Umbria Film Festival – Un sogno che diventa realtà

Francesco Gamberini

Agosto 24, 2019

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Ho sempre avuto una tremenda paura di guidare. Difficilmente prendo la macchina e mi avventuro per strade inesplorate. Tuttavia, capita di trovarsi di fronte all’eccitazione dell’ignoto e di essere attratti da quel qualcosa che non riusciamo a spiegare. Allora la curiosità prevale sulla paura e il nostro spirito diventa più forte. Da tempo prendo parte ai festival di cinema e cerco sempre di rimanere aggiornato sulle novità che riguardano questo ambiente. Un giorno mi giunge voce dell’esistenza di un festival in Umbria diventato ormai dimora di Terry Gilliam: L’Umbria Film Festival.

Un’istituzione ormai sacra nel territorio che dopo ventitré edizioni di vita è riuscita a diventare un faro di eccellenza nel panorama dei festival italiani. Non appena venni a sapere dell’esistenza di questo festival, decisi di andare.

Dopo aver percorso un’autostrada per me infinita, arrivo in Umbria. Questa regione, che potrebbe essere considerata come il polmone verde d’Italia, si dispiega davanti al mio sguardo nella bellezza dei suoi boschi e dei suoi territori incontaminati. E proprio lì, arroccata sui monti, si trova la città di Montone, uno dei Borghi più belli della nostra penisola e sede ufficiale dell’Umbria Film Festival.

Umbria Film Festival

Il Festival in sé non è molto grande. Dura sei giorni, si svolge nella piazza della città e propone un programma di un film al giorno preceduto da una decina di cortometraggi. Uno spettatore abituato a frequentare gli ambienti cinematografici più esclusivi potrebbe disprezzare la forma di questo Festival, eppure l’Umbria Film Festival è qualcosa di unico. Penso infatti che l’Umbria Film festival sia l’esempio concreto di ciò che un festival dovrebbe essere.

Un Festival infatti è un ecosistema territoriale e culturale, un punto di incontro fra appassionati di cinema, giornalisti, critici, attori, registi e semplici spettatori. L’Umbria Film festival però è molto di più: riesce infatti ad attrarre persone da ogni parte del mondo e a portarle in un luogo magico, inesplorato, nascosto fra le pianure e le montagne del centro Italia, dove il tempo stenta a scorrere e la natura si rinnova ciclicamente. E questa realtà cinematografica unica al mondo diventa un’emozione incontenibile, destando un maggiore senso di meraviglia, perché il legame che si crea fra il festival e il territorio in cui è situato è inscindibile. Dunque non solo il festival arricchisce il territorio, ma anche viceversa e l’intimità dell’ambiente stimola l’incontro fra ospiti, stranieri e abitanti.

Terry Gilliam: «Volteggiando in un paesaggio eterno, nel cuore di una città di pietra scura, le immagini de Le avventure del Barone di Munchausen si dimenavano su uno schermo gigante che torreggia su una piazzetta illuminata dalla luna. Mentre i bambini giocano, le persone sedute […] mangiano, conversano e guardano catturate dal film. Altri preferiscono fuggire cercando la salvezza nel bar locale. Ma non c’è modo di fuggire. Una luce brilla da dietro il bar e getta le ombre dei bevitori attraverso la piazza sullo schermo. Lì si mescolano con i personaggi del mio film, in una danza reale e fantastica allo stesso tempo, che rimane per sempre impressa nella mia memoria. L’Umbria film Festival di Montone può suscitare questo tipo di emozioni. È un evento magico e sono fiero di farne parte».

Penso che queste parole di Terry Gilliam descrivano perfettamente l’atmosfera del festival.

Infatti l’Umbria film Festival sconvolge totalmente la vita delle persone che vi abitano. Si crea un cortocircuito della quotidianità dell’esistenza che il Festival stravolge, cambiando le regole della città e dei suoi individui. È un evento temporaneo all’interno della norma in cui l’ordinario incontra lo straordinario.

Ospiti giganteschi del calibro di Terry Gilliam, Ralph Fiennes, Rachel Portman e Edgar Reitz sono stati qui e tutti loro hanno colto questo spirito di purezza e amore per il cinema.

Umbria Film Festival

Per non parlare poi della bellezza dei film proiettati. Dall’iconico Un ultimo affare, al romantico The Kidness of Strangers, al divertente L’amore a domicilio, la gamma delle pellicole proiettate è molto ampia e variegata; cattura l’attenzione del pubblico che ogni sera si ritrova puntuale in piazza Fortebraccio, desideroso di gustare sempre un film diverso.

Quindi non ho solo visto dei film iconici e diversi nel loro stile, ma ho anche incontrato degli ospiti incredibili che hanno deciso liberamente di dialogare con me e concedermi delle interviste. È da segnalare in questa operazione la gentilezza degli uffici stampa Carlo Dutto e Raffaella Spizzichino che si distinguono non solo per la loro immensa professionalità, ma anche per la loro umanità e il loro spirito di iniziativa.

Che dire dunque? In questo ambiente non solo ho potuto approfondire il mio amore per il cinema, ma ho anche sviluppato una mia dimensione spirituale, in relazione alla purezza dell’ambiente e all’autenticità della città.

Nella città di Montone si respira un sentimento di sacralità, una sacralità laica che coincide proprio con quel sentimento di verità tanto caro a Pasolini. Posso infatti dire che il Festival di Montone mi abbia aiutato a crescere non solo a livello professionale, ma anche umano e per questo sarò sempre grato a tutti coloro che ho incontrato per avermi aiutato in questo percorso. Grazie Umbria Film Festival.

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