L’incertezza domina le notti insonni.
Lo scadere di un giorno, di una breve storia, ci porta nel limbo dell’attesa notturna: non ancora pronti a dormire, ancora con energia da dissipare in qualche modo.
Ci vorrebbe un film conclusivo, un’ultima visione che metta la firma alla fine di un altro giorno.
Ma spesso passiamo più tempo a cercarlo quel film che a vederlo, irrigidendo ancora di più quella condizione di incompletezza, addormentandoci con un misto di emozioni e pensieri irrisolti e insoddisfatti.
Ma, in verità, il film giusto può concederci l’onore dell’emozione giusta prima di dormire, contrastando insoddisfazioni o ravvivando la dolcezza mancata in quello specifico giorno.
Eccoci qui con un esperimento che parte proprio da questa prospettiva: ogni giornata, per continuità o contrasto, cerca una conclusione che porti in sé determinate caratteristiche. Cerca, insomma, il film giusto.
Eccoci con 6 proposte.
1. Stress che necessita dolcezza
Che si tratti di lavoro, studio, faccende varie ed eventuali: parliamo della classica giornata intasata dall’over-thinking, di quel genere che si sottomette al non potersi mai fermare, ma allo stesso tempo al non poter risolvere tutte le questioni poste in ballo. Così, arriva la sera, o meglio la notte, e ci sentiamo un po’ aridi, sentiamo mancante in noi un tempo dedicato all’emotivo.
Addormentarsi in questo stato è complesso, il cervello non si ferma, ha bisogno di produrre. Come risolverla? Scaricando la fretta mentale in favore della produzione di dolcezza, fatta di meraviglia e serotonina.
Il consiglio in questo caso è:
-Amore e altri rimedi
[Leggi anche: Il Merito di una Sceneggiatura: 4 commedie meravigliosamente riuscite – Pt. 4, Amore ed altri rimedi.]
Quando una serie di stereotipi confluiscono alla perfezione, rinnovandosi ma mantenendo proprio quella idea narrativa primordiale che li ha generati, morale e divertente, non possiamo non amarne il risultato.
Amore ed altri rimedi è esattamente questo, in un’esplosione politicamente scorretta per i sentimenti. Tragico e divertente, volgare e tenero.
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2. Troppo Pragmatismo, poca poesia
Vittime della globalizzazione, della tendenza occidentale sempre più rivolta verso la pragmatizzazione assoluta, che controlla e giustifica, giudica e razionalizza. Tutto troppo inquadrato in schemi, c’è bisogno di riscoprire la sospensione poetica, che manca di dominii del tempo e della narrazione: è pura contemplazione dell’esistenza, alta, dimenticante della fretta.
Il consiglio in questo caso è:
– Hero
[Leggi anche:Hero – Dove immagine, spirito e poesia raccontano una storia]
Cina, 201 a.C., 7 regni si contendono il dominio, tra questi spicca il brutale regno di Qin, il cui Re vive in completa solitudine nel suo palazzo. Nessuno può avvicinarsi a lui a meno di 100 passi onde evitare un assassinio.
Un giorno arriva Senza Nome, il protagonista della nostra storia, con tre spade emblematiche nella sua borsa, le spade dei tre più temuti assassini viventi, nemici giurati del suddetto re.
Così gli è data la possibilità di avvicinarsi, così racconta la sua storia. Ma non è semplicemente una storia che verrà narrata, bensì l’intreccio di colori e prospettive, in una poesia fatta di spade ed ideali sul mondo.
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3. Giornata piatta: stimoli mentali cercasi
La nullafacenza ha varie tonalità: c’è quella che cerchiamo dopo un periodo troppo stancante e poi c’è quella che capita perché, per circostanze varie, vaghiamo nell’inconcludenza. In ogni caso, quale che sia la ragione, la nostra mente ce lo fa pesare: ci sentiamo di dovere qualcosa alla nostra mente, altrimenti rimarrà un’energia non canalizzata, ed il sonno si farà irrequieto. Così, è proprio un film complesso e stimolante quello che cerchiamo.
Il consiglio in questo caso è:
– Predestination
[Leggi anche: Predestination – È nato prima l’uovo o la gallina?]
Noi siamo i risultati delle nostre scelte. La possibilità di scegliere definisce la nostra volontà di essere. Ma se la nostra scelta non fosse che il risultato della stessa scelta, già fatta, nella versione precedente di noi stessi?
Predestinato gioca sul paradosso di un essere destinato ad essere vittima e colpevole del suo autocircuito. Ma a che prezzo?
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4. Alla ricerca di Fascino nell’Inquietudine
Esiste chi, non ben riuscendo a delineare una tipologia di giornata, forse perché non ne ha bisogno, forse perché si è compiuta in autonomia, nella notte cerca, affascinato, l’inquietudine. Ma di inquietudini ce ne sono di vari tipi, perché i demoni possono anche non aver forma.
Il consiglio in questo caso è:
– Suspiria
[Leggi anche: Suspiria – I colori dell’orrore]
La meraviglia di Dario Argento non sta in una complessità di carattere narrativo, bensì nel potentissimo intreccio tra estetica ed orrore, con un perpetuo e sotteso sentore musicale che presagisse il terrore.
Al fascino per questo quadro bellissimo, corrisponderà un’inestinguibile condizione di prossimità allo spavento per i mostri che lo compongono.
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5. Mandiamo il cervello in Stand-by
In questo caso, molto simile al primo, non c’è aridità che necessità dolcezza in noi, ma semplicemente stanchezza. Quella stanchezza però che si affaccia a mille nevrosi, che ha bisogno di sorridere, che sia per simpatia o tenerezza. Nulla però che abbia bisogno di essere seguito con chissà quale attenzione, giusto il funzionamento standard di un cervello in Stand-by, che si ristabilizza nella poetica nel “film che si lascia guardare con piacere”.
Il consiglio in questo caso è:
– Tre Uomini ed una Pecora
Quando un film ha il coraggio e la capacità di esagerare completamente, facendo tutto ciò che non andrebbe fatto, nei limiti del divertente e mai dell’orrido o del trash, ci concede la possibilità di ridere, ridere e ridere ancora.
Baffi alla Hitler, Cocaina nel sedere di una pecora sono solo due dei mille momenti che coinvolgono un gruppo di ragazzi ad un matrimonio fin troppo borghese.
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6. Vale sempre la pena crederci
Ultima tipologia, ma assolutamente necessaria. Spesso la vita delude le aspettative, o forse noi creiamo presupposti per deluderci, o forse semplicemente non abbia legna a sufficienza per far ardere l’auto-convinzione alla speranza, al proseguire nella nostra lotta. Qui, il cinema ci ricorda la sua funzione empatia e catartica, dandoci la giusta prospettiva, permettendoci ancora una volta di non farcela sfuggire.
Il consiglio in questo caso è:
– Soul Kitchen
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[Leggi anche: Soul Kitchen – Improbabile, comico ma sempre romantico]
Ecco uno di quei film dove comprendiamo che la sceneggiatura è un concetto che va ben oltre la storia in sè, alquanto semplice in questo caso, ma si sviluppa nei dialoghi, nei contesti creati, nei personaggi: uno di quei film che ci piacciono senza una logica lineare. Questo è Soul Kitchen, il nome di un ristorante disorganizzato almeno quanto la mente e la vita del protagonista, che ne è il proprietario.
Vi proietterà nell’arte di arrangiarsi, giunta ad una fase talmente estrema ed autoironica nella sua stessa iperbole, da farvi credere che con il cuore anche l’improbabile diviene possibile.