Gotham | Jerome e Jeremiah: lucida scoperta della Follia

Gianluca Colella

Giugno 15, 2018

Resta Aggiornato

Jerome e Jeremiah: lucida scoperta della Follia.

Esplorare l’intimo, perturbante legame tra normalità e pazzia è un compito arduo, ma ci consente di provare a spiegare perché il confine tra queste due condizioni è sfumato al punto da risultare affascinante, seducente. Gotham è una produzione che cerca continuamente di esplorare questo territorio, presentando in chiave immaginaria le origini dei numerosi villain che popolano l’universo di Batman, il Cavaliere Oscuro. Gli spettatori vengono trascinati nei dilemmi morali che porteranno persone più o meno normali a diventare spietati criminali, dal Pinguino all’Enigmista, passando per Catwoman e Scarecrow.

In questo scenario dominato da un codice di corruzione, alleanze implicite e violenza in cui la città viene risucchiata, stagione dopo stagione vengono gettate le basi per l’ascesa di un ostacolo diverso, un Profeta del Caos: stiamo parlando di Jerome Valeska (Cameron Monaghan), il “proto-Joker” protagonista di scene davvero disturbanti.

Gotham

Cresciuto in un circo dalla sua violenta famiglia, il ragazzo riporta le cicatrici degli abusi subiti e il trauma lo plasma come un giovane folle, anarchico e carismatico. Nel malessere di una Gotham perennemente in deriva egli trova terreno fertile in cui far prosperare la sua ideologia, nichilista e straordinariamente coerente.

 

Imprigionato ad Arkham dopo crimini sempre più efferati, nel corso della quarta stagione Jerome (anche resuscitato dai seguaci del suo culto) evade definitivamente e nel corso della sua ultima impresa si imbatte in qualcuno a cui è molto legato, per cui prova un’ossessione paragonabile a quella per Bruce Wayne.

Xander Wilde: La fuga dal passato

Jeremiah Valeska è il fratello gemello di Jerome. Anche lui ha vissuto gli abusi della famiglia nell’infanzia trascorsa al circo, e allo stesso tempo le devianti passioni del fratello lo hanno inibito e alimentato in lui la certezza che la differenza tra sé e Jerome fosse radicale, incolmabile e irreversibile: egli è sicuro che suo fratello sia “nato male”, quindi inevitabilmente danneggiato e irrecuperabile.

Salvato dalla madre dal rischio di una vita di violenze, Jeremiah viene iscritto in un istituto privato, nel quale eccelle e si distingue come uno dei migliori studenti. Anni dopo il suo diploma, è uno dei migliori ingegneri di Gotham, ma c’è poco da star tranquilli: è consapevole che il folle fratello vuole colpirlo, vendicarsi per essere stato, tra i due, quello meno fortunato.

Gotham

Adottare il falso nome di Xander Wilde e nascondersi in un bunker non è sufficiente: i fantasmi del suo passato svelano l’inganno e Jerome riesce a trovarlo, superando gli ostacoli che il geniale fratello ha preparato per lui. La loro riunione denota la complessità di un profondo e incomprensibile rapporto, nel quale il legame familiare si scontra con una differenza tanto grande da costituire un abisso.

Il Profeta del Caos e l’Ingegnere, il criminale folle e il ragazzo brillante costretto a fuggire per rifarsi una vita: due facce di una medaglia forgiata nell’unità paradossale che solo la differenza è capace di creare. Jerome accusa il fratello di aver mentito alla polizia riguardo alla loro infanzia perché quello era il modo più rapido per abbandonare la tossica palude in cui era cresciuto. Jeremiah, dal canto suo, difende le sue affermazioni sulla base del fatto che prima o poi la follia del gemello sarebbe emersa comunque.

È a questo punto che la loro relazione si tinge di un’angosciante minaccia: ogni azione di Jerome sarà dettata dall’intento di dimostrare a Jeremiah che ha torto, che la vera differenza tra loro sta nell’esperienza, e non in qualche intimo, malefico tratto del carattere.

Ciò che basta è un solo giorno brutto

Gotham

Durante questi episodi i riferimenti al celebre numero della serie a fumetti The Killing Joke sono numerosi. La danza che ha inizio tra i due fratelli è inizialmente soltanto dialettica, fondata sulla radicale differenza delle loro due filosofie.

Allo stesso tempo, Jerome alimenta il suo sogno di trasformare Gotham in una città governata da caos e follia, grazie alla tossina realizzata da Scarecrow. Il piano, lucido e anarchico come ogni sua azione, si svolge senza intoppi con la collaborazione degli altri villain, fin quando il Pinguino, criminale troppo ordinario per concepire positivamente qualcosa come la follia assoluta, non fornisce le informazioni necessarie a Jim Gordon, il Capitano della Polizia.

Nessun elemento di realtà può davvero fermare i deliranti piani del Profeta del Caos: è per questo che, anche al momento di morire per mano di Gordon, Jerome non cessa di sghignazzare e di rivendicare la sotterranea, velenosa presa che la sua ideologia ha su Gotham, preda di un malessere che prospererà anche in sua assenza.

Un personaggio così carismatico e violento rappresenta soltanto la miccia di qualcosa di più grande: questo è il messaggio che i produttori vogliono trasmetterci. Messaggio che diventa chiarissimo quando Jeremiah, aprendo un pacchetto lasciato nel suo studio, viene investito da una spruzzata della tossina speciale con cui il fratello ha voluto dirgli addio.

Liberare il lato estremo, folle della personalità del brillante gemello era l’obiettivo di Jerome sin dall’inizio, il suo piano definitivo: in questo modo egli contemporaneamente impone se stesso come un’idea, una piaga perpetua inestirpabile dalla città, e dimostra a Jeremiah quanto l’argomento della sanità mentale sia un fragile specchietto delle allodole.

Il nuovo Jeremiah si dimostra ancora più spietato del fratello, e allo stesso tempo prende le distanze dai suoi caotici deliri: il suo piano prevede la ricostruzione di Gotham, non la semplice distruzione, e nelle sue azioni quello che si percepisce è un aspetto più lucido della follia, in qualche modo più cinico e distaccato; ancora una volta il testimone di tale deriva sarà Bruce Wayne, ossessione comune capace di unire due fratelli profondamente diversi.

Sanità e malattia: Un chiasmo inevitabile

Gotham

Joker  è uno dei villain più amati di sempre perché incarna perfettamente uno dei timori più profondi dell’uomo, il timore che ciascuno di noi porti con sé un’intima, perturbante dose di grottesca estraneità.

Cento anni fa Freud e la sua neonata psicoanalisi contribuirono in tal senso a rendere accettabile il dato che sanità e malattia non sono due dimensioni inconciliabili della psiche, ma intrinsecamente legate, connesse inevitabilmente.

Il rapporto tra Jerome e Jeremiah è testimone di questa tesi, dolorosa perché comporta l’obbligo di farsi carico di questa oggettività. I tentativi di opporsi ad un processo di elaborazione di una verità psichica così intensa e dolorosa portano solo a conseguenze nefaste: basti pensare al trauma sociale della Shoah, generato proprio a partire da un’incapacità di concepire il diverso come qualcosa di intimo, proprio, e quindi simile.

La rivoluzione di Freud non termina qui: non soltanto “L’Io non è più padrone in casa propria“, ma allo stesso tempo quello che sappiamo della nostra coscienza non è che un piccolo scorcio dell’immenso oceano che la psiche è.

Nei Saggi sull’arte, il fondatore della psicoanalisi si sofferma molto sul tema del Perturbante, inteso come un espediente narrativo capace di suscitare nel lettore un senso d’inquietudine di fronte a qualcosa di incerto, ambiguo. Perturbante, nel significato linguistico e più profondo del termine, è però anche quel contenuto che ci è dapprima familiare ma che poi diviene celato, ignoto alla nostra capacità di comprenderlo. In senso psicoanalitico, qualcosa che si riaffaccia alla coscienza in seguito ad un processo di rimozione (espulsione dalla psiche consapevole) suscita questo perturbante sentimento di incertezza e sospetto.

Sulla cresta di questa pillola teorica risalente ad un secolo fa, possiamo ora comprendere perché il legame tra normalità e follia sia tanto coinvolgente, e di conseguenza perché i due gemelli Valeska ci trasportano nella loro aporetica relazione: i fratelli portano il segno di questa perturbante verità psichica, di questo inevitabile nesso tra ragione e caos, tra normalità e malattia.

È una verità che allo stesso tempo ci spaventa e affascina; la rifuggiamo, ma ne siamo attratti. Tutto quello che possiamo fare, nel corso della vita, è mantenere vivo quel perpetuo processo di elaborazione di questa verità poiché esso, proteggendoci dai rischi di una negazione, rappresenta una piccola, individuale opera di civiltà.

 

Leggi anche: Il Joker: La logica del caos

Correlati
Share This