Full Metal Alchemist.
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” disse un tempo Antoine-Laurent de Lavoiser.
L’intera alchimia si basa sul principio dello scambio equivalente (qualcosa di molto simile alla legge della conservazione della massa): per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos’altro, che abbia il medesimo valore.
I fratelli Elric scopriranno troppo presto quanto è amara questa verità: dopo aver tragicamente te perso la madre tentano di riportarla in vita e, infrangendo il più grande tabù dell’alchimia, eseguono una trasmutazione umana.
L’esito è drammatico, poiché nulla ha un valore eguale a una vita umana la superbia dei due ragazzi è duramente punita: Alphonse, il più piccolo, perderà l’intero corpo e Edward sarà privato di una gamba (sacrificherà un braccio per riavere indietro l’anima del fratello e legarla a un’armatura, in modo da poterlo avere ancora con sé).
I due allora inizieranno un percorso, alla ricerca dell’unica cosa tanto potente da superare il principio dello scambio equivalente e fargli avere indietro i loro corpi: la pietra filosofale.
La trama di Full Metal Alchemist Brotherood è complessa e ricca di spunti ma, ridotta all’osso, può essere descritta come la commovente storia dell’uomo che costantemente si scontra contro i suoi stessi limiti: più grande è la superbia che lo muove, più rovinosi saranno il fallimento e l’inevitabile caduta.
Gli antichi Greci la chiamavano “Hybris“, il grande peccato dell’uomo, la ragione per cui l’Ulisse dantesco patisce avvolto in una lingua di fuoco: non si può sfidare il volere divino e, chi osa provarci, è destinato alla distruzione.
E, in Full Metal Alchemist, sono tanti i personaggi che la superba ambizione porta inesorabilmente alla rovina.
E’ uno degli episodi iniziali, estremamente toccante, a insegnare immediatamente allo spettatore la dura legge dell’alchimia.
Edward e Alphonse, alla ricerca di un modo per riavere indietro i loro corpi, consultano un Alchimista di Stato famoso per essere riuscito a creare una chimera parlante. Una mezza vittoria, invero, perché il mitico animale non era vissuto a lungo e, appena dopo la sua creazione, aveva pronunciato una sola e unica frase: “Voglio morire“.
Dopodiché si era rifiutato di mangiare ed era morto.
Ma all’alchimista serviva una nuova chimera per tener fermo il prestigioso titolo e, dopo aver mostrato ai due fratelli la sua nuova creazione, loro, con estremo dolore, si rendono conto che nello strano mostro convivevano un cane e una dolce bambina. La figlia dello stesso Alchimista di Stato che, dopo la madre, era stata immolata sull’altare della superbia del padre.
Full Metal Alchemist: il portale della verità
Abbiamo prima accennato al fatto che chiunque cerchi di riportare indietro i morti è destinato a perdere qualcosa, poiché la natura è fatta di leggi che non si possono infrangere. Ciò che non abbiamo detto è che a governare tale perdita è una sorta di legge del contrappasso.
La maestra di Alphonse e Edward aveva cercato di far resuscitare il figlio morto ancora in fasce. Catapultata davanti a una sagoma bianca che assumeva di essere l’Universo e trascinata in un portale che l’aveva dilaniata mostrandole verità sull’esistenza che il suo corpo, smaterializzandosi, non era riuscito a sopportare, era stata infine privata degli organi interni che le avrebbero potuto permettere di procreare ancora.
La pietra filosofale
Qual’è l’unica cosa sufficientemente potente da infrangere impunemente le leggi della natura, superando il principio dello scambio equivalente? La pietra filosofale: l’unica cosa in grado di riportare in vita i morti e permettere a chi ha perso qualcosa, poiché privata dal portale della verità di riaverla indietro. La pietra filosofale: l’unica cosa in grado di far riavere ai fratelli Elric i loro corpi.
Ma quale segreto si cela dietro un simile potere? Purtroppo la risposta è tanto oscura quanto intuibile.
Anche la pietra filosofale, che elude il principio dello scambio equivalente, viene creata proprio in virtù di detto principio e solo l’estremo sacrificio può generarla: a comporla sono proprio le vite umane.
Homunculus – Il piccolo uomo dell’ampolla.
La parabola della superbia che corrode l’uomo termina e si corona nella storia del principale antagonista dell’anime: il piccolo uomo nell’ampolla. In origine era solo polvere all’interno di una provetta, e il suo unico desiderio era quello di uscire dall’ampolla per vivere nel mondo esterno.
Grazie alla sua grande saggezza entrò nelle grazie di un Re, convincendolo che gli avrebbe fatto ottenere la vita eterna. Ma ciò che aveva promesso al sovrano l’homunculus progettava di tenerlo per sé e, creata una pietra filosofale, la usò per uscire dalla polvere e divenire carne.
Ma la ritrovata natura umana non era la meta finale ma solo il principio: il piccolo uomo nell’ampolla bramava di elevarsi ben al di là dell’umanità, inghiottendo lo stesso Fondatore. Così in primo luogo si liberò di tutto ciò che lo connotava come umano e dalla sua scissione nacquero sette nuovi homunculus: Greed, Lust, Envy, Gluttony, Wrath, Sloth e Pride, uno per ogni peccato capitale.
L’uomo nell’ampolla, rinnegando le debolezze e i peccati che corrodono l’umanità, sperava di abbracciare il divino dimenticandosi che, disdegnando quello che era stato il suo punto di partenza e prima conquista, si era inevitabilmente votato al fallimento.
Commovente è la scena finale, dove il piccolo uomo nell’ampolla ritorna davanti alla bianca sagoma dell’Universo e gli chiede dove abbia sbagliato.
“Non hai creduto in te stesso“, risponde l’Universo sorridendo, “tutto il potere che avevi l’hai rubato“.
E questa è una fondamentale lezione: l’homunculus che voleva abbracciare l’infinito per raggiungere i suoi scopi non hai mai lavorato su se stesso, divenendo pian piano e faticosamente migliore, ma ha scelto la via più facile: sfruttando il potere e le leggi dell’alchimia ha creduto di poter sovvertire l’ordine naturale, dimenticando che lo “scambio equivalente”, presto o tardi, arriva per tutti. Per lui che era arrivato così in alto, il sacrificio che l’Universo infine gli richiede non può che essere immenso e portare al totale annichilamento.
L’homunculus che voleva possedere la totalità delle conoscenze del mondo e divenire completo, libero, viene così risucchiato nel portale della verità da cui non c’è via di fuga.
La Verità, che porta la disperazione per fermare la presunzione, l’ha punito per l’estrema superbia, ripagando a caro prezzo il costo dei suoi desideri.
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