Mr.Nobody – La Sottile Linea sospesa tra Scelta e Destino

Maura D'Amato

Settembre 5, 2018

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La vita segue il percorso di un disegno prestabilito o è frutto di una serie di casualità alle quali possiamo sottrarci e decidere di modificare a nostro piacimento? Van Dormael ci mette di fronte a questo quesito con una stesura cinematografica del tutto originale. Mr.nobody, premiato al Festival di Venezia e vincitore del premio miglior film europeo agli European Film Awards, ci regala una riflessione di 132 minuti sull’importanza della scelta, scavando a fondo dell’animo umano, attraverso la mente di un bambino di 9 anni.

Nemo Nobody

Il senso del film ci viene messo sotto il naso già nei primi minuti, nei quali si conosce il protagonista: il signor Nemo Nobody. Di rilievo il fatto che il nome e cognome siano identici e che Van Dormael abbia scelto Nemo come nome del protagonista, rifacendosi al latino, per cui ‘’Nemo’’ significa ‘’nessuno’’. Tutto è creazione, niente è tutto, Nemo Nobody esiste e non esiste.
Mister Nemo Nobody, interpretato da Jared Leto,è un uomo di 117 anni, la cui vita viene seguita in diretta come in un reality. Nemo è l’ultimo essere mortale rimasto sulla Terra dopo che la razza umana ha raggiunto l’immortalità grazie alle scoperte scientifiche, quali il rinnovo cellulare e la telomerizzazione. Nemo racconta la sua vita passata, una vita che non è una, ma molteplice. La narrazione si svolge in tre momenti della sua vita: all’età di nove, quindici e trentaquattro anni. La chiave del film sta nel fatto che, i bambini, prima che nascano, conoscono tutto ciò che accadrà nella loro vita, ma al momento del concepimento gli Angeli dell’oblio pongono un dito sulle labbra dei nascituri (lasciando il solco che si trova tra naso e bocca), facendo dimenticare loro il destino che li attende. Gli Angeli si dimenticano di Nemo, che di conseguenza nasce già in grado di prefigurarsi il proprio futuro ed è costretto a iniziare a fare una serie di scelte, a partire dalla scelta di chi saranno i suoi genitori. A nove anni gli spetta di compiere una seconda, difficile, decisiva scelta: quando essi divorziano, deve decidere con chi vivere. Alla stazione ferroviaria la madre sta per partire per il Canada mentre il padre rimane in Inghilterra.

Le teorie della scelta

Il film ci pone questioni sul perché il fumo non torni mai nella sigaretta, perché il tempo sia sempre diretto in una direzione o perché sia impossibile dividere la salsa dal purè. Quesiti, ai quali si prova a dare una risposta. Teoria del caos, effetto farfalla, teoria delle stringhe e teoria dell’interpretazione a molti mondi, secondo le quali ogni evento è un punto di diramazione, sono teorie protagoniste della pellicola. Ad ogni scelta, sussegue un evento. A questo punto la mente
corre inevitabilmente su altri film quali The butterfly effect, Donnie Darko e Lola corre (quest’ultimo di forte spunto per il regista). Ma allora cosa è che differenzia tanto Mr.Nobody? Innanzitutto un’ottima fotografia, condita da una regia perfetta e dalle musiche di Pierre Van Dormael, fratello defunto del regista, che trasformano alcuni momenti del film in pura poesia in movimento e che riesce ad avvicinare ancora di più i personaggi di questa pellicola al cuore degli spettatori. In secondo luogo, il dilemma che causa il problema principale del film è che, il conoscere l’esito di ciascuna scelta rende il prendere la decisione ancora più difficile.

L’importanza di saper decidere

Jaco Van Dormael torna a fare cinema dopo una lunga assenza e lo fa con un film che affronta la complessità delle possibilità che ognuno di noi si trova davanti. Il Signor Nessuno che porta in scena è di fatto tutti noi. Perché Nemo nel corso della sua vita si trova dinanzi a diverse scelte che potrebbero indirizzarla in un senso piuttosto che in un altro. Tutto è legato a scelte e a successive casualità che si moltiplicano in maniera esponenziale. Assistiamo alla rivelazione che il 117enne nel letto di ospedale, non è altro che la proiezione mentale di un bambino che ha visto nei suoi occhi diverse possibilità di un’intera vita crearsi davanti. Interessante è anche il fatto che il momento della ‘’scelta’’, dalla quale si dipaneranno tutte le conseguenze e vite possibili, è simboleggiato dal treno e dai binari, che conducono a destinazioni completamente diverse. Ogni linea narrativa ci pone Nemo in una situazione diversa, con una compagna diversa (Elize, Jeanne e Anna, bambine che conosceva nel momento di separazione dei genitori) e problemi diversi, che mettono totalmente a nudo la sua anima e mostrano la semplicità e l’importanza dell’amore. Mr. Nobody indaga sulle ansie umane, i tormenti, la frustrazione, le passioni giovanili che diventano scelte e amori di vita, i sentimenti contradditori e profondi, la paura e l’incapacità di scegliere.

“Scegliere” significa “vivere”

Nel film si riesce a meditare su concetti profondi come il tempo e l’angoscia della scelta di fronte alle infinite possibilità, temi che tanto ricordano il pensiero del filosofo Kierkegaard. Il pensiero di Kierkegaard si fonda principalmente sulle possibilità che caratterizzano l’esistenza dell’uomo, sulle scelte attraverso cui egli debba fondare la propria personalità e la propria vita. Tra di esse vi è una rottura totale, poiché ogni alternativa esclude l’altra. Da ciò si origina l’angoscia, ossia quella perenne indecisione che paralizza l’uomo di fronte all’ignoto e l’inconoscibile. Nonostante ciò, ogni scelta conferisce valore alla propria personalità e alla vita. Forse allora resta questa l’unica strada da percorrere per diventare ciò che si è. La scelta effettuata una volta influenza in modo più o meno permanente tutte quelle successive, delineando continuamente la strutturazione della personalità. In questo senso la scelta non è solo determinante ma anche necessaria.
Niente è prestabilito e niente è deciso. Siamo noi uomini, che con le nostre scelte, determiniamo e modifichiamo il nostro futuro.

Ma fin dove è possibile scegliere?

Nella vita tutto è possibile e possiamo sottrarci in ogni momento alla sorte di ciò che le conseguenze delle nostre azioni, determinerebbero su di noi. Esistono solamente due cose nella vita alle quali ci è impossibile sottrarci: la morte e l’amore. Il tema della morte percorre tutto il film e assistiamo in più riprese alla morte del protagonista. Questo perché essa rappresenta l’unica certezza sicura che abbiamo, sappiamo che prima o poi, in un modo o nell’altro, siamo destinati a perire. Nemo muore sempre, non riuscendo mai a scampare al suo destino. L’amore, contrariamente alla morte, non è una certezza della quale siamo consci e sicuri, ma è una forza misteriosa, istintiva che regola e guida le nostre azioni e dalla quale ci troviamo a dipendere finendo per esserne involontariamente investiti. La morte è qualcosa di astratto, non possiamo toccarla, non è palpabile e assistiamo solo alle sue estreme conseguenze. L’amore, pur essendo un
sentimento ed essendo puramente astratto, diventa concreto e si materializza nella persona che “decidiamo” di amare.

L’amore quindi si vede, lo sentiamo, lo percepiamo ed è l’unica forza nell’universo in grado di annientarci o renderci felici. Ne scaturisce una contrapposizione netta e distinta tra le due forze in questione. Da un lato la morte, concepita come qualcosa di terreno e in questo caso razionale, una forza “spiegabile” e conseguenza estrema di un processo vitale che giunge alla conclusione. Dall’altro lato l’amore, una forza misteriosa e irrazionale che l’uomo non si riesce a spiegare e che è sinonimo di vita stessa; dall’atto d’amore nasce la vita. Van Dormael racconta attraverso immagini suggestive e quasi surreali il processo della vita dalla nascita alla morte, un processo esente da spiegazioni razionali ma che dipende in tutto e per tutto dalle azioni che commettiamo quotidianamente.

L’impossibilità di prendere una decisione: la “non scelta”

Come mostrato nella pellicola, però, non sempre è possibile compiere delle scelte, nemmeno quando si ha la possibilità di vederne le conseguenze. Nemo vede delle insidie sia nella vita con la madre che con la vita con il padre. Del resto, come si può chiedere ad un bambino di 9 anni di scegliere tra mamma e papà? Ed ecco che ci viene quindi mostrata una terza via, prima invisibile, che improvvisamente diventa la scelta più evidente e ovvia, il giovane crea un’inaspettata via per se stesso, prendendo un percorso lontano da entrambi i genitori. Nel momento della ‘’non scelta’’ il bambino riesce a vivere in pochi secondi tre esistenze diverse. La non scelta, che è severamente condannata anche dal più sommo dei poeti, che relega le anime degli ignavi nell’Antinferno, perché considera le stesse immeritevoli non solo del Paradiso ma persino dell’Inferno stesso. Questa è la condizione degli ignavi che, non facendo mai alcuna scelta, hanno arrecato un danno a se stessi e alla società. La setta dei cattivi, così la definisce Dante, conta coloro che non si sono mai schierati né da una parte né dall’altra. La non scelta li rende più vili dei peccatori e per questo alla terribile punizione divina, che li vede costretti a rincorrere eternamente una insegna girevole che non riescono mai a toccare, se ne aggiunge un’altra tutta umana: l’impossibilità di essere ricordati dai vivi.

Lo spettatore è portato a chiedersi se la non scelta sia giusta o sbagliata, da un lato ci si schiera con Dante, condannando Nemo per aver scelto la strada più semplice; dall’altro, ci mettiamo nei panni di un bambino di 9 anni al quale è stato chiesto di fare una scelta impossibile e allora, mandiamo tutti al diavolo e ci lasciamo sopraffare da una forte scarica di adrenalina: via di corsa, verso la propria indipendenza e maturità!

Epilogo

Ma se questa storia si espande come l’universo, allora dovrà avere una fine. Infatti, nel preciso momento in cui il signor Nobody muore di vecchiaia, l’espansione dell’universo si ferma e il tempo comincia a invertirsi. Quando l’universo è sull’orlo del caos finale, il tempo si ferma e comincia a invertirsi secondo il modello cosmologico del Big Crunch, segnando così l’assoluta libertà che Nemo stava cercando.
Quale è quindi la conclusione del film? Non c’è. Il signor Nobody è di fatto tutti noi: ognuno è artefice del proprio destino. Un lungometraggio che porta lo spettatore alla meditazione. Applausi, di fronte a quest’opera geniale.

“Non si può tornare indietro, per questo è difficile fare una scelta, ma fin quando non si sceglie nulla…tutto è possibile.”

 

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