Il tema del fine vita viene trattato in San Junipero dove agli anziani viene proposta la possibilità di trasferirsi in San Junipero una sorta di paradiso fuori del tempo dove poter divertirsi e svagarsi come una volta, in ambientazioni stile anni ‘60,’70,’80. Il controllo si declina in questo caso su ciò che ci aspetta dopo la morte, la scelta è semplice: un’eterna vita fittizia in un paradiso artificiale o la morte alla vecchia maniera reale e incerta. Un bel rompicapo. Il controllo si sposta in Hang the Dj addirittura sulla scelta dell’anima gemella. Black Mirror ci mostra un futuro in cui le uscite coi partner sono pianificate da un sistema che attribuisce persone e durata delle relazioni in base al proprio profilo, nel tentativo di perfezionare sempre più l’account dell’anima gemella.
La tecnologia forza appuntamenti terribili di ogni specie per far emergere il messaggio di questa puntata di Black Mirror ovvero che il vero amore si ribella a regole e imposizioni, che l’anima gemella spicca tra migliaia, non la si può scordare e che vale la pena lottare per essa. Una concezione di amore ben diversa viene mostrata in Shut Up and Dance dove un ragazzino viene ricattato con un filmato che lo ritrae nell’atto di masturbazione e si scopre esserci una vera e propria rete di ricatti. In seguito a una serie di richieste e consegne di strani pacchi ad altri ricattati, si arriva all’epilogo ovvero alla richiesta di uccidere un uomo in un combattimento filmato, pena la diffusione del suo video; lui lo fa, vince, ma nonostante ciò il video viene diffuso. Il controllo ricercato della propria sfera sessuale si oppone al controllo imposto tramite ricatto spietato.

Il tentativo di celare i propri scheletri nell’armadio prosegue in Crocodile ,una delle più crude puntate di Black Mirror, dove una donna e il suo fidanzato investono un ciclista per sbaglio e decidono di sbarazzarsi del corpo senza denunciare l’accaduto. A distanza di anni il fidanzato, divorato dai sensi di colpa, avendo scoperto che la moglie del ciclista non si è ancora data di pace, va dall’ormai ex fidanzata dicendo che vuole confessare la cosa. Lei non lo accetta, ma lui non vuole sentire ragioni e quindi lei lo uccide. Si innesca una serie di omicidi per insabbiare le cose che culmina con la cattura della donna tramite l’analisi dei ricordi di un criceto, innocuo spettatore del suo ultimo delitto, tramite un dispositivo usato dalla polizia che permette di visualizzare i ricordi. Per far sparire il marcio siamo disposti a tutto, anche a uccidere, la tecnologia non può nascondere il marcio dell’uomo, ma può anzi essere un ulteriore strumento per farlo riemergere.
Quando le azioni deplorevoli non sono volute, ma necessarie, la nostra mente rischia di impazzire. In Man Against Fire viene trattato il tema dello shock a cui i soldati sono sottoposti durante la guerra quando devono uccidere. Una sorta di visore ha il compito di demonizzare l’aspetto dei nemici per annullare le remore dei soldati a uccidere senza alcuna pietà. Quello che si scopre però è che in realtà i nemici sono civili inermi e i soldati marionette convinte di fare del bene, ma che in realtà fanno solo il bene dei potenti di turno.
La paura e lo shock post traumatico a cui è sottoposto in battaglia un soldato purtroppo sono conseguenze di guerre fatte in nome degli interessi dei signori della guerra e, se si può avere un attenuazione sugli orrori a cui si assiste in battaglia, nemmeno la tecnologia può aiutare ad averlo sul male che alcuni uomini infliggono ad altri uomini.
Tirando le somme quello che “Black Mirror” ci indica è come l’avvento della tecnologia non potrà mai fornirci un reale controllo su ciò che è l’animo umano, che resterà sempre inafferrabile e irraggiungibile, ma può solo fornirci una più realistica illusione di tale controllo. Alla nostra consapevolezza umana stabilire se questo sia un bene o un male.




