Che il cinema sia da sempre affascinato dal tema dei disturbi psichici, è un dato di fatto. A volte con toni leggeri, come nel tenerissimo Lars e una Ragazza Tutta Sua in cui il giovane protagonista è convinto di essere fidanzato con una bambola, a volte con risvolti drammatici, come ne Il Cigno Nero dove la voglia di primeggiare spinge una giovane ballerina alla follia, la tematica è stata affrontata e approfondita in tutte le sue sfaccettature. In tempi recenti, a inoltrarsi nei complicati meccanismi della psiche umana ci ha pensato M. Night Shyamalan nel 2016 con Split (qui ne parliamo approfonditamente).
Il film è un thriller incentrato sul rapimento di tre adolescenti da parte di Kevin Wendell Crumb, un uomo affetto da disturbo dissociativo dell’identità. Al di là della trama della pellicola e del suo svolgimento, il punto forte di Split è il personaggio interpretato da James McAvoy che sfoggia tutto il suo talento districandosi abilmente fra le molteplici personalità presenti nella mente di Kevin. Forse però non tutti sanno che la figura di questo disturbato protagonista è ispirata a quella di un uomo realmente esistito e che nel corso della sua vita ha dovuto sopportare la convivenza forzata con ben ventiquattro identità. Il suo nome era Billy Milligan e questa è la sua terribile storia.
Le prime manifestazioni del disturbo e i primi reati
La malattia che afflisse Billy Milligan iniziò a manifestarsi nel 1959, quando ad appena quattro anni si fece largo la prima personalità. Cinque anni dopo la sua già fragile psiche si disgregò totalmente in seguito alle violenze sessuali perpetrate dal patrigno. Nel bambino affiorarono così le ventiquattro identità che lo tormentarono per buona parte della sua vita.
Inizialmente il giovane Billy non riusciva a comprendere ciò che gli stava capitando. Aveva vuoti di memoria, sentiva voci e cadeva spesso in trance. A quindici anni fu quindi ricoverato in un istituto psichiatrico da cui uscì a patto che continuasse le terapie iniziate in clinica. Le cure però non gli giovarono. Billy stava sempre peggio e per la disperazione arrivò a tentare più volte il suicidio.
A soli diciassette anni il ragazzo iniziò anche a compiere terribili reati. Billy fu arrestato per aver sequestrato e stuprato due prostitute e trascorse diverso tempo in un campo correttivo giovanile. Dopo la scarcerazione, le sue personalità continuarono a prendere il sopravvento spingendolo a compiere altri crimini e di conseguenza a finire ancora dietro le sbarre.
Il processo per stupro
Nel 1977 fu accusato di aver rapito, violentato e rapinato tre studentesse universitarie. Le prove contro di lui erano schiaccianti, così il ragazzo fu incarcerato in attesa di processo. Durante gli interrogatori Milligan mostrava sempre un comportamento diverso apparendo ogni volta una persona totalmente differente. In alcuni momenti era fragile e impaurito, in altri sfoggiava invece un’insolita arroganza.
Una prima perizia psichiatrica decretò che Billy Milligan era affetto da schizofrenia acuta ma, dopo un attento esame da parte della dottoressa Dorothy Turner, si arrivò finalmente a scoprire che l’imputato soffriva di un disturbo di personalità multipla. La difesa puntò quindi sulla infermità mentale, e alla fine l’uomo fu ritenuto non colpevole e mandato in un ospedale psichiatrico per ricevere le cure adeguate alla sua patologia.
Il manicomio criminale
I guai per Billy però non finirono così. Sulla sua testa pesavano le accuse di reati compiuti precedentemente, dalle rapine alla detenzione illegale di armi. In quel caso il giudice decise di spedire Milligan in un manicomio criminale. La situazione precipitò ulteriormente quando i dottori dell’istituto dichiararono che l’accusato era affetto da una forma di schizofrenia e non gli fornirono l’adeguato supporto psichiatrico. Ciò portò a una ricaduta e le molteplici personalità presero il sopravvento sulla vera coscienza di Billy addormentandola per parecchio tempo.
La guarigione
Dopo essere stato trasferito in diversi altri istituti, nel 1981 riuscì a ottenere le cure adatte per la sua patologia e a iniziare un percorso di riabilitazione. Nel 1991 fu dichiarato guarito perché le sue ventiquattro personalità si erano fuse in un unico individuo e poté finalmente iniziare una vita normale. Si trasferì in California e aprì una casa di produzione cinematografica, ma morì nel 2014 a causa di un tumore per cui rifiutò ogni tipo di trattamento.
Le personalità di Billy
Ognuna delle personalità che viveva nella mente di Billy aveva una sua storia, una sua età e un suo diverso carattere. C’erano bambini, adolescenti e adulti suddivisi fra uomini e donne. C’era chi compiva attività criminali e chi era un fine cultore della musica e dell’arte. C’erano persino degli stranieri e chi parlava più lingue. Tutte le identità avevano delle peculiarità e delle caratteristiche che rendevano ogni individuo diverso dall’altro.
Il caso di Billy Milligan è unico al mondo. Oltre a Split, un altro film a lui ispirato (tratto dalla sua biografia Una Stanza Piena di Gente) dovrebbe presto essere realizzato. La voce della produzione della pellicola è in circolo già da diversi anni e il nome dell’attore che dovrebbe interpretare il ruolo di protagonista è quello di Leonardo DiCaprio. Con una storia tanto sconvolgente e un attore del calibro della pluripremiata star, non abbiamo dubbi sulla riuscita del progetto. E non vediamo l’ora di vederlo.