Scarlet Witch – La tristezza di una madre
Maggio è arrivato, e con esso Dr. Strange e il Multiverso della follia. La nuova produzione Marvel amplia gli accenni al multiverso individuati in Loki e in Spider-Man: No Way Home che hanno stuzzicato la fantasia dei fan della Casa delle Idee. Ad anni di distanza dal film sulla sua origin story, Steven Strange non è più lo Stregone Supremo del Sancta Sanctorum di New York, dopo essere stato “blippato“ per cinque anni.
La sua comparsa nelle storie dedicate ad altri personaggi ormai è una costante cui i fan si sono abituati, dato che il personaggio interpretato da Benedict Cumberbatch è il nuovo leader degli Avengers dopo la dipartita di Iron Man.
Quello a cui non ci si è ancora abituati, forse, è individuare quanto fragili possano essere personaggi dotati di poteri spettacolari e invidiabili, che potrebbero aiutare chiunque a gestire le difficoltà comuni della vita quotidiana.
In questo capitolo, riemergono i traumi di Steven sul suo amore per Christine Palmer, i suoi rimpianti e la sua inconsapevole infelicità. Le arti mistiche non lo salvano dalle sue scelte e dal suo passato, che tornano prepotenti quando nella sua vita arriva America Chavez.
SEGUONO SPOILER
Chi è il nemico?

All’inizio del film, si capisce ben poco di quello che sta succedendo. Un’altra versione di Dr. Strange e una ragazza scappano da un demone in un luogo cosmico ed etereo, al centro del quale si trova un libro estremamente prezioso dai poteri sconosciuti. La missione fallisce, Strange muore e la ragazza viaggia in modo apparentemente inspiegabile nell’Universo dello Strange che abbiamo conosciuto, quello della Terra 616.
Mentre gli eventi si dispiegano e prende forma il problema principale del racconto, emerge innanzitutto la solitudine di Strange di fronte alla sua amata Christine Palmer, sposata con un altro uomo in seguito alla sua assenza a causa del blip.
Quando Wong arriva e la ragazza, America Chavez, racconta la sua storia, prende forma la stessa preoccupazione vista dopo l’errore commesso con l’incantesimo richiesto da Peter Parker. L’esistenza stessa del Multiverso sembra essere la minaccia principale alla tranquillità di coloro che sono sopravvissuti ai Chitauri, a Ultron, a Thanos.
Questo misterioso concetto sembra contenere demoni e sofferenze che spaventano il pianeta, dopo aver raggiunto un equilibrio in una Galassia libera dalle minacce delle Gemme dell’Infinito o di Hydra.
Eppure, senza una volontà in grado di sconvolgere gli equilibri tra gli universi, nulla di oscuro dovrebbe accadere. Purtroppo, ovviamente, appare all’orizzonte una minaccia tremendamente disperata.
Wanda Maximoff e Scarlet Witch

La prima volta che Wanda Maximoff si è mostrata in tutto il suo silenzioso dolore era un personaggio secondario che non comprendeva totalmente i propri poteri magici, mentre Ultron cercava di annientare gli Avengers.
In seguito la sua fiducia è cresciuta, si è circondata di persone che l’hanno amata, ha condiviso con Visione un amore che le ha ridato speranza e contenimento, e tutto sembrava andare bene. Fino a Thanos, fino al momento in cui Visione è stato privato della Gemma che lo rendeva vivo. Costretta a strapparla dalla sua fronte, per salvaguardare l’esistenza di mezzo universo. Da quel momento in poi, la disperazione da cui proveniva ha ripreso forza e Wanda si è crogiolata nuovamente nella sua tristezza.
WandaVision esplora le conseguenze di questa solitudine, questa incapacità di andare avanti e la forza traumatica di un dolore che sprigiona tutta la devastazione della sua volontà di potenza. Wanda usa i suoi poteri magici per creare un luogo in cui è felice. Alimentando le speculazioni diagnostiche psichiatriche sui suoi tratti evitanti, dipendenti e ossessivo-compulsivi; i comportamenti della strega più forte del MCU generano comprensione, generano tristezza, ma non per questo non sono condannabili. Alla fine salva Westview e riesce a redimersi, correggendo i propri errori, ma all’inizio del secondo Doctor Strange, è tornata dov’era a causa del Darkhold, un tomo magico che ha corrotto i suoi desideri.
Scarlet Witch e il materno arcaico
Al centro delle paure di America Chavez, dunque, c’è proprio Wanda, o meglio Scarlet Witch, che nel Darkhold ha trovato il segreto per ricongiungersi all’oggetto dei suoi sogni: i figli, Billy e Tommy. I sogni diventano quindi finestre sulle differenti versioni di lei, su un’impossibile famiglia felice.
Questa madre orfana, sola e che sente la mancanza di qualcosa che non ha mai avuto, scaglia su Doctor Strange tutta la sua furia disperata e inconsolabile. La simulazione di Westview sembra aver amplificato quei tratti dipendenti e ossessivo-compulsivi che qualcuno con i suoi traumi possiede già, portandola in un Multiverso di conflitti e non-sense.

Strange e America vengono scagliati nell’universo della Terra 838, dove Mordo è lo Stregone Supremo e introduce il protagonista alla profanazione del Dreamwalking, incanto oscuro adottato da Scarlet Witch per raggiungere America in quel mondo.
Gli Illuminati – composti da eroi noti e ignoti che rappresentano un cameo tanto gradito quanto inefficace – non possono nulla contro il desiderio di Scarlet Witch di ottenere i poteri di America e raggiungere i figli in ogni universo in cui ciò è possibile.
Al centro del Multiverso della Follia, dunque, il motore che crea lo scontro con l’eroe e le sofferenze conseguenti non è generato da alieni, organizzazioni criminali o mostri corrotti. La più umana delle ragioni, un amore materno smisurato e perverso, costringe Strange a difendere America attraverso dimensioni parallele, a possedere cadaveri e ad affrontare il suo amore egoistico per Christine.
Cos’è il dolore, se non l’amore che persevera?
Scarlet Witch costruisce un tempio tanto solenne quanto profano intorno all’amore per i figli, nati nella simulazione creata a Westview, e idealizza questo tempio oltre ogni ragionevole equilibrio mentale. In tutto questo non c’è spazio per Wanda – debole, fragile e ancora intrappolata nelle macerie della casa di famiglia a Sokovia.
Questo fantasma arcaico di un amore materno tossico e ingestibile è la molla del dolore che sostiene la follia del Multiverso Marvel, esattamente come aveva sostenuto la degenerazione di potere e dominio di Cersei Lannister a King’s Landing.
La psicoanalisi, tra le altre discipline umanistiche, offre una chiave di lettura per spiegare, approfondire e problematizzare questo attaccamento oggettuale così smisuratamente idealizzato verso figli più virtuali che reali, estensioni del narcisismo parziale e insicuro della Scarlet Witch.
Il film si sviluppa, non importa chi otterrà cosa o se Strange riuscirà a difendere America, ciò che importa è la sensazione di rassegnata compassione che accompagna la percezione dello spettatore dinanzi alla folle caduta di Wanda nella solitudine e nella pulsione di dominio.
L’altro materno arcaico, la simbiosi originaria, la paura del crollo e del fallimento del legame. Wanda trova questo nel Darkhold, e questo è il motivo per cui Scarlet Witch compie profanazioni attraverso i diversi spazi del multiverso. Prima di correggere il suo errore e riconoscere la folle natura del suo amore.
Fino al prossimo episodio, fatto di ulteriore dolore, ulteriore desiderio e ulteriore potere.