L’incertezza domina le notti insonni.
Lo scadere di un giorno, di una breve storia, ci porta nel limbo dell’attesa notturna: non ancora pronti a dormire, ancora con energia da dissipare in qualche modo.
Ci vorrebbe un film conclusivo, un’ultima visione che metta la firma alla fine di un altro giorno.
Ma spesso passiamo più tempo a cercarlo quel film che a vederlo, irrigidendo ancora di più quella condizione di incompletezza, addormentandoci con un misto di emozioni e pensieri irrisolti e insoddisfatti.
Ma, in verità, il film giusto può concederci l’onore dell’emozione giusta prima di dormire, contrastando insoddisfazioni o ravvivando la dolcezza mancata in quello specifico giorno.
Eccoci qui con un esperimento che parte proprio da questa prospettiva: ogni giornata, per continuità o contrasto, cerca una conclusione che porti in sé determinate caratteristiche. Cerca, insomma, il film giusto.
Eccoci con 6 proposte.
1. Stress che necessita dolcezza
Che si tratti di lavoro, studio, faccende varie ed eventuali: parliamo della classica giornata intasata dall’over-thinking, di quel genere che si sottomette al non potersi mai fermare, ma allo stesso tempo al non poter risolvere tutte le questioni poste in ballo. Così, arriva la sera, o meglio la notte, e ci sentiamo un po’ aridi, sentiamo mancante in noi un tempo dedicato all’emotivo.
Addormentarsi in questo stato è complesso, il cervello non si ferma, ha bisogno di produrre. Come risolverla? Scaricando la fretta mentale in favore della produzione di dolcezza, fatta di meraviglia e serotonina.
Il consiglio in questo caso è:
– Un’Ottima Annata
Un broker, destinato a bruciare le emozioni in favore di un cinismo necessario, eredita il vigneto dello zio che fu l’unica persona che lui abbia mai amato. La dolcezza della riscoperta malinconica, destinata a mostra un modo di vivere dilatato, poetico e romantico, tra Marion Cotillard e Vin du Garage.
Una narrazione che fa del flashback uno strumento splendido, che ritrae e riscopre il senso del passato.
[Se vuoi saperne di questo film leggi qui:Il Merito di una Sceneggiatura: 4 commedie meravigliosamente riuscite – Pt. 2, Un’ottima annata.]
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2. Troppo Pragmatismo, poca poesia
Vittime della globalizzazione, della tendenza occidentale sempre più rivolta verso la pragmatizzazione assoluta, che controlla e giustifica, giudica e razionalizza. Tutto troppo inquadrato in schemi, c’è bisogno di riscoprire la sospensione poetica, che manca di dominii del tempo e della narrazione: è pura contemplazione dell’esistenza, alta, dimenticante della fretta.
Il consiglio in questo caso è:
– In the Mood for Love
Il maestro Wong Kar-Wai spia un amore nella sua timidezza più fragile. In una Honk Kong sospesa tra corridoi stretti e luci soffuse, un uomo ed una donna, rispettivamente sposati, scoprono che i rispetti coniugi hanno una storia. Così, senza mai davvero dirselo, un po’ per obbligo, un po’ per solitudine, decidono di amarsi.
Esistono i romanzi e le poesie. Ma qual è la differenza?
Esistono i film che si compiono in una storia ed i film che rimangono sospesi.
In the mood for love, come un vecchio aedo con la sua arpa, ci canta in versi il mondo creato da due stati d’animo che si intersecano senza mai toccarsi.
[Se vuoi saperne di questo film leggi qui: In the mood for love e la Poetica del Forse]
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3. Giornata piatta: stimoli mentali cercasi
La nullafacenza ha varie tonalità: c’è quella che cerchiamo dopo un periodo troppo stancante e poi c’è quella che capita perché, per circostanze varie, vaghiamo nell’inconcludenza. In ogni caso, quale che sia la ragione, la nostra mente ce lo fa pesare: ci sentiamo di dovere qualcosa alla nostra mente, altrimenti rimarrà un’energia non canalizzata, ed il sonno si farà irrequieto. Così, è proprio un film complesso e stimolante quello che cerchiamo.
Il consiglio in questo caso è:
– Mr. Nobody
Finchè non avviene una scelta, ogni scelta è possibile. Ciò che definisce la realtà tra le varie possibilità che ci si propongono, é la strada che infine si segue, ma in potenza, ognuna ha una sua storia.
Nemo Nobody, l’ultimo mortale sulla Terra, racconta la sua storia, senza però rinunciare a ciò che non è potuto essere perché qualcos’altro fosse. Nel racconto della sua vita, surreale ed in ogni istante prossimo a cadere nell’impossibilità, ogni storia, ogni variante è accaduta: ogni amore è stato amato, ogni tragedia è stata vissuta. Così, nel paradosso, si annida una poetica degna della Meccanica Quantistica, tanto emotiva quanto riflessiva.
[Se vuoi saperne di questo film leggi qui: Mr.Nobody – La Sottile Linea sospesa tra Scelta e Destino][nextpage title=”Next Page”]
4. Alla ricerca di Fascino nell’Inquietudine
Esiste chi, non ben riuscendo a delineare una tipologia di giornata, forse perché non ne ha bisogno, forse perché si è compiuta in autonomia, nella notte cerca, affascinato, l’inquietudine. Ma di inquietudini ce ne sono di vari tipi, perché i demoni possono anche non aver forma.
Il consiglio in questo caso è:
– Mulholland Drive
Se c’è un’inquietudine che trascende la paura dei fantasmi e dei mostri, è l’inquietudine che affonda nei canali della mente, che la mente non controlla. Risveglia il perverso, il mistico che preesiste e sopravvive al nostro io razionale, sussurrandoci senza che davvero ne si abbia coscienza, insinuandosi nel brivido incontrollabile, che ci scuote ma ogni volta cerchiamo di nuovo. Mulholland Drive di David Lynch è l’emblema della creazione nella ricerca dell’indefinito psicologico.
[Se vuoi saperne di questo film leggi qui: Il Significato di Mulholland Drive -Tra Realtà e Finzione][nextpage title=”Next Page”]
5. Mandiamo il cervello in Stand-by
In questo caso, molto simile al primo, non c’è aridità che necessità dolcezza in noi, ma semplicemente stanchezza. Quella stanchezza però che si affaccia a mille nevrosi, che ha bisogno di sorridere, che sia per simpatia o tenerezza. Nulla però che abbia bisogno di essere seguito con chissà quale attenzione, giusto il funzionamento standard di un cervello in Stand-by, che si ristabilizza nella poetica nel “film che si lascia guardare con piacere”.
Il consiglio in questo caso è:
– Come ti spaccio la Famiglia
Commedia davvero davvero divertente, dinamica e profondamente semplice. Un cast ben connesso ci racconta di un uomo, eterno Peter Pan versione spacciatore, che deve trasportare un carico di droga dal Messico all’America per ripagare debiti.
Qual è il modo per non essere fermato alla dogana? Crearsi una finta famiglia esageratamente felice e ingenua, che in verità si costituisce di personalità assolutamente fuori di testa.
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6. Vale sempre la pena crederci
Ultima tipologia, ma assolutamente necessaria. Spesso la vita delude le aspettative, o forse noi creiamo presupposti per deluderci, o forse semplicemente non abbia legna a sufficienza per far ardere l’auto-convinzione alla speranza, al proseguire nella nostra lotta. Qui, il cinema ci ricorda la sua funzione empatia e catartica, dandoci la giusta prospettiva, permettendoci ancora una volta di non farcela sfuggire.
Il consiglio in questo caso è:
– Il Lato Positivo
Per una volta, quanto mai rara, la traduzione del titolo dall’inglese all’italiano ha saputo mantenere, se non addirittura evidenziare ancor di più il sotteso messaggio di questo splendido film. Un uomo che ha conosciuto il trauma psico-emotivo, che ha conosciuto l’impossibilità di accettare qualcosa che non riterrà mai giusto, esce dall’ospedale psichiatrico, smarrito, in un mondo che non ama e che non lo ama.
Con una sottile ironia, che sa mostrarci una assolutamente sincera forma di inettitudine, senza pennellate drammatizzanti, Il Lato Positivo ci mostra cosa significhi ritrovare se stessi, nel ballo, nell’amore e nell’accettazione.