La vera storia di Hugh Glass, l’uomo che ispirò Revenant

Giuseppe De Santis

Gennaio 11, 2020

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Padre protettivo che dorme abbracciato al figlio per metà nativo americano; marito distrutto dalla morte della moglie e tormentato dal suo ricordo; anti-eroe tra due mondi in una guerra in cui scegliere tra cuore e ragion di Stato vuol dire perdere in ogni caso. Così ci viene presentato Hugh Glass nell’ouverture di Revenant, adattamento cinematografico tra vicende reali e la versione romanzata da Michael Punke per la regia di Alejandro G. Inarritu.

Gioventù sconosciuta

Ma chi si nasconde dietro le vicende violente e primordiali raccontate dal cineasta messicano e interpretate dall’immenso Leonardo DiCaprioHugh Glass nacque a Scranton nel 1783 da immigrati scozzesi o irlandesi di cui, tuttavia, non si ha alcuna attendibile nota biografica. La vita e la personalità dello stesso Hugh, prima di diventare esploratore e cacciatore di pelli, sono avvolte in un mistero di cui la lacunosa testimonianza di un amico ci fornisce solo pochissimi tratti. Pare che il ragazzo fosse un abile oratore e cantastorie e che attorno al 1820 si imbarcò come marinaio in una spedizione. Dopo qualche settimana, dei pirati francesi attaccarono e affondarono la nave su cui si trovava, facendolo prigioniero insieme ad un compagno.
Successivamente, vennero catturati dalla tribù Pawnee che risparmiarono Glass, uccidendo invece il suo compare.

Revenant

Già dietro questo evento si nascondono due delle numerose licenze drammaturgiche prese da Inarritu. Non c’è infatti alcun dato che confermi l’unione di Glass con una donna appartenente alla popolazione Pawnee e la nascita di un figlio di fatto “meticcio”. Inoltre, nella pellicola non si tratta delle numerose lotte territoriali in atto tra la popolazione adottiva dell’uomo e i rivali Arikara. La belligeranza di questi ultimi nel film è testimoniata solo dal loro attacco ai danni della spedizione in cui sono coinvolti Glass e il suo futuro rivale Fitzgerald.

La rivalità con Fitzgerald

Proprio i motivi della faida tra i due risultano essere completamente diversi e molto più “banali”, come testimoniano alcune carte di un tribunale del Nebraska e il resoconto, pur romanzato, effettuato da Punke nel suo adattamento della storia.
Il movente della vendetta, più che l’abbandono da parte di Fitzgerald come avviene in Revenant, sarebbe il furto del fucile di Glass da parte del compagno di spedizione. Vendetta, per altro, non conclusasi con l’uccisione del rivale. Egli infatti si era arruolato nell’esercito e questo ne garantiva l’immunità dall’incarcerazione. Se la cavò con un’ammenda di circa 3000 dollari per abbandono di un commilitone e disobbedienza all’ordine di un superiore e la restituzione dell’arma sottratta.

Revenant

Uomo vs. Natura

Ci sarebbe un’incongruenza anche sul periodo in cui è avvenuto il famigerato attacco da parte dell’orso. Revenant  infatti ci mostra un clima già piuttosto rigido, alle porte dell’inverno. Al contrario, le fonti fanno datare l’evento alla fine di Agosto o, al più, agli inizi di Settembre. Questo fattore avrebbe contribuito ad una fortunosa ripresa delle condizioni di Glass che, altrimenti, sarebbero state molto più difficoltose, se non addirittura impossibili.
Rimane abbastanza fedele il tracciato del percorso compiuto per raggiungere Fort Atkinson. La sua conoscenza delle lingue Pawnee e Mandan gli avrebbero garantito alcune soste in territori distanti da quelli degli Arikara e un aiuto nell’attraversamento di questi ultimi.

La fine del viaggio

Dopo le vicende raccontate nel film, Glass prese parte ad altre spedizioni, rimanendo per altro ancora ferito in uno scontro con gli Arikara che gli costerà altri mesi di convalescenza. Proprio questi ultimi saranno la causa della morte dell’uomo. Egli venne probabilmente ucciso e scalpato in un agguato nei pressi del fiume Bighorn. Di lui vennero rinvenuti solo alcuni effetti personali in possesso dei nativi americani, ma del corpo non si trovò mai traccia.

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