Il risentimento, la paura, l’invidia sono emozioni che ogni essere umano prova. I sentimenti negativi producono agglomerati di Energia Malefica in ognuno di noi. L’accumularsi di queste sensazioni provoca la nascita delle Maledizioni. Di ogni forma e terrore, le Maledizioni nascono dagli uomini stessi. Dalla superstizione e dalla paura della terra, della foresta e del mare. Dall’odio dell’uomo verso i suoi simili, un giorno, di un anno indistinto, in un luogo che non ci è dato sapere, è nato Mahito.

Come un cuore pulsante, l’universo narrativo di Jujutsu Kaisen è in continua espansione. Nuovi e vecchi personaggi entrano e escono dalla scena seguendo un ritmo armonioso e non (ancora) banale. I 24 episodi dell’anime, prodotti dallo Studio MAPPA nel 2021, hanno fatto raggiungere al titolo l’Olimpo degli shōnen. La storia di Itadori Yuji, recipiente del Re delle Maledizioni Sukuna e dell’Istituto di Arti Occulte, ha raccolto milioni di fan in tutto il globo.
L’opposizione tra luce e ombra è uno degli argomenti centrali del manga. La magia nera accumuna tutti gli stregoni che, controllando l’Energia Malefica, decidono di proteggere il mondo visibile liberandolo da tutte le Maledizioni. Chi invece ha scelto di usare l’Energia Malefica per i suoi scopi personali diventa uno Stregone Nero e può arrivare a collaborare con le Maledizioni di livello più alto.
I villain di Jujutsu Kaisen si presentano da subito come molto violenti e spietati. Ma se Maledizioni come Jogo e Hanami, con un character design naturale, spaventano, restano anche associate al mondo della magia: è il corpo in carne e ossa di Mahito che più deve far paura.
Mahito, l’unico amico di Junpei
Per la prima parte del manga però, Mahito, essendo di forma umana, non sembra avere intenzioni così malvagie. Un pomeriggio nel cinema della città vengono trovati tre corpi interamente deformati. Nella sala vengono registrate altre due presenze oltre alle vittime. Mahito risparmia infatti un ragazzo seduto poco dietro di lui, Junpei. Affascinato dal rancore che prova il ragazzo nei confronti dei suoi coetanei, Mahito lo addestra a usare la sua Energia Malefica con lo scopo di raggiungere Yuji e colpirlo poi alle spalle.

L’odio del giovane Junpei, mira dei suoi compagni più grandi dalle elementari, crea una quantità immensa di Energia Malefica utile a fargli raggiungere un livello notevole in breve tempo. I due finiscono per scontrarsi, ma alla fine del combattimento Junpei finisce ucciso dallo stesso Mahito. Spietato e sadico, Mahito usa i sentimenti di un giovane uomo a suo piacimento ricadendo nella definizione di stregone nero, usando i suoi poteri solo per tornaconto personale. La morte di Junpei è forse uno dei colpi più bassi di tutto Jujutsu Kaisen: il futuro che già lo vedeva accanto a Yuji, Megumi e Nobara si sgretola sotto i piedi del giovane stregone che brama così la sua vendetta.
Mahito: anima e spirito
I filosofi si sono interrogati per millenni sull’esistenza di un anima, sulla distinzione tra anima e spirito, sul suo legame con il corpo. Mahito serve proprio per rispondere a questo interrogativo: la distinzione tra spirito e anima non esiste. Non c’è nessun soffio vitale (definito spirito); esiste solo un centro energetico all’interno del nostro corpo che ci definisce in quanto umani.
Ogni stregone e Maledizione possiede una capacità unica. Una tecnica legata alla propria indole irripetibile e imbattibile. Figlio dell’odio verso il suo prossimo Mahito controlla l’anima, sfigura la parte più interna di noi. É l’anima che dà la forma al corpo e con un solo tocco riesce ad alterarne l’aspetto. I primi umanoidi infatti, affrontati da Nanami e Yuji fuori dal cinema, altro non sono che studenti delle superiori ai quali è stata toccata l’anima. Mutazione oziosa infatti, cambia esternamente il corpo di un umano lasciando però vigile l’anima, imprigionata in una gabbia di sofferenza fisica estrema che termina solo con la morte del soggetto.

Illuminazione schizofrenica
I domini sono la caratteristica più innovativa di Jujutsu Kaisen: un luogo astratto in cui imprigionare il nemico, dove la propria tecnica diventa infallibile. Questo contenitore di magia porta i combattimenti su tutto un altro livello. Il primo dominio mostrato nella serie è stato vuoto incommensurabile di Gojo Satoru, lo stregone più potente in vita, ma quasi tutti i personaggi ne possiedono uno.
Durante lo scontro con Nanami e Yuji, Mahito sfodera il suo dominio Illuminazione schizofrenica: un intreccio di mani soffocante che intrappola la preda al suo interno estendendo il potere del tocco dell’anima a ogni superficie. Inghiottiti in un pozzo senza fondo di terrore soffocante, chi si ritrova in Illuminazione schizofrenica non ha via di scampo se non uscirne profondamente cambiato. Letteralmente.