L’Attacco dei Giganti – La poetica della libertà

Marta Cervellino

Marzo 22, 2018

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Attacco dei Giganti
Attacco a Shiganshina

Shingeki no kyojin, più conosciuto come L’Attacco dei Giganti, è un manga di genere dark fantasy targato shōnen ideato da Hajme Isayama, il quale ha ispirato anche l’omonima serie televisiva, o anime in linguaggio tecnico.

In un mondo post apocalittico, l’umanità è minacciata dalla presenza dei giganti ed è costretta a ripararsi dietro a delle mura difensive. Nell’anno 845, la vita di tre ragazzi nel distretto di Shigashina viene completamente stravolta dalla comparsa del gigante Colossale che, con un calcio portentoso, fa breccia nel Wall Maria per poi sparire nel nulla. I giganti, richiamati dal Colossale, entrano e iniziano a banchettare con gli abitanti del distretto, inclusa la madre del nostro protagonista: Eren Jaeger.

Insieme ai suoi amici, Mikasa e Armin, Eren riesce a mettersi in salvo ed entrare nel corpo della legione esplorativa, giurando di vendicare sua madre.

Ma perché l’attacco dei giganti piace così tanto al punto di ricevere ben tre nomination (una per il “Premio Manga Taishō” e due alla sedicesima e diciottesima edizione del “Premio Culturale Osamu Tezuka”) ed un premio nella categoria miglior manga per ragazzi (“Premio Kodansha”)?.

In primo luogo, l’attacco dei giganti è un’opera umana che mette al centro la paura, la debolezza e la fragilità dell’animo e, al contempo, le contrappone ai sentimenti di speranza, coraggio e libertà. Ognuno dei personaggi che incontreremo ha una sua storia, un suo passato e le sue perdite; tutti hanno un motivo per combattere i giganti, ma c’è chi è pronto ad affrontarli e chi, invece, dice di esserlo.

Quanti di noi in fin dei conti dicono di essere pronti a fare qualcosa che, in realtà, non sono in grado di affrontare una volta trovaticisi davanti?

È sul campo di battaglia che si mostra la vera umanità dei personaggi.

Isayama ha dimostrato la sua bravura nel non banalizzare il concetto del combattimento. Ogni autore è bravo a creare personaggi che davanti al pericolo sono senza macchia e senza paura, pronti a vincere e a buttarsi nella mischia senza aver paura di morire. Isayama, invece, ha plasmato personaggi umani, che tremano davanti a un gigante perché sanno che possono finire divorati nelle sue fauci se, per caso, si distraessero. Non tutti hanno la stoffa per essere dei guerrieri, ma purtroppo molti sono costretti a scendere in campo. Lì solo una cosa resta da fare quando vedi un gigante correrti incontro: combattere o morire.

Attacco dei Giganti
Gigante Dinah

In secondo luogo, è pieno di mistero. Chi sono i giganti? Da dove vengono? Perché muoiono solo se colpiti in un punto specifico?.

Questi sono solo i primi di una serie di interrogativi che la storia fa nascere nel lettore, ma andando avanti si scopre che la favola è più intrecciata di quanto non sembri e troppi nodi devono ancora venire al pettine.

La bravura di Isayama è stata nel fatto di creare una storia talmente complessa e ben articolata che il lettore può provare anche divertimento, ideando teorie su teorie per cui un dato particolare è stato messo lì con uno scopo specifico.

Il mistero non aleggia soltanto intorno alla natura dei giganti, ma anche su molti personaggi. Di questi il passato è incerto, nebuloso, molti hanno dei flashback che fanno intuire che la storia non si limita solo a uccidere i giganti, ma che la questione è più grave di quanto non sembri. A quanto pare i giganti non sono gli unici nemici della legione esplorativa…

L’Attacco dei Giganti è una storia ribelle che ci grida di non sottostare a chi vuole imporsi su di noi, nessuno deve permettersi di privarci della nostra libertà, di qualsiasi genere essa sia.

Non bisogna mollare, non si deve cedere alla paura, devi trovare il coraggio di alzarti sopra gli altri e di combattere con ogni mezzo necessario, anche se quello che andiamo ad affrontare fa paura quasi quanto un gigante mangia uomini.

Svelando il mistero dietro i giganti, infatti, i nostri protagonisti possono trovare la speranza per vivere fuori dalle mura: è per questo che molti combattono e muoiono pur essendo consapevoli di essere stati una parte essenziale per il bene comune. È per la libertà che l’uomo muore.

La grinta, la rabbia, la disperazione, la speranza: sono questi i sentimenti che si celano dietro ogni colpo di spada, e ogni gigante morto è un gradino in più verso la conquista della libertà.

In un mondo del genere non puoi neanche prenderti il lusso di essere solo.

Attacco dei Giganti
Attacco dei Giganti

Chi ti guarda le spalle se non sei nel cuore di qualcuno?

È il lavoro di squadra quello che conta, quello che ti fa desiderare di vincere e di farcela. È la prospettiva di “vedere l’oceano” con qualcuno che non ti fa mollare.

Non c’è libertà senza la più ampia consapevolezza di noi, del nostro mondo e dei suoi conflitti.

Quello che Isayama vuole insegnare è che qualunque sia la minaccia, qualunque sia la difficoltà, tu la devi la guardare negli occhi e tagliarle il suo punto forte, esattamente come si fa con i giganti.

Chiunque proverà ad andarti contro, chiunque proverà a sottometterti lo deve sapere che tu combatterai, e che vincerai.

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