Christopher Nolan – Il regista che trascende i generi

Andrea Vailati

Febbraio 21, 2016

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Christopher Nolan – Il regista che trascende i generi

A mio avviso è regista colui che è capace di trascendere i generi, imponendo se stesso, la propria arte, poesia, filosofia nei vari temi che sceglie di affrontare, sempre evolvendosi e sempre cercando nuove risposte e ponendo nuove domande

Christopher Nolan è un meraviglioso esempio di tutto ciò. Un regista innovativo nei temi, un artista della fotografia, la sua prima vocazione, un romantico, di quel romanticismo un po’ tragico, ma speranzoso. Quando penso a quale genere si rifacciano i suoi film, mi rendo conto che l’unica risposta è “genere Nolan”.

Gli inizi e il tema del tempo

Nolan
Memento

Egli esordisce al grande pubblico con Following, noir a basso costo in bianco e nero, tuttavia il suo primo film degno di nota è Memento, in cui subentra uno dei grandi nuclei tematici di Nolan, uno di quelli più impliciti e affascinanti: il tempo.

La regia e la trama di Memento mostrano infatti la necessità dell’uomo di affermarsi in un tempo lineare, di averne coscienza, di poter ricordare e riconoscere ciò che il tempo dimostra nel suo susseguirsi.

Lo spaesamento dettato dal non aver memoria del protagonista si riflette nella regia, sempre cupa, non del tutto comprensibile, e nel montaggio, che sviluppa un complicato intreccio tra ciò che è avvenuto e ciò che avverrà senza realmente permettere a noi spettatori di comprenderne la cronologia reale. Questo consente al regista di poter svelare alcuni avvenimenti finali già all’inizio dello sceneggiato, senza però indebolire la potenza di un thriller davvero sui generis.

Il tempo quindi viene presentato dal punto di vista interno di un protagonista che non ha memoria, lo vediamo costruirsi e formarsi in sequenze dissociate a cui solo successivamente potremo dare una storia. Nolan qui ci regala un profondo psicologismo umano. Il tempo non è invariante, come ci insegna Einstein nella fisica moderna, ma è un’unità di un sistema di riferimento che però non è assoluto.

Il tempo è profondamente relativo, antropomorfo e per questo nulla di certo si sa sul suo conto. Questo film lo spiega chiaramente mostrandoci la prospettiva caotica di un uomo che per scoprire se stesso deve ricordare e riformare il proprio tempo.

La trilogia oscura

Nolan
Batman, il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan

Ma questo fu solo l’inizio per Nolan. Successivamente sarà l’artefice del suo primo capolavoro, ovvero la trilogia di Batman.

Dopo un primo Batman Begins davvero unico nella storia degli adattamenti cinematografici del fumetto, perché racconta la trasformazioni di Bruce Wayne nel suo alter ego e perché porta sullo schermo nemici inediti, il reale culmine della trilogia lo si avverte nel secondo film, The Dark Knight (Il Cavaliere Oscuro).

Qui il regista segna un punto indelebile nella storia dei film sui supereroi, donandoci un colossal che traccia le psicosi umane, che indaga l’oscurità di un vero e proprio eroe machiavellico quale è Batman. Rompe il vetro morale andando al di là del bene e del male, analizzando il senso insensato del caos, della limitatezza umana nel suo illudersi di aver costruito una società realmente funzionante.

E ci regala anche un Joker che permette a Heath Ledger forse persino di oscurare un grandissimo come Jack Nicholson, attraverso una delle migliori performance del nuovo millennio. Tutto ciò senza dimenticarsi della potenza dell’emotività, con personaggi come Alfred, alias Michael Caine, e dell’amata Rachel.

Infine con il terzo e ultimo film, The Dark Knight Rises (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno), Nolan ci mostra un’affascinante prospettiva sulla “guerra civile”, ma soprattutto sul concetto di terrore, che altro non è che dominare attraverso il timore, avere paura per superare la paura stessa, così che questa, nel caso del protagonista, ci riveli tutta la nostra potenzialità, lasciandoci un finale romantico, speranzoso, con il Bene sempre trionfante.

Imporsi nella storia del cinema

Nolan
“The Prestige” di Christopher Nolan

Affascinante sarà anche il tema dell’illusione trattato in The Prestige: lo stupore rispetto all’impossibile, la tensione, la rivalità, il desiderio di andare oltre ciò che si può afferrare, il passare una vita ingannando tutti, compresi se stessi, sono tutti tasselli di un’opera accattivante e sospesa, come d’altronde accade al genere umano, tra il vero e il falso, il certo e il relativo perché anche la realtà è, in un certo senso, un’immensa illusione.

Nolan
“Inception” di Christopher Nolan

Inception è a mio parere il grande capolavoro di Nolan. È un film terribilmente incantevole, adrenalinico, complesso al punto giusto e capace di evolversi assecondando tempistiche dinamiche, trattando uno dei temi più intriganti che l’essere umano possa contemplare, ovvero i sogni.

Attraverso Di Caprio, che porta a termine l’ennesima prova di talento accompagnato da una squadra di interpreti eccellenti, il regista ci racconta una storia davvero originale, mai realmente pensata prima nel cinema hollywoodiano, ampliando e sfruttando al meglio quei pochi studi “certi” sul mondo onirico.

Egli evidenzia lati reconditi della natura umana, della sua paura per la realtà, del non reputarla sufficiente, del rischiare di perdere le barriere che dividono sogno e reale, perdendosi in un mondo che ne è un ibrido, ma ricordandoci sempre la forza incontrastante della volontà, della voglia di vivere, dell’amore.

È proprio l’amore il tema che più mi ha affascinato della sua ultima chicca, Interstellar. Anche qui Nolan è capace di stupire, trattando un genere assai divergente, ma mantenendo sempre la sua “arte registica”. Interstellar è un film di fantascienza, ma tendenzialmente propone aspetti di carattere antropologico e sociologico, tanto che alla fine risulta essere alquanto simbolico.

Personaggi come il professore, il dott. Mann, ci mostrano maschere dell’uomo, nel momento in cui predilige il cinismo o lascia vincere la paura, perdendo la sua volontà, perdendo l’amore per la specie, perdendo, come direbbe Husserl, il senso della ricerca umana.

Il protagonista, invece, interpretato dal riscoperto McConaughey, forse un po’ lineare e statico nello sviluppo del suo personaggio, ci affida una meravigliosa idea di amore verso la figlia, come unico concetto dall’uomo conosciuto che trascende tempo e spazio, divenendo strumento di contatto con la pentadimensionalità e arma di vittoria contro la decadenza umana.

Nolan, insomma, si è rivelato uno dei più grandi registi del nostro millennio, e fremo all’idea di potermi emozionare nuovamente guardando uno dei suoi prossimi film. Nolan forse non è l’eroe che il nostro mondo merita, ma quello di cui ha infinitamente bisogno.

Leggi anche: Nolan e l’Amore per la Verità – Memento, The Prestige, Il Cavaliere Oscuro

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