I Gremlins.
Ammettiamolo, tutti abbiamo chiesto almeno una volta ai nostri genitori un cucciolo per natale. Che si trattasse di un cane, di un gatto, o anche semplicemente di un criceto, tutti siamo stati felici di avere il nostro animaletto domestico. Certo, dovevamo stare attenti a cosa fargli fare, ad esempio non dovevamo farli gironzolare per casa sporchi, non dovevamo permetter loro di distruggere i nostri compiti, non dovevamo dargli da mangiare dopo mezzanotte…
Il giovane Billy Peltzer, un ragazzino dalla famiglia alquanto strampalata (in primis il padre), riceve come regalo di Natale un Mogwai, una creatura dall’aspetto tenero e puccioso; insomma, uno di quegli animaletti in grado di intenerire anche i più scorbutici tra noi. Il suo nome è Gizmo.
Tuttavia ci sono delle regole da rispettare per questa strana tipologia di cuccioli. Non bisogna esporlo alla luce, non bisogna bagnarlo, e non bisogna nutrirlo dopo la mezzanotte.
Naturalmente queste regole vengono prontamente infrante. Per colpa dell’acqua, Gizmo si moltiplica, e i suoi cloni non sono affatto così docili come lui.
Al contatto con il cibo dopo la mezzanotte, i Mogwai abbandonano il loro aspetto tenerello per trasformarsi nei perfidi Gremlins, la cui unica vocazione è provocare il caos più totale.
Un caos che comincia come dei semplici scherzetti di natura puramente goliardica, ma che, man mano chre si procede, diventeranno sempre più pericolosi, fino ad arrivare, in alcuni casi, addirittura all’omicidio.
L’interessante sceneggiatura di Chris Columbus prende ispirazione dal mito dei Gremlins, che, secondo il folklore popolare, sono delle entità a cui sono attribuite tutte le catastrofi misteriose, come ad esempio un incidente aereo.
Ma Gremlins non è solo questo. Si tratta anche di un film per ragazzi, una storia di formazione. Billy cresce dal punto di vista emotivo: ha un nuovo amico, Gizmo appunto, che però è molto diverso da lui, e che è anche la fonte di tutti i problemi, ma anche la soluzione.
Per riuscire a risolvere questa piccola apocalisse dilagante, Billy dovrà fare i conti anche con la propria emotività: i temi dell’amicizia e del sacrificio sono gli argomenti che vengono trattati in modo mai banale, nonostante la forte atmosfera sardonica che aleggia in tutto il film.
Ma a frullare tutti gli ingredienti in un mix esplosivo di dirompente creatività e leggerezza è la sapiente mano di Joe Dante, che riesce, finalmente, a liberarsi dell’ombra ingombrante del suo scopritore e mentore Steven Spielberg (che in questo film figura come produttore).
Il punto di forza di questo film, infatti, è proprio il netto capovolgimento del modello spilberghiano. Per alcuni elementi l’influenza del regista di E.T. è ancora evidente, come ad esempio il fatto che il protagonista sia un ragazzino che, nella sua ingenuità, entra in contatto con una strana entità dai poteri misteriosi. Ma le somiglianze si fermano qui.
È uno di quei film che hanno contribuito nel creare la mitologia del cinema anni Ottanta; quella stessa mitologia di elementi recentemente tornati in voga grazie a prodotti come Stranger Things. Quindi quale miglior occasione per riscoprire o scoprire, nel caso in cui non l’abbiate ancora fatto, questa meravigliosa pellicola?