Il finale è sempre un momento difficile di un film, tra aspettative, presunte deduzioni, non sappiamo mai cosa accadrà dentro di noi dopo averlo visto. Deve avere un tono conclusivo, deve lasciarci qualcosa, raggiungere un apice emotivo, insomma gli spettano davvero tanti ruoli.
La La Land è riuscito in un qualcosa di davvero magico.
Un sogno non è la realtà, ma piuttosto una prospettiva su di essa, forse però una vita fatta solo di sogni non può concretizzarsi, perché il sogno pretende di più dalla realtà, pretende tutto quello a cui può aggrapparsi, amore e passione, gioia e tristezza, riuscire a realizzarsi ma non dover rinunciare a niente. Ecco il punto, loro ce l’hanno fatta, lui con il suo club, lei oramai una diva, ma forse non del tutto.
Si erano giurati amore eterno, ma allora perché non sono lì insieme ad amarsi?
Ecco che, per sbaglio, per caso, ma perché in fondo doveva succedere, non poteva non succedere, i loro sguardi si incontrano nel “loro” locale. Qui il capolavoro.
La La Land riesce a raccontarci, o meglio a mostrarci, il fantomatico “come sarebbe stato se” che sempre accarezzerà le nostre vite. Un’immagine, o meglio una sequenza, o meglio un’intera vita di enorme complessità, perché il “come sarebbe stato se” ha a che fare con troppe diverse sfaccettature di un essere umano, il ricordo, il rimpianto, la malinconia ed il sogno. Perché il “come sarebbe stato se” non è mai stato realmente ne mai sarà, ma allora come può esistere?
Vive nel ricordo ma il ricordo per definizione non è mai il reale passato, è sempre un nostro modo di vedere la storia, modificandone gli eventi in favore delle emozioni, vive nella malinconia perché ci affondiamo in qualcosa che non è più e mai più sarà, vive nel rimpianto perché avremmo voluto che così fosse a tal punto da “saper creare” quel mondo in cui così sarebbe stato, vive nel sogno perché abbiamo la capacità di creare una storia, una fiaba in cui quel “come sarebbe stato se” è davvero esisto, e La La Land ce lo mostra con una forza visiva, melodica ed emotiva indimenticabile.
Viviamo la loro storia, viviamo loro che vivono la loro storia, ma infine non è così che le cose sono andate, o forse si perché loro l’hanno saputo sognare, infine il cuore ci stringe forte perché quel sorriso d’addio non sarà mai abbastanza, perché loro si ameranno per sempre ma in realtà no, perché un sogno non è qualcosa da cui siamo capaci di svegliarci.