Luca Barera.
Coltivare le proprie passioni, riconoscersi nei propri interessi e realizzare i propri sogni sono elementi necessari nella formazione di una persona. Ciò permette a un soggetto di darsi significato e trasmetterlo in tutti i rami della propria vita.
Ce ne parla Luca Barera, un giovane regista mosso da autentica e pura passione. Il suo nuovo cortometraggio di ispirazione autobiografica, The Future Is Mine, racconta la storia Alessandro, un ragazzo che, innamorato della magia del cinema, decide di seguire il proprio sogno di cineasta. Quest’ultimo, però, è soffocato dagli ideali del padre e dall’egoismo della fidanzata. Sarà solo una sua vecchia amica, a dargli la forza di credere in ciò che vuole veramente.
The Future Is Mine, finalista al festival internazionale di Londra “First-Time Filmmaker Session 2019“, è stato proiettato presso il Teatro Guanella di Milano il 21 settembre 2019. Questo cortometraggio è stato fortemente voluto dal regista Luca Barera, e narra l’esigenza di aver rispetto per i propri sogni.
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Immagino che la storia che narri nel tuo film sia in parte autobiografica, o almeno questo è quello che traspare dall’emotività presente in The Future Is Mine. Un conto, però, è raccontare la trama della propria storia, un altro è mostrare la propria intimità. Per questo ti chiedo, quanto di sinceramente e intimamente tuo è nascosto nei dettagli di questo corto?
Direi che mi si possa riconoscere in molti dettagli, partendo proprio dal titolo del film che vuole significare che “Il futuro è mio” e di conseguenza scelgo io che cosa farne. Il fatto che a volte i tuoi familiari o le persone più care, come possono essere gli amici, non ti supportano nella realizzazione dei propri sogni, o meglio sono convinti che la cosa giusta per te sia un’altra, è una sensazione che può abbattere anche lo spirito più forte. Tuttavia, nonostante questo, credendo nelle tue capacità e con pressioni inimmaginabili, è possibile e necessario raggiungere l’obiettivo. Così ho realizzato “The Future Is Mine”.
Cosa ha significato per te lavorare su questo soggetto? Ti sei ritrovato ad affrontare di nuovo i tuoi demoni, le tue paure, i tuoi ostacoli; ma questa volta eri tu il regista e non il protagonista. Dirigere questo film ti ha permesso di imparare qualcosa di nuovo su di te?
Ho avuto l’esigenza di raccontare questa storia, questo corto e solamente coloro che mi sono stati vicini possono sapere quali sono stati i sacrifici che sono stati fatti per la realizzazione di “The Future Is Mine”. Purtroppo, i sogni spesso sono visti come una perdita di tempo, qualcosa di irraggiungibile, se non hai già buone possibilità economiche a sostenerti. Ma voglio dimostrare che vivendo con più determinazione, impegno e studio degli altri, posso raggiungere i miei obiettivi. Questo film mi ha ribadito che se una persona è determinata a realizzare qualcosa, non importa come o quando, ma prima o poi ce la farà.
Nel corto, Alessandro ce la fa, riesce a raggiungere il proprio scopo tramite la massima espressione della sua passione. Pensi che oggi ciò che serve ai giovani per realizzarsi e condurre una vita autentica sia inseguire i propri sogni a prescindere da tutto e da tutti?
La prima frase in “The Future Is Mine” è una citazione quella di Kant, che dice: “La moralità non è propriamente la dottrina del come renderci felici, ma di come dovremmo diventare degni di possedere la felicità”. Questa frase ha la funzione di presagio nel film. Io penso, infatti, che la vita sia una sola e troppo breve per correre dietro ai sogni delle altre persone lasciando da parte i propri. Penso che se una persona giovane, adulta o anziana che sia, se ha dei sogni e ci crede veramente deve perlomeno provarci, altrimenti lo farà qualcun altro al suo posto.
Questo non è il tuo primo lavoro da regista, cosa ha di diverso The Future Is Mine rispetto ai tuoi precedenti cortometraggi?
Innanzitutto, rispetto al cortometraggio realizzato nel 2018 “Io Sono Noi”, questo è un film di Fiction, mentre quello precedente è stato un docu-film in cui un uomo, Felice Savarese, racconta in prima persona la migrazione dal sud al nord negli anni ’60.
La produzione di The Future Is Mine è stata molto differente, perché si è cercato di reperire dei fondi attraverso una campagna crowdfunding, sono stati cercati dei partner che hanno contribuito fornendo le strutture o servizi per la realizzazione del film. CFP Bauer ci ha permesso di fare i casting del film presso la sua struttura. Lombardia Film Commission si è occupata dei permessi per i giorni di ripresa. Abbiamo avuto supporto dal mondo universitario, infatti la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti e l’Univeristà degli studi Milano-Bicocca ci hanno permesso di girare presso le loro strutture. Inoltre, il comune di Milano, dopo aver visionato la nostra idea sul nascere, ci ha concesso il patrocinio.
Ora che la passione di Alessandro, come del resto la tua, è stata realizzata, quali sono i progetti per il futuro?
Il progetto è quello di continuare nella realizzazione del mio sogno. Prossimo step, nel 2020, sarà realizzare un cortometraggio che mi permetta di affermarmi non solo in Italia, ma soprattutto a livello Internazionale.
Il trailer di The Future Is Mine di Luca Barera: