Il primo febbraio 2019 approda su Netflix Italia la una nuova serie sci-fi Nightflayers, tratta da una novella di George R. R. Martin, divenuto ormai molto famoso per la serie HBO Game Of Thrones, ormai vicina alla sua ottava e conclusiva stagione. Purtroppo anche se Martin viene accreditato come produttore esecutivo in realtà non ha partecipato attivamente allo sviluppo della serie, il che è ben visibile, e forse le aspettative collegate al nome di Martin hanno influito anche sull’hype venutosi a creare intorno a questa serie.
[SPOILER ALERT]
Nightflayers è una serie dal grande potenziale che però si perde nei meandri della propria trama, la quale narra una storia ambientata nel 2093 in cui la Terra ormai è vicina al suo epilogo ma il sogno di salvarla non è ancora tramontato, per questo motivo il protagonista della storia, uno scienziato di nome Karl D’Branin, decide di creare una squadra per mettersi in contatto con una razza aliena superiore, forse in grado di salvare il tanto amato pianeta Terra. La squadra parte a bordo della Nightflayer una nave spaziale in grado di arrivare nei luoghi più remoti dello spazio ma a bordo di quest’ultima si vengono a creare una pluralità di incidenti misteriosi sul quale tutta la nave dovrà indagare.
La squadra è formata da: Melantha Jhirl, il primo ufficiale della nave geneticamente migliorato per affrontare i viaggi spaziali, Rowan uno Xenobiologo, Dr. Agatha Matheson, psichiatra specializzata e Thale. Questi ultimi due personaggi sono molto importanti, vengono denominati L (la prima è una L-3 mentre il secondo un L-1) e sono caratterizzati da poteri psichici. Della squadra fanno parte anche Lommie Thorne, specialista cyber-tecnico che preferisce interagire più con i computer che con gli umani e in grado di entrare nei software attraverso un congegno applicato sul suo braccio e Roy Eris, ultimo ma non per importanza, capitano della nave e punto interrogativo più grande della storia.
Notiamo fin da subito che tra la razza umana e quella degli L non scorre buon sangue, infatti tutto l’equipaggio è spaventato per l’arrivo di Thale, elemento chiave per la riuscita della missione poiché grazie ai suoi poteri psichici potrebbe riuscire a mettersi in contatto con la razza aliena Volcryn. La missione prosegue fino ad arrivare al fatidico momento in cui Karl riesce con la scialuppa di salvataggio a raggiungere quell’enorme massa informe di energia intelligente chiamata Volcryn mentre la nave è ormai alla deriva e senza speranza. La stagione quindi si conclude con un finale aperto e inconcludente che ci lascia appesi ad un filo.
La serie è un thriller tendente all’horror con chiari riferimenti e citazioni a “2001 Odissea nello spazio” e in senso lato anche a “Matrix”, ma questo non basta a dare quella spinta alla sceneggiatura di cui questa serie ha effettivamente bisogno, poiché nonostante l’incipit accattivante nel corso delle puntate non vengono date le giuste spiegazioni che effettivamente ogni spettatore in realtà vuole. La razza degli “ L” viene quasi data per scontata e lo spettatore è costretto ad accettarla come un dato di fatto.
Non viene data nessuna spiegazione sulle origini di questa razza e dei loro poteri, sono un nuovo stadio della razza umana? Esperimenti genetici? esseri provenienti da un altro pianeta? Nessuna spiegazione sul perché esistano più tipi di L e sulle differenze dei loro poteri, sappiamo solo che esistono e hanno questi poteri chi più e chi meno. La sceneggiatura barcolla anche quando il capitano Roy Eris dopo essere stato ucciso da Rowan rispunta in una di quelle vasche tubolari solitamente associate alle clonazioni, quindi sorge spontanea la domanda: chi controllava il corpo di Roy Eris? Oppure ha inserito in quel corpo cibernetico la sua coscienza/volontà?
La sceneggiatura di Nightflayers rimane per lo più piatta, con pochi colpi di scena, e arricchita da un susseguirsi di cliché, senza mai dare quel tocco di originalità che forse l’avrebbe elevata al di sopra della sufficienza. Con una fotografia molto scolastica e che non osa più di tanto, il senso tra un’inquadratura e l’altra è ben rispettato come il continuum nella storia.
Il vero punto forte di Nightflayers è rappresentato indubbiamente dagli effetti speciali e visivi che non sbagliano un colpo, sono molto immersivi e realistici – per quanto una serie fantascientifica possa avere del reale. La componente emotiva purtroppo fallisce miseramente poiché le puntante pregne di informazioni al quale lo spettatore si deve abituare gradualmente creano un distacco emotivo con la serie stessa, che non riesce a trasmettere quel brivido misto al ribrezzo tipico del genere horror.