoria. La sua natura distruttiva, il comportamento perverso e la tentazione che esercita su Sailor rivelano il fascino per la distruzione e l’autodistruzione, pulsione che Freud associa al ritorno allo stato inanimato. La sua influenza su Sailor equivale ad un confronto interno tra Eros (la pulsione di vita e amore verso Lula) e Thanatos (l’impulso autodistruttivo).

Dopo la sua seconda scarcerazione, Sailor ritrova Lula e il loro figlio, Pace (nome che allude al desiderio di una vita serena, libera dalle ombre del passato). Incapace di affrontare le sue paure e insicurezze, Sailor decide di lasciare Lula e si allontana, solo per essere aggredito da una gang locale. In un momento di apparente resa, gli appare la Fata Buona, una citazione de Il Mago di Oz che rappresenta la possibilità di redenzione e riconciliazione. Grazie a questa visione, Sailor trova il coraggio di tornare da Lula, dichiarandole il suo amore con un discorso appassionato sul tetto di un’auto, in una scena finale che unisce ironia e romanticismo in puro stile lynchiano.

Cuore Selvaggio fugge a ogni etichetta cinematografica, mescolando il genere del melodramma, lo stile del surrealismo e la violenza grottesca tipica di un pulp per raccontare una storia d’amore disperata e violenta. Lynch utilizza un’estetica barocca e visionaria per esplorare i confini tra realtà e fantasia, trasportando lo spettatore in un mondo in cui il sogno americano si trasforma in un incubo pop. Lynch esplora l’eterno conflitto tra desiderio di libertà e paura dell’ignoto, raccontando l’amore come atto di ribellione contro le convenzioni sociali e familiari. Il regista costruisce un universo in cui l’amore diventa un atto di resistenza e il viaggio on the road si trasforma in un percorso di scoperta di sé.

Cuore Selvaggio sfida lo spettatore a confrontarsi con l’oscurità dell’animo umano e con le contraddizioni del sogno americano. Un’opera che, attraverso l’amore folle e disperato di Sailor e Lula, attraverso il simbolismo super-egoico della Fata Buona e quello mortifero di Bobby, anticipa alcuni pilastri della narrazione del maestro, dall’affondo nell’inconscio all’ironia nei confronti del reale.

In un mondo sempre più schematico e ordinato, quella di Lynch resta una proposta necessaria e di avanguardia: forse, come Lula e Sailor, anche noi abbiamo bisogno di assecondare quel desiderio selvaggio e fuggire dalle definizioni e dalle ipocrisie che comportano.

Leggi anche: LYNCH: il punk visionario

Autore

  • Gianluca Colella

    Nato a Napoli nel gennaio 1995, supero a pieni voti la fase secchione e in adolescenza scopro la filosofia, la cultura, il cinema e la psicologia. Mentre mi laureo in psicologia alla Federico II scopro ArteSettima, la disoccupazione, i virus cinesi e le malattie mentali in età evolutiva. Attualmente scrivo approfondimenti antieroici su serie tv e film più o meno noti direttamente dalla Calabria, dove mi trovo per un dottorato di ricerca. Sperando che il precariato, un giorno, sia solo un ricordo.

Share This