Ivan Gnani, classe 1997, è un documentarista del Lago Maggiore da sempre interessato alle arti figurative in tutte le loro possibili sfaccettature. Nato e cresciuto ai piedi delle montagne della Val Grande, Ivan ha deciso di esprimere la propria passione per esse rappresentandole cinematograficamente.
Nel 2018, infatti, realizza il suo primo corto documentaristico, Val Grande: itinerario di circostanza, che finora è stato ufficialmente selezionato alla 67° edizione del Trento Film Festival e alla 8° edizione del Nuovi Mondi Mountain Film Festival, oltre ad aver vinto il premio come miglior cortometraggio nella sezione “Territori” al Malescorto International Short Film Festival.
Il secondo progetto di Ivan Gnani, sperimentando il linguaggio del documentario d’archivio, è una sintesi tra il mondo cinematografico, letterario e musicale all’interno dell’immaginario del Signore degli Anelli. Per quanto strano possa sembrare, il documentario J.R.R. Tolkien: Lord of Metal narra del profondo legame che sussiste tra la musica Metal e l’universo della Terra di Mezzo. Delle tematiche così lontane, eppure così vicine, trovano qui il loro luogo di manifestazione.
Noi de La Settima Arte ci siamo ritrovati con Ivan all’osteria della sua terra, la Rosa Bianca, e, accompagnati da un boccale di birra del buon Cecco, ci ha raccontato come sia possibile che Tolkien e il Metal abbiamo qualcosa in comune.
.
.
.
La musica è forse l’arte più influenzata dalla Terra di Mezzo; cosa è riuscita a cogliere che è rimasto invisibile alle altre numerose forme di narrazione di matrice tolkeniana? E soprattutto, perché proprio il genere Metal?
IVAN GNANI:
Il Professor Tolkien era un filologo, per lui le parole non erano una mera successione di lettere, ma ogni suono incarnava un significato diverso. Mi piace pensare che per il Professore ogni lettera rappresentasse una nota, e che insieme componessero una variante infinita di accordi di musicalità diverse. Scrivendo le sue storie, Tolkien creava in realtà una sinfonia di lettere e parole. Il fatto stesso che inventò le sue lingue (come l’elfico o il Linguaggio Nero) e che tra queste ci fosse una tale differenza fonetica, ci fa capire come la musica fosse insita in Tolkien. Le sue opere maggiori, come Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli, contengono infatti moltissime poesie e canzoni.
Lo stesso Tolkien in giovane età si dilettò di musica, dedicandosi allo studio del violino, anche se con scarsi risultati. In alcune lettere il Professore espresse il suo rimpianto in merito al non essere mai riuscito a padroneggiare quest’arte, anche se riuscì a trascenderla in quanto “trasformata in termini linguistici”.
Ecco il motivo, forse, del perché la musica è così presente nei racconti del Professore e di come la musica fosse il principio del Tutto. Come si può leggere ne Il Silmarillion, l’origine del Tutto ha inizio con l’Ainulindalë “La Musica degli Ainur”. Ecco che moltissimi lettori e musicisti sono stati proprio stimolati da tutto ciò; il desiderio di creare arte ispirandosi alle sue opere era, ed è ancora, così forte da rendere Tolkien uno dei massimi autori per cui influenzarsi musicalmente, e non solo. Conseguentemente il Metal non è stato da meno: moltissimi artisti si sono ispirati all’immaginario tolkeniano per dare nomi alle proprie band, comporre canzoni, testi e persino dedicare la loro intera discografia a Tolkien, tanto che è nato un genere definito come “Tolkien Metal”.
Molte delle interviste che ho letto riguardo al metal band di stampo tolkeniano, affermano che Tolkien aveva creato un mondo così variegato, dettagliato e intriso di mito e storia, da renderlo reale, come se in epoche lontane tutto ciò fosse esistito. Questo credo, più di ogni altra cosa, ha meravigliato questi artisti del metal, richiamandoli alle loro radici.
Tra le varie ramificazioni del genere Metal, quale band più rappresenta l’essenza di Sauron e quale più il viaggio dei membri della Compagnia dell’Anello?
IVAN GNANI:
È una domanda molto difficile. Molte sono le metal bands che, in un modo o nell’altro, rappresentano l’essenza di Sauron: i russi Moongates Guardian, i norvegesi Isengard ecc… Ma se dovessi sceglierne una direi i Summoning. Grazie a questo duo austriaco possiamo parlare di “Tolkien Black Metal”. Tutta la loro discografia è interamente dedicata alle opere del Professore. Il loro genere si potrebbe definire come epic/ambient black metal. Quando per la prima volta ascoltai il brano Mirdautas Vras rimasi estasiato. La particolarità di questo oscuro pezzo risiede, oltre che nella componente musicale, nel testo che è stato scritto e cantato nella Lingua Nera di Mordor.
Ma all’oscurità si deve opporre la luce. Tra le tante bands che si uniscono ai nove membri della Compagnia dell’Anello, come i teutonici Blind Guardian, i Rhapsody (poi Rhapsody of Fire) sono quelli che musicalmente più ne rappresentano l’essenza, secondo me. Dico musicalmente perché i testi, a differenza di altre bands, non sono ripresi dalle opere di Tolkien, anche se in molti loro album vi è sempre un rimando più o meno esplicito. I Rhapsody definiscono il loro genere come neoclassical/power metal. In realtà, dare delle etichette a ogni band è riduttivo e approssimativo, in particolare ai Rhapsody, proprio perché ci sono moltissime sfumature diverse di genere nella loro musica, che vanno dal folk alla musica classica barocca, fino ad una di stampo più cinematografico.
Sicuramente Tolkien non sarebbe d’accordo, ma possiamo in certi versi sostenere che gli sarebbe piaciuta la musica Metal?
IVAN GNANI:
Non credo proprio avrebbe apprezzato. A stento sopportava la musica sua contemporanea, come il jazz o successivamente la musica pop. Figuriamoci un genere come il Metal. Non azzarderei a dire che si sarebbe opposto con ardore a coloro che avessero osato musicare le sue opere attraverso il Metal. Questo non vuol dire che non amasse la musica, tutt’altro, ma come ognuno di noi d’altronde predilige un genere musicale piuttosto che un altro. Tolkien amava la musica lirica e classica, e credo che ciò possa trasparire dai suoi scritti. Se facciamo caso alle lingue da lui inventate, possiamo sentire i suoni duri, taglienti e gutturali del Linguaggio Nero; al contrario, nelle lingue degli Elfi si sentono suoni più dolci e sinuosi. Questa era la musica di Tolkien.
Tu sei un fan de Il signore degli anelli, e sei un fan della musica Metal. Due passioni che hanno intrapreso strade diverse, apparentemente parallele, ma che a un certo punto si sono congiunte. Ne hai sempre percepito un legame o è stata una pura scoperta? Cosa significa lavorare nemmeno su ciò che ami, ma sulla sintesi di due mondi che ami?
IVAN GNANI:
A circa quindici anni terminai di leggere Il Signore degli Anelli, e ne rimasi innamorato, ma la mia libreria musicale, diciamo, era quasi vuota. Da ragazzino non avevo gusti particolari e ascoltavo di tutto. Quando incominciai ad ascoltare la musica Rock e Metal (con tutte le varie sfumature di genere), iniziai a scoprire un mondo nascosto che in qualche maniera si legava a Tolkien.
Questo mi fece aprire gli occhi su quanto il Professore fosse stato d’ispirazione nell’arte di composizione musicale in senso lato, e di come curiosamente interessasse il Metal. Tutto questo catturò la mia attenzione e mi spinse a voler conoscere queste relazioni tra Tolkien e la musica Rock/Metal. Lavorare su un progetto come quello che ho realizzato mi ha entusiasmato a tal punto da rimanere anche la notte a lavorarci, passando ore e ore a cercare, catalogare e comporre materiale. Il documentario che ho voluto fare è stato il mio progetto di tesi di laurea, ma quando lavori su un progetto che ti piace (e in questo caso mettere insieme due delle passioni che coltivo di più), non ti rendi neanche conto dello sforzo. Non vedi l’ora di vederlo finito.
Esiste l’universo de Il Signore degli Anelli e poi esiste l’infinito mondo artistico che nasce da esso. Ora il tuo film è parte di quel mondo, documentandone una sfumatura musicale attraverso la sola arte del montaggio. Da che fonti deriva il materiale che hai utilizzato?
IVAN GNANI:
Ho dovuto fare molta ricerca prima di iniziare a mettere insieme i vari pezzi del puzzle. Dato che il mio progetto non prevedeva riprese, ho utilizzato il montaggio come solo mezzo espressivo. Quasi tutto il materiale utilizzato nel documentario deriva dal web. Ho passato molto tempo, prima e durante la lavorazione del film, a cercare, visionare e catalogare tutto il materiale video e fotografico che trovavo inerente.
Negli anni passati la mia passione per Tolkien è andata crescendo e quindi parte del lavoro di ricerca era, in qualche modo, già stata fatta. Con tutto il materiale che ho trovato sul web si potrebbe realizzare una trilogia. Vorrei aggiungere che sono stati di fondamentale importanza i libri di Stefano Giorgianni J.R.R.Tolkien Il Signore del Metallo e di Fabrizio Giosuè Tolkien Rocks: Viaggio musicale nella Terra di Mezzo. Di fatto è proprio grazie a questi due libri che sono riuscito a realizzare il mio documentario.
È questo il giorno per altri progetti in cantiere legati alla Terra di Mezzo?
IVAN GNANI:
Un giorno forse, ma non ora, non ancora.
Ecco il documentario di Ivan Gnani:
https://www.youtube.com/watch?v=v1INEdZ0Wy4