La vera storia di Charles Manson, il killer di C’era una Volta… a Hollywood

Valentina Palermo

Dicembre 15, 2019

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Riscrivere la storia, cambiare il corso degli eventi, modificare il destino. Quando il passato diventa inaccettabile, abbiamo soltanto voglia di salire a bordo di una Delorean e tornare indietro nel tempo per rimediare alle ingiustizie. Purtroppo però, questo desiderio è tanto bello quanto irrealizzabile. Ma se ti chiami Quentin Tarantino e disponi di una genialità smisurata e di una fantasia immensa, allora anche porre rimedio a un misfatto diventa possibile. Almeno sul grande schermo.

Il revisionismo storico è uno dei cavalli di battaglia del regista americano. L’ultima pellicola in ordine di tempo in cui è presente tale espediente è C’era una Volta a… Hollywood, nona opera del maestro del Pulp arrivata nei cinema lo scorso settembre.

Il film è ambientato nella Los Angeles della fine degli anni 60. Qui Tarantino intreccia le vicende di personaggi fittizi con quelle di celebrità realmente esistite all’epoca. Fra queste c’è Sharone Tate, giovane attrice moglie di Roman Polanski apparsa in film come Per Favore, non Mordermi sul Collo e La Valle delle Bambole.

Nel finale di C’era una Volta a… Hollywood vediamo la ragazza viva e vegeta con il suo bellissimo pancione da futura mamma. Nella realtà dei fatti un destino terribile spezza la sua vita a soli 26 anni. Un destino guidato dalla mano di un uomo chiamato Charles Manson.

charles manson

Chi è Charles Manson

Charles Manson è il figlio di una giovanissima prostituta di Cincinnati. Dopo un’infanzia turbolenta, trascorre l’adolescenza compiendo vari reati che lo portano a entrare e uscire da istituti di correzione e riformatori. A 20 anni si sposa e inizia a svolgere alcuni lavoretti, ma la sua indole delinquenziale prende nuovamente il sopravvento. Manson diventa infatti molto attivo nel traffico di auto rubate, nel giro della prostituzione e nella falsificazione di assegni. Nonostante venga spedito più volte in carcere, continua a portare avanti la sua carriera criminale violando spesso la libertà vigilata. Dal 1960 al 1967 trascorre un periodo di detenzione nel carcere di McNeil Island nello stato di Washington. In quei sette anni passa il suo tempo imparando a suonare la chitarra e studiando la massoneria, l’esoterismo e la magia nera.

La Manson Family

Dopo il carcere, Charles Manson si trasferisce a San Francisco per intraprendere la carriera musicale. Ciò che però riesce a fare davvero è mettere a frutto le sue capacità oratorie e il suo grande carisma per attrarre attorno a sé diversi giovani. Assieme a dieci ragazzi, vaga per un anno e mezzo per il Paese a bordo di un vecchio autobus finché non si insedia stabilmente nelle zone limitrofe di Los Angeles. Qui il gruppo da lui formato prende il nome di Manson Family e continua a crescere attirando sia giovani problematici che figli di famiglie benestanti. L’uomo diventa il leader, la guida, il messia della comunità. I componenti della “famiglia” farebbero qualsiasi cosa per lui.

Il Massacro di Cielo Drive

È la notte fra l’8 e 9 agosto del 1969. I membri della Manson Family Charles Watson, Susan Atkins, Linda Kasabian e Patricia Krenwinkel si dirigono verso la lussuosa villa presa in affitto da Roman Polanski e Sharon Tate che ha sede presso il numero 10050 di Cielo Drive a Bel-Air. L’ordine che il loro messia ha dato loro è quello di uccidere senza pietà gli abitanti della casa. In quel momento all’interno dell’abitazione ci sono Sharon Tate incinta di otto mesi e i suoi amici Jay Sebring,  Wojciech Frykowski e  Abigail Folger riunitisi per una piccola festa. Polanski è invece a Londra per lavoro.

I seguaci della setta arrivano a destinazione verso mezzanotte e, dopo aver tagliato la linea telefonica, tre di loro si introducono nella villa lasciando la Kasabian a fare da palo. Mentre il gruppo scavalca il cancello, un ragazzo di passaggio vede l’effrazione e viene ucciso senza pietà da Watson. Quel testimone casuale è solo la prima vittima della follia di quella notte.

charles manson family

Una volta entrati in casa, inizia un vero e proprio massacro. I tre criminali radunano le loro vittime in soggiorno e legano Sharon Tate e Jay Serbing per il collo a una delle travi  del soffitto della stanza. L’uomo protesta per il trattamento riservato alla donna, ma viene subito freddato con un colpo di pistola. Abigail Folger viene invece portata in un’altra stanza e costretta a consegnare i soldi che ha con sé. Purtroppo il gesto non è sufficiente per salvarla perché riceve diverse coltellate e viene poi barbaramente uccisa mentre tenta di scappare. Nel frattempo Frykowski, legato per le mani, riesce a liberarsi e ingaggia una lotta con la Atkins. Anche per lui le cose si mettono male e dopo essere stato pugnalato ben cinquantuno volte muore sul prato dell’abitazione.

L’ultima vittima è Sharon Tate.

Il suo unico pensiero è quello di salvare il bambino che porta in grembo e così supplica i tre assalitori di risparmiarla almeno fino al parto. I suoi spietati aguzzini dimostrano però di essere completamente insensibili persino di fronte alle richieste di una donna incinta. La Tate viene quindi trafitta a morte da sedici coltellate. Le sue ultime strazianti parole sono “Madre… Madre.”

Il tremendo racconto non finisce però qui perché Charles Manson vuole che i suoi adepti lascino un segno ”stregato” sulla scena del crimine. La Atkins decide quindi di prendere l’asciugamano con cui era stato legato Frykowski per scrivere col sangue di Sharon Tate la parola “Pig”. Orrore su orrore.

Inumanità, ferocia, follia, crudeltà. Chi non avrebbe voluto far tornare indietro le lancette dell’orologio per fermare questo scempio assurdo? Quentin Tarantino l’ha fatto, ha cambiato il corso della storia capovolgendo le  sorti di vittime e carnefici. In C’era una Volta a… Hollywood, i tre malviventi entrano nella villa accanto a quella di Sharon Tate e vengono uccisi in modo grottesco e macabramente buffo da Rick Dalton, Cliff Booth e dal fedele cane di quest’ultimo. Tarantino si fa beffe dei membri della famiglia e li ridicolizza con il suo solito humour nero. Il burattinaio Charles Manson è invece una figura di passaggio e gli viene dato pochissimo spazio nella storia.

A noi piace pensare che sia effettivamente andata così. Ci piace pensare che quegli omicidi non siano mai avvenuti e che Sharon Tate abbia superato incolume quella notte conservando tutto lo splendore dei suoi 26 anni e realizzando poi il suo sogno di diventare madre.

Leggi anche: Once Unpon a Time… In Hollywood Out of Time

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