Il Lato Positivo – Commedie da recuperare

Andrea Vailati

Settembre 23, 2017

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Il Lato Positivo

Il Merito di una Sceneggiatura

Il cinema è un’arte potenziale, un’arte che si sviluppa nel tempo e nei luoghi, un’arte fatta di intrecci. Tanti membri partecipano alla stesura di un’opera filmica, membri umani e membri concettuali. Il cinema è un’arte di infinite possibilità, un’arte che ingloba e si determina in tante forme. Ma cosa porta un film a fiorire, quale concime rende i suoi fiori meravigliosi?


Ogni film ha i suoi motori primari e secondari, esistono film dove ogni parte, quella estetica, musicale, narrativa sono equamente rilevanti ed esistono film che premiano un elemento su tutti. Ecco una rubrica che proverà ad analizzare vari film la cui sceneggiatura, meravigliosamente sviluppata, ha determinato un risultato davvero rimarcabile.


Eccoci con uno studio su Il Merito di una Sceneggiatura, il cui oggetto concettuale, i cui tempi narrativi, la cui caratterizzazione dei personaggi, talvolta, possono, silenziosamente, connettersi tra loro verso una perla la cui rarità non può che tramutarsi in un sorriso consapevole di uno spettatore incantato, nella dolcezza, nella tristezza o nella paura.

Questo articolo proverà ad addentrarsi nei meandri del variegato mondo delle commedie.

Oggi spesso sminuite a cinema da famiglia, a cinema di passaggio, dove non c’è nulla su cui soffermarsi, le commedie hanno in realtà una tradizione davvero importante. Certo, dalla Commedia dell’arte Italiana a oggi ne è passato di tempo, dal cinema di Sordi e Vittorio De Sica ad American Pie c’è una muraglia cinese in quanto a decrescita cinematografica, ma esistono ancora grandi commedie, la cui sceneggiatura ha saputo narrare emozioni, risate e riflessioni morali, di quelle sempre verdi, ma non per questo dimenticabili.

Proviamo ad analizzare Il Merito di una Sceneggiatura in quattro commedie, divise in quattro parti per quattro articoli.

Pt. 1: Il Lato Positivo – Rincorrendo un frammento, inconsciamente, possiamo finire sulla strada giusta.

Il Lato Positivo
Il Lato Positivo

La nevrosi umana spesso trasporta una tragicomicità nel cinema.

Un uomo con un trauma, un disturbo latente venuto a galla, un doversi rimettersi in marcia nel mondo reale, la difficoltà di tornare in vita. Il Lato Positivo ci racconta la corsa di un essere umano verso la riscoperta di sé stesso, non seguendo una strada predisposta né i giusti insegnamenti, semplicemente urlando tutta la rabbia e inseguendo tutta la follia.

La sceneggiatura di questo film eccelle su vari punti, in primis nello sviluppo di pochi, ma intensi scenari relazionali. Quello con una famiglia impaurita, ma vogliosa, a modo suo, di proteggere un figlio “fratturato”, con un padre emotivamente problematico e una madre fin troppo docile.

Quello con una ragazza (Jennifer Lawrence) anch’ella reduce da una forte destabilizzazione che, con fare cinico, umorale e tutt’altro che interpretabile, prova ad urlare dolcezza e bisogno di essere compresa, in una così tesa sincerità da poter agire solo sulla quella zona inconscia delle nostre emozioni, dove, a un certo punto, capiamo di averle provate già da molto tempo. Infine, quello con una moglie che non può più esistere, un frammento che viene rincorso senza consapevolezza della realtà dei fatti.

Così nulla ci viene esposto, tutto agisce sottoterra, come forse avviene nel mondo reale. I sentimenti non vengono mostrati come semplici e ovvi, ma maturano e continuano a maturare finché un giorno ci travolgono con una nuova consapevolezza su noi stessi.

Personaggi buffi e tragici, una combinazione stranamente umana e credibile, con piccole chicche narrative che permettono all’obiettivo sceneggiaturale di riuscire a pieno. Un’ossessione per le scommesse che, in uno strano intreccio di superstizione ed emozione, culminerà nel successo di una famiglia frammentata, una gara di ballo assolutamente comica eppure responsabile di caricarsi la climax ascendente del rapporto dei due protagonisti, sempre nevroticamente romantico.

Ma qual è l’obiettivo della sceneggiatura?

L’obiettivo è mostrarci, senza manierismi o messe in scena troppo evidenti e “cinematografizzate”, cosa significhi Lato Positivo (una rara occasione in cui la traduzione del titolo è assolutamente vincente).

Il Lato Positivo non segue schemi certi, non è un paese delle meraviglie a cui puntare, non è uguale per tutti. Il Lato positivo è una prospettiva che si raggiunge dopo grandi conflitti, smarrimenti e ossessioni.

È quel collante che arriva perché lo si cerca, ma anche semplicemente perché si asseconda la propria sofferenza. Ci si mostra e si aspetta il momento giusto per ascoltarsi.

Una Sceneggiatura sincera che, in uno sviluppo narrativo denso, ma universalmente accessibile, mostra figure umane anche fastidiose, non costruite secondo modelli, ma fratturate, con emozioni uniche in quanto specifiche per un tipo di umanità. Una simpatia perenne, un ritmo comico, ma anche complesso, una leggerezza nevrotica, una catarsi universale perché ognuno può rubare qualcosa da questo film.

Il Merito di questa sceneggiatura è trattare i suoi temi splendidamente e con una particolarità davvero rilevante, in quanto capace di non perdersi in luoghi comuni anche nel parlare solo di famiglia e amore, di sofferenza e di voglia di ricominciare.

Il Merito di questa sceneggiatura è di non drammatizzare eccessivamente il concetto di trauma, di scegliere la comicità per narrarlo, senza divenire neppure troppo leggero e sfociare in una simpatia fine a sé stessa. Il merito di questa sceneggiatura è di portare avanti un percorso tematico e narrativo davvero ben sviluppato, dove la morale non è detta ad alta voce, ma posta come una prospettiva da cui derubare ciò che ci serve per andare avanti.

Leggi anche: Dimmi la tua giornata e ti dirò che Film sei Stanotte pt.3

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