Agente Smith.
In un futuro non troppo distante, le macchine si sono ribellate a noi. Ne è conseguita una feroce guerra, che ci ha visti sconfitti, con le macchine che ci hanno resi schiavi, privandoci di ciò che ci caratterizza come esseri umani: la coscienza. Senza di essa, noi uomini veniamo svuotati di qualsiasi principio, qualsiasi ideale, qualsiasi sentimento. E lo strumento per attuare questa privazione è Matrix. Un luogo che è allo stesso tempo un non-luogo, una prigione così vasta da risultare eterea ed inesistente. Eppure questa prigione esiste, ed è inespugnabile.
Ma le macchine, essendo sostanzialmente le sue figlie, hanno imparato a conoscere l’uomo. Sanno bene della spinta propulsiva che aleggia nell’animo umano, quell’impulso che fa sì che l’uomo vada oltre la semplice apparenza, inseguendo il sapere e la libertà.
Proprio per questo motivo, le macchine non hanno lasciato Matrix alla mercé degli uomini, ma l’hanno affidata a degli “agenti”; un gruppo di programmi finemente progettati con il compito di sopprimere e sottomettere tutti coloro che cercano di svincolarsi da questa prigione mentale.
Agente Smith: “Gli esseri umani sono un’infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura”
L’Agente Smith (interpretato da Hugo Weaving) è un sorvegliante, un carceriere delle coscienze dell’umanità; ha il compito di tenerle sopite per sempre, perché il risveglio di esse scatenerebbe la ribellione. In un certo senso, il suo ruolo è simile a quello degli aguzzini nazisti nei campi di concentramento. E, proprio come loro, prova soddisfazione in ciò che fa. Smith, infatti, non è semplicemente un programma costruito appositamente per svolgere un determinato compito. No, l’Agente Smith è qualcosa di molto più complesso. Il suo comportamento è infinitamente più sofisticato di quello delle altre componenti che popolano Matrix.
Lui, infatti, crede fermamente in ciò che fa. È davvero convinto, per citare Crichton, che la gente necessiti del controllo mentale, perché è ben felice di averlo. Senza di esso, le persone sarebbero perdute, senza nessuna guida. Questa tesi di Smith riceverà una conferma più avanti, nel primo film della saga, quando Cypher baratta la sua lealtà per poter tornare in Matrix.
Proprio al termine del primo film, però, qualcosa cambia. L’Agente Smith si trova a fronteggiare Neo, l’eletto di cui parla la profezia dell’Oracolo, che in una spettacolare battaglia lo sconfigge, lo annienta, lo sopprime. Ma questo com’è potuto accadere? Come può lui, che ha sempre fermamente creduto nella validità di uno schema ben preciso, essere stato sconfitto da qualcuno che ha rotto ogni schema? Ed è la risposta a questa domanda a causare una profonda evoluzione nel personaggio di Smith.
Il concetto del controllo è ancora in cima alla piramide, è la sua religione, il suo credo inopinabile. Ma ad essere cambiato nella sua mente è il metodo per garantire tutto ciò. La comparsa di Neo ha innestato l’inizio di un gigantesco effetto domino che potrebbe portare alla fine del Regno delle Macchine e, quindi, alla fine di Matrix stessa. Questo Smith lo sa. Pertanto, l’unico modo che ha per garantire il controllo su ogni cosa è ribellarsi egli stesso al controllo. Neo ha sconfitto Smith solamente dopo essersi liberato da ogni forma di oppressione mentale; quindi anche l’Agente Smith deve fare altrettanto per poter uguagliare il suo nemico. Le sue azioni, da questo momento in avanti, non saranno più una fredda esecuzione di un dovere, ma la libera espressione della sua volontà.
Questa radicale evoluzione rende Smith incredibilmente forte, proprio perché non esiste più alcuno schema da seguire, eccetto il progetto che egli stesso, grazie alla sua nuova libertà, sta scrivendo.
L’Agente Smith crede nell’assoluta inferiorità dell’essere umano, ed è fermamente convinto di poter battere Neo, in quanto schiavo delle passioni e dei sentimenti. Smith disprezza tutto ciò, e questo lo rende, da un certo punto di vista, vicino alla corrente filosofica dello stoicismo. In particolare, è molto legato al concetto di “apátheia”, l’apatia, il dominio delle passioni. Anche in questo caso si parla di controllo, perché Smith sa che, per garantire un nuovo potere supremo, deve subirlo anche lui.
Il concetto filosofico del dominio delle passioni, inoltre, è indissolubilmente legato a quello della provvidenza. Tutto è già stato predeterminato, ogni cosa è già stata scritta, ogni avvenimento è indiscutibile, non c’è alcun modo per cambiare l’inarrestabile flusso degli eventi. Per questo motivo Smith è sicuro della sua vittoria, convinto di un trionfo inopinabile, e non prende neanche in considerazione la possibilità di una sconfitta.
Inoltre, la sua incrollabile certezza di vittoria è alimentata dal panteismo, in cui credevano gli stoici. Smith, nel terzo film, conquista Matrix con i suoi cloni, acquisendo così i poteri dell’Oracolo: diventa il Dio in cui crede, un Dio che è ovunque, onnipresente, in grado di vedere il passato ed il futuro. Si trasforma nel controllo, sia come concetto astratto che come atto pratico. Al termine della sua conquista, l’Agente Smith ha quindi assunto le stesse caratteristiche dell’Essere di Parmenide, la cui eterna immobilità è garantita proprio dal controllo.
Ma allora com’è stata possibile la sua sconfitta? Neo, in un certo senso, ha compiuto un percorso abbastanza simile a quello dell’Agente Smith, eppure è riuscito a trionfare.
Agente Smith: “Perché, signor Anderson?! Perché persiste?!“
Neo riprende la filosofia di Seneca, il quale in parte si trova d’accordo con la dottrina stoica del dominio delle passioni, anche se non acconsente con la rappresentazione spersonalizzata di chi la pratica. Il saggio, colui che pratica il dominio delle passione, non può essere una figura asettica e priva di emozioni, ma solamente qualcuno che, grazie alla propria sapienza, ha raggiunto l’equilibrio.
L’Agente Smith confonde l’equilibrio con il controllo e, essendo schiavo di quest’ultimo, crede ciecamente in ciò che vede nel futuro, non concependo altro. Tuttavia l’Oracolo non ha mai predetto il futuro esatto, ma solamente un domani tra i tanti possibili. Il corso degli eventi può essere cambiato, ed è possibile farlo grazie alle scelte.
Le scelte, però, sono l’espressione della coscienza, e la coscienza è l’attributo che rende l’essere umano tale. È qualcosa che Smith, così distante dall’uomo, non potrà mai concepire e, proprio per questo, è la causa della sua eterna sconfitta.