Ancora prima che i sette episodi iniziali della quarta stagione della serie creata dai fratelli Duffer arrivassero su Netflix era chiaro che Stranger Things 4 Vol. 2, con gli ultimi due attesissimi episodi, fosse pronta a ribaltare le carte in tavola ancora una volta, proponendo una narrazione ancora più matura e drammatica a circondare i nostri amati protagonisti di Hawkins.
La stagione Vol. 1 aveva preferito la spettacolarizzazione all’azione. Tre posti diversi, una serie di omicidi che lasciavano presagire l’arrivo di una nuova minaccia contro cui la banda di liceali disadattati avrebbe dovuto combattere, qualche indagine e alcune trame sentimentali appena accennate.
Sebbene la lunghezza dei due episodi finali possa sembrare a tratti estenuante, è indubbio che gli episodi otto e nove della quarta stagione di Stranger Things regalino tante emozioni e spunti di riflessione per la futura (e ultima) stagione dello show.
In questi giorni possiamo dire abbastanza tranquillamente che la poetica della storia abbia raggiunto il proprio culmine, iniziato anni fa con il pilot della prima stagione: con l’introduzione di Vecna/Henry/One tutto ciò che riguarda i rapporti tra Hawkins e il Sottosopra diventa più chiaro e comprensibile, e anche il ruolo di Eleven assume finalmente significato definitivo.
Stranger Things: La battaglia tra Vecna e Undici

Quella tra Vecna (Henry/Uno) e Undici è la battaglia svelata dall’ultima stagione di Stranger Things. Si potrebbe dire che il Sottosopra abbia operato nell’ombra a Hawkins anche nelle precedenti stagioni, ma solo in questi episodi finali lo scontro si è articolato fino in fondo, seppur parzialmente.
L’elemento principale del finale della quarta stagione, forse, non è neanche l’azione in sé o lo scontro di poteri tra la protagonista e l’antagonista, quanto l’adozione di uno stile e di una struttura narrativa tesa a esplicitare che quello che è successo prima non è altro che l’antefatto di questa battaglia.
Vecna, infatti, c’è sempre stato: lui è l’antieroico e mostruoso esploratore con disturbo borderline di personalità (come Anakin ne La vendetta dei Sith, per intenderci) che non riesce a tollerare l’esistenza di un regolamento civile umano basato sulla mediocrità e sulla debolezza.
Il Demogorgone e gli altri mostri del Sottosopra sono arrivati a Hawkins non per caso, ma perché quelle porte (aperte da Undici durante gli esperimenti col Dott. Brenner) erano già un segnale della connessione tra lei e Uno, il primo ragazzo dotato di poteri ospitato dal laboratorio di Hawkins.
Sulle sue origini e sul rapporto con la Casa di Victor Creel (così simile alle case infestate dei film horror americani) esprimono un’angoscia esistenziale che ha accompagnato questo antagonista sin dalla sua infanzia.
Il finale della quarta stagione di Stranger Things ruota intorno a quest’angoscia, intorno a questa ossessiva incapacità di accettare l’ordine umano delle cose e ne fa il suo elemento centrale.
La battaglia tra i due ragazzi speciali, quindi, è solo l’esito di un conflitto cominciato nel passato, quando Uno ha tentato di imporre il proprio dominio sul mondo umano. Undici, allora appena una bambina, fu in grado di riconoscere la minaccia rappresentata dal giovane e per questo lo spedì nel Sottosopra.
Stranger Things: L’importanza del cuore

Molto di quello che succede nel corso degli episodi finali, e in particolare nell’ultimo episodio della quarta stagione di Stranger Things, è merito dei legami che i protagonisti hanno formato nel corso delle precedenti stagioni.
L’ultimo episodio di Stranger Things ruota anche molto intorno al concetto di amicizia: forse in misura maggiore rispetto alle stagioni precedenti, in queste scene finali della storia i protagonisti di Hawkins sono stati più costretti ad agire sia separati che uniti; a maggior ragione, il risultato che riescono a raggiungere è estremamente importante e potente. Mike, Will, Jonathan e Eleven si trovano in viaggio; Dustin, Lucas, Erica, Steve, Nancy, Robin ed Eddie si trovano tra la Hawkins buona e quella del Sottosopra nel tentativo di abbattere definitivamente la minaccia rappresentata da Vecna; infine, in Russia Joyce cerca di salvare Hopper.
Nonostante la distanza, tutti i protagonisti restano psicologicamente e affettivamente connessi tra loro grazie al senso di appartenenza, di sopravvivenza e di riconoscimento che li unisce. Come dimostra il bellissimo disegno realizzato da Will, a tenerli insieme non sono i poteri di Undici oppure D&D, ma il bene che questi ragazzi si vogliono.
Un’altra considerazione che trova nel finale di stagione il proprio momento catartico consiste nel fatto che fino a quel punto, proprio alcuni personaggi in passato essenziali come Mike, erano stati poco incisivi nella battaglia contro il Sottosopra.
Questa tendenza negativa viene invertita proprio nel finale di stagione, quando è proprio il discorso motivazionale di Mike a scatenare i poteri di Undici nel momento più disperato del confronto, quando Vecna era sul punto di prendere la vita di Max.
Intorno a Max andrebbero invece fatte tantissime considerazioni, ma è proprio a causa sua che il finale di stagione assume risvolti inquietanti: il suo coma, che sembra irreversibile, ammanta di ambiguità i destini di Vecna e Hawkins, perché se il nemico sembra essere stato momentaneamente sconfitto, quelle nubi che compaiono all’orizzonte nella scena finale dell’episodio non lasciano presagire nulla di positivo per i nostri eroi.
Nella nota conclusiva di questo breve approfondimento sul finale di Stranger Things 4, vuole trovare spazio un emotivo ricordo di Eddie, della sua morte e della sua apologia a opera di Dustin. Il confronto nella palestra con lo zio del giovane metallaro è probabilmente il momento più sensibile dell’intera stagione, perché in pochi episodi Eddie è stato capace di conquistare l’affetto di tutti i fan, e il modo in cui si è sacrificato per il suo amico è fortemente eroico. Addio dunque a Eddie, e che possa riunirsi a Chrissy da qualche parte nell’al di là dei fratelli Duffer.
Quello che rimane, in attesa della quinta e ultima stagione di Stranger Things, è la consapevolezza che gli eroi sono cresciuti ulteriormente, e che il loro rapporto si è fortificato ancora. In un modo o nell’altro, con i poteri di Eleven a proteggerli, saranno in grado di affrontare Vecna e il Sottosopra quando sarà necessario.