Heartstopper è una serie TV britannica a tema queer tratta dall’omonima serie di romanzi grafici e webcomic scritta e ideata da Alice Oseman. La serie racconta la storia d’amore adolescenziale tra Charlie Spring e Nick Nelson, esplorando anche le vite dei loro amici Tao, Elle, Isaac, Tara e Darcy.
Charlie è un ragazzo del secondo anno, nerd, amante della musica e gay; frequenta amici come lui, “sfigati” e relativamente emarginati dal contesto scolastico. Diversamente, Nick Nelson fa parte del gruppo dei fighi del terzo anno, quelli che giocano a rugby e “dominano” la scuola.
Nel corso della serie si assiste ai comuni meccanismi di bullismo, discriminazione, pregiudizio e stereotipo di cui i protagonisti LGBTQI+ sono vittime, da parte dei soggetti più popolari della scuola, esattamente come avviene nei contesti reali. Tra i corridoi della Truham Grammar School, dunque, Charlie litiga con il suo ex, Ben – che non ammette di essere omosessuale, negandolo a sé stesso – e fa amicizia con Nick, che sta attraversando una fase di scoperta dell’identità e del suo orientamento sessuale.
Ben presto, l’amicizia tra i due si tramuta in qualcosa di più profondo, e il sentimento che li unisce emoziona entrambi: Charlie è il primo e unico ragazzo della scuola a fare coming out, non per scelta ma semplicemente perché le voci corrono molto velocemente. Diventa così subito il centro dell’attenzione, ma anche di atti di bullismo che, seppur piccoli, sono sempre presenti. Dall’altra parte c’è Nick, e nessuno penserebbe che possa essere gay: l’atleta della scuola con decine di ragazzine ai suoi piedi è quanto di più eterosessuale ci possa essere agli occhi degli altri.
Heartstopper – Il coming out tra tabù e necessità

Insieme a Tara e Darcy, Charlie e Nick diventano la seconda coppia gay dichiarata dell’istituto, e devono necessariamente affrontare le complessità che derivano da questa esposizione: nella serie, il coming out è affrontato in maniera al tempo stesso leggera e profonda. Sono presenti sia la sensibilità al tema che le complessità tipiche di un processo d’integrazione di parti diverse del Sé, che, come nel caso di Nick, si traducono nella sensazione di essere bisessuale.
Da quello che si evince dalla presentazione dei personaggi amici di Charlie, protagonisti della serie, pare proprio che per loro il coming out abbia rappresentato sia una liberazione che una fonte di maggiore discriminazione: grazie a questo gesto, essi hanno potuto viversi e sentirsi spontaneamente in accordo con la propria natura, ma al tempo stesso si sono inevitabilmente esposti alle tipiche forme di discriminazione che qualcuno mette in atto quando è spaventato da qualcosa che non riesce a comprendere totalmente, come fanno i bulli dominanti della scuola.
La realtà rappresentata nella serie, dunque, è positiva anche se complessa: com’è noto, purtroppo non è sempre così, e il pregiudizio e la xenofobia possono comportare a volte conseguenze drammatiche, come il suicidio o i disturbi mentali. Di Heartstopper è sano sicuramente prendere in prestito la proverbiale inclusività, la volontà di sottolineare il valore della gentilezza, i sorrisi e l’apertura di un mondo che rende gli sfigati dei protagonisti un po’ meno sfigati.
Quello che nasce tra Charlie e Nick nel corso di questi episodi è dolcissimo, ed è rappresentato in modo estremamente delicato e significativo all’interno di una cornice in cui ciascuno dei personaggi principali ha il suo ruolo determinante.
Si potrebbe dire che Heartstopper è una serie sui sentimenti, prima di essere una serie sul coming out e sull’orientamento sessuale. E che essere sfigati in quella scuola non sia tanto negativo, nella misura in cui il clima quasi fiabesco che si respira consente di viversi bene senza troppi patemi.
Heartstopper – Il ruolo degli adulti

Nella serie, gli adulti rivestono ruoli determinanti: genitori e insegnanti sono spesso e volentieri premurosi e sensibili di fronte alle esigenze dei ragazzi, come dimostrato dal padre di Charlie quando questi viene invitato al cinema con gli amici bulli di Nick, oppure dal docente di arte, che mette a disposizione la propria aula per dare ai protagonisti un riparo dalle stigmatizzanti voci di corridoio. Inoltre, la madre di Nick è molto sensibile al coming out del figlio nell’episodio finale della stagione, dimostrandosi aperta e matura. Un ruolo particolare è rivestito anche dalla coach dei team sportivi dell’istituto, che è molto protettiva nei confronti di Charlie quando questi confessa di non voler più prendere parte alla squadra di rugby.
La rappresentazione fornita dai ruoli di questi personaggi adulti è sia positiva che estremamente romanzata: da un lato, essa è un modello ideale ed esemplare di comportamento per la collettività, la società e gli spettatori della serie; dall’altro, rappresentando in modo così facilmente inclusivo i comportamenti di questi personaggi, senza tenere sempre conto delle difficoltà emotive, sociali, cognitive che si attivano nella relazione e nella rappresentazione della relazione tipica di un sistema familiare quando una novità di tale portata emerge, anche banalizzando le complessità che possono pervadere un’esperienza come il coming out.
Questi adulti rivestono quella che, da un punto di vista psicologico culturale, è definita funzione di scaffolding, ovvero un fisiologico e superfluo ma al tempo stesso preziosissimo sostegno che garantisce ai protagonisti in fase di sviluppo una base rispetto alla quale poter venire meno senza accumulare angosce troppo devastanti.
Si mettono a disposizione senza davvero mettersi a disposizione, vivendo la loro vita ma lasciando ai figli la possibilità di crescere, di sbagliare e di soffrire, come giusto che sia.
Anche in questo senso, forse, ciò che è sfigato in Heartstopper non lo è davvero, perché si riscatta moralmente attraverso la sua stessa esistenza ingenuamente felice.