The Elephant Man: la vera storia di Joseph Merrick

Valentina Palermo

Dicembre 2, 2020

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Diamo uno sguardo alla filmografia di David Lynch. Scorrendo la lista delle pellicole dirette dal maestro dell’onirico, un titolo ci salta subito all’occhio: The Elephant Man. Il film si distingue dagli altri per essere l’opera meno “lynchiana” del regista. Nessun salto nel mondo del paranormale, nessun personaggio stravagante e nessun rompicapo da risolvere. The Elephant Man è ben più scorrevole e lineare rispetto ai suoi lavori successivi (e anche rispetto a quel precedente gioiellino delirante Eraserhead) ma soprattutto ha la particolarità di toccare prepotentemente la vena emotiva dello spettatore. 

Il film è ambientato nella Londra del diciannovesimo secolo e racconta la storia di un ragazzo, interpretato da John Hurt, affetto dalla Sindrome di Proteo di nome Joseph Merrick. A causa della rarissima malattia, il corpo del giovane è quasi totalmente deformato e la sua testa presenta dei rigonfiamenti molto evidenti. Per questo motivo è chiamato da tutti Uomo Elefante. Merrick lavora per Bytes, lo spietato gestore di uno spettacolo di strada che lo costringe a esibirsi come se fosse un fenomeno da baraccone. Accorre in suo aiuto il dottor Treves (Anthony Hopkins), il quale decide di prendersi cura di lui sottraendolo alle malvage grinfie di Bytes. Merrick inizia così a vivere momenti di serenità e ad assaporare un pizzico della vita normale che ha sempre desiderato. Il pericolo di essere nuovamente sfruttato per il suo aspetto è però sempre in agguato.

The Elephant Man ci pone davanti ai due volti ben distinti della natura umana. Da una parte c’è ciò che potremmo definire il male, rappresentato da chi deumanizza il diverso privandolo della sua dignità. Dall’altra c’è il bene, con chi è privo di pregiudizi e riesce ad andare oltre le apparenze. Il protagonista di questa triste storia è un uomo realmente vissuto in epoca Vittoriana  che ha provato sulla sua martoriata pelle sia l’asprezza del male che la dolcezza del bene. Di seguito, vi proponiamo un approfondimento su di lui.

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A sinistra John Hurt e a destra il vero Joseph Merrick

La triste infanzia di Joseph Merrick

Joseph nacque il 5 agosto del 1862 in una famiglia molto modesta di Leicester. Primo di tre fratelli, alla nascita non mostrò alcun problema fisico. Fra i due e i cinque anni la sua terribile malattia iniziò a manifestarsi e il corpo del piccolo pian piano si deformò lasciando intatti solo il braccio sinistro e i genitali. 

A undici anni perse sua madre e poco tempo dopo suo padre si risposò con una donna che non vedeva di buon occhio quel bambino così “imperfetto”. La matrigna fece quindi assaporare a Joseph un po’ della cattiveria umana di cui si sarebbe abbondantemente nutrito in seguito convincendo suo padre a cacciarlo di casa.

La vita in strada e il lavoro da fenomeno da baraccone 

Il ragazzo si mantenne a malapena vendendo lucido da scarpe. Poi per qualche anno lavorò in un freak show come fenomeno da baraccone con il soprannome di The Elephant Man, l’Uomo Elefante. Nel corso di quella esperienza fu trattato abbastanza bene e riuscì anche a mettere da parte una discreta somma.

Nel 1886 quegli spettacoli che mettevano alla berlina persone malate e con malformazioni vennero messi al bando nel Regno Unito. Joseph decise quindi di lasciare l’Inghilterra e di trasferirsi in Belgio, sperando di trovare un impiego simile. Le cose si rivelarono più difficili del previsto perché il ragazzo fu sì assunto in un altro freak show, ma venne sfruttato, maltrattato e infine abbandonato. Dopo quella terribile esperienza preferì fare ritorno in patria.

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John Hurt e Anthony Hopkins in una scena del film

L’incontro con Frederick Treves

Un giorno, in una stazione ferroviaria, Merrick incontrò un dottore di nome Frederick Treves. Il medico si accorse che il ragazzo aveva una grave infezione bronchiale, così lo fece ricoverare presso il Royal London Hospital. Lì il dottor Treves si prese cura del giovane e riuscì a ottenere per lui una sistemazione permanente. I due diventarono amici, tanto che Joseph cominciò finalmente a sperimentare un po’ della gentilezza che gli era stata negata nel corso della vita.

La sua triste storia fece il giro del Regno Unito e arrivò persino alle orecchie della Regina Vittoria che cercò di assicurargli un futuro. In quel periodo di discreta serenità Joseph si dedicò alla letteratura scrivendo diverse poesie e racconti.

La morte

A causa del peso della sua testa, il ragazzo era costretto a dormire con dei cuscini sistemati dietro la schiena che gli permettevano di tenere il capo sollevato. Il 10 aprile del 1890 Joseph si distese invece orizzontalmente, senza alcun supporto che lo aiutasse a respirare meglio. Questo errore gli costò caro perché la mattina dell’11 aprile fu ritrovato senza vita nel suo letto. Era morto per soffocamento.

Una banale dimenticanza? Una omissione intenzionale? Nessuno potrà mai saperlo. Joseph Merrick aveva solo 27 anni quando morì nell’ospedale londinese in cui viveva. 27 anni in cui i momenti di sofferenza, sia fisica che interiore, avevano superato di gran lunga i momenti di pace. 

Leggi anche: The Elephant Man – L’eterna lotta tra esteriorità ed interiorità

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