Si scrive Alfred Hitchcock, si legge “re della suspense”. A più di quarant’anni dalla sua scomparsa, il regista britannico è ancora oggi considerato il maestro indiscusso del genere thriller. Nessuno è infatti mai riuscito a raggiungere la sua stessa abilità nel tenere gli spettatori col fiato sospeso. Alcuni dei colpi di scena presenti nelle sue pellicole hanno fatto scuola, fornendo una importantissima fonte di ispirazione per tutti i suoi colleghi che si sono cimentati con film ad alto tasso adrenalinico.
Ma alla fine non c’è stato niente da fare. Trovare un degno erede di Alfred Hitchcock è impresa ardua. Lui riusciva sempre a creare atmosfere cariche di tensione attraverso un uso semplicemente magistrale della macchina da presa e grazie alla sua capacità straordinaria di estrapolare sempre il meglio dagli attori. Non mancavano colonne sonore da brivido che contribuivano ad aumentare il carico di tensione. Con questi elementi, nella sua lunga carriera il regista ha confezionato scene diventate leggendarie. E allora oggi ci concentreremo proprio su di loro. Su quei momenti che ci hanno fatto salire le pulsazioni e aumentare la sudorazione. Ecco allora 7 fra le scene più ansiogene dei film di Alfred Hitchcock.
Il Sipario Strappato
Iniziamo questa breve carrellata col lavoro di Alfred Hitchcock che riscosse meno successo di critica e pubblico: Il Sipario Strappato. Alla sua uscita nel 1966, la pellicola fu stroncata perché ritenuta piatta e fiacca e non di certo all’altezza delle precedenti opere del regista. In realtà, il thriller incentrato su un fisico americano infiltrato nella Repubblica Democratica Tedesca per carpire importanti segreti militari, può vantare la presenza di alcune scene iconiche capaci di tenerci sulle spine in modo eccezionale. Una su tutte riguarda la fuga dello scienziato e della sua compagna (interpretati da Paul Newman e Julie Andrews) su un pullman carico di profughi.
La scena
Il fisico ha appena concluso la sua missione dopo una serie di peripezie. Non gli resta altro da fare che tornare in patria il più velocemente possibile per sfuggire alla polizia della DDR. Per farlo, lui e la sua fidanzata salgono su un finto autobus di linea che in realtà trasporta dei dissidenti che vogliono lasciare la Germania dell’Est. Ma il vero autobus di linea è poco distante e il pericolo che il loro trucco venga scoperto a un posto di blocco si fa sempre più concreto. Assistiamo quindi ad alcuni interminabili minuti in cui i due protagonisti e il resto dei passeggeri corrono dei terribili pericoli. E a noi sembra di correrli assieme a loro.