Esistono due tipi di dolore. Il dolore che ti fa male o il dolore che ti cambia. Ora, ti sto dando la possibilità di scegliere.
-Robert McCall
The Equalizer 2 inizia in maniera diretta e spietata, niente preamboli, niente giri di parole, solo Robert McCall e il suo obiettivo.
Diretto da Antoine Fuqua, già regista del primo capitolo, e interpretato dal magistrale Denzel Washington, questo seguito si dimostra all’altezza delle aspettative, un classico film d’azione alla vecchia maniera, uno dei pochi ormai di questi tempi, insieme a John Wick e Atomica Bionda, e come il suo predecessore, un fedele revival della celebre serie televisiva anni ottanta Un Giustiziere a New York.
La trama è semplice e lineare, non priva di cliché narrativi, ed è leggermente meno intrigante rispetto al primo film. Stavolta per Robert McCall è una questione personale: una sua amica è stata uccisa e i colpevoli non la passeranno liscia.
Le sequenze action non hanno nulla da invidiare al primo The Equalizer , la pellicola scorre piacevole alla vista, anche nei momenti più statici, in cui abbiamo l’occasione di conoscere meglio il nostro protagonista. Infatti, gli elementi che rendono davvero interessanti The Equalizer come serie sono la caratterizzazione e l’approfondimento psicologico di Robert McCall.
The Equalizer
La traduzione più corretta per il termine equalizer sarebbe giustiziere, eppure non rende perfettamente l’idea di ciò che il protagonista di questo film rappresenta. Letteralmente vuol dire “colui che pareggia i conti”, a qualunque costo e in qualunque modo. Robert vive in un mondo (che poi è anche il nostro) in cui ormai non esistono più buoni o cattivi, ma soltanto ciò che fai per tirare avanti e sopravvivere; una realtà difficile da accettare, un mondo imperfetto in cui chi sbaglia non paga per i suoi peccati, e i torti subiti, spesso da innocenti, non vengono riparati. Robert McCall interviene proprio per questo motivo, con l’intenzione di difendere chiunque sia vittima di soprusi da parte dei prepotenti, e lo fa senza un’apparente ragione, se non perché vuole farlo, anche se non conosce chi sceglie di proteggere. Non accetta le ingiustizie, cerca di ripararle.
Si apre quindi un tema scottante, sempre all’ordine del giorno: la sua è vendetta o è giustizia? McCall crede che il suo ruolo nel mondo sia quello di proteggere gli indifesi, ma per la strada giusta spesso si commettono le scelte sbagliate, e lui ne è consapevole. Robert sfugge ad ogni possibilità di definirlo, non è un giustiziere, non è un vendicatore. E’ un uomo abitudinario dal passato ambiguo e tormentato che vorrebbe che in questo mondo ognuno abbia ciò che si merita. La realtà non è equa, ma lui vuole renderla tale. Sa di aver fatto delle cose orribili, anche lui dovrebbe pagarla e continua a vivere con i suoi rimorsi. Forse per questo concede sempre ai suoi bersagli una possibilità di scegliere, una possibilità di rimediare ai propri errori, così che non debba ucciderli: crede nella possibilità di redenzione. Deve farlo, altrimenti perderebbe ogni speranza per sé stesso.
Un personaggio letterario
Molte sequenze del film ci mostrano la routine di Robert, e ciò che è evidenziato maggiormente è il suo essere un lettore accanito ,come la moglie, persa anni fa in un incidente. Un evento traumatico, che probabilmente spiega tutte le azioni di McCall in quanto giustiziere; qualcosa in lui si è rotto quando lei è morta, si potrebbe pensare che sia mentalmente deviato e per questo non riesce ad accettare qualsiasi tipo di ingiustizia, e sente il dovere di riparare.
Parti di questa psiche e mentalità si ritrovano nei libri che legge, sia nel primo sia nel secondo film; parliamo di un protagonista letterario poiché vi sono delle corrispondenze tra lui e i personaggi dei suoi libri. Sembra figlio delle sue letture.
Nel primo capitolo avevamo opere del calibro de Il Vecchio e il Mare di Hemingway e Don Chiosciotte della Mancia di Cervantes, mentre in questo The Equalizer 2 abbiamo Alla Ricerca del Tempo Perduto di Marcel Proust.
Robert McCall è un personaggio associabile ad ognuno di questi romanzi: un vecchio uomo stanco che affronta un oceano di criminalità, un cavaliere in cerca di giustizia in un’epoca in cui la cavalleria è morta, un uomo che vorrebbe recuperare il tempo con sua moglie, ormai perduto.
Se non fosse per le sparatorie e gli inseguimenti, girati con una regia viscerale e d’impatto, i due film de The Equalizer potrebbero essere definiti come film drammatici, e, in parte, sicuramente lo sono. Tra un combattimento e l’altro gettano spunti di riflessione su questioni quali la giustizia e la vendetta, l’odio e l’amore; quindi non vogliono solo intrattenere lo spettatore, ma vogliono anche che si faccia delle domande e, alla fine, faccia la scelta giusta.