Il finale di The Shield – Non c’è luce alla fine del tunnel

Luciano Cecere

Gennaio 28, 2021

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Trasmessa tra il 2002 e il 2008, The Shield è una serie ideata e prodotta da Shawn Ryan, che narra le vicende di un distretto di polizia di Los Angeles, Farmington, dove spesso non c’è differenza tra poliziotti e criminali.

Shane Vendrell, Curtis Lemansky, Victor Samuel Mackey e Ronald Everett Gardocki sono i protagonisti della narrazione e membri di una squadra speciale, Strike Team, che si ritrova continuamente a lottare per sopravvivere e non scomparire.

Per spiegare l’importanza del finale di The Shield, prenderemo in esame la coerenza di tre temi che ricorrono durante tutta la vicenda e che, alla fine, si fondono inevitabilmente, arrivando all’unica conclusione possibile.

La credibilità della strada e l’orgoglio del distintivo

Tra le priorità che contano per Vic e i suoi uomini, l’essere un poliziotto è una ricerca continua che merita la tutela più assoluta e, paradossalmente, si presenta il più delle volte a discapito di tutto ciò che ne deriva.

Il team, infatti, sembra non ammettere mai la possibilità di smettere di fare quello che ha sempre fatto. L’avidità della squadra non conosce limiti perché, nella distorta concezione delle cose, le punizioni che la giustizia impone ai criminali non possono scalfirla.

Il finale della serie The Shield non salva i protagonisti, ma li abbandona al male che hanno sempre rappresentato.

Vic

Nell’episodio finale in cui la squadra è ormai a pezzi, tutto ciò viene estremizzato dalla caccia a Shane e dalla ricerca dell’immunità di Vic. Dopo aver tentato di fuggire, Shane torna in città insieme alla moglie e al figlio. L’ex poliziotto cerca di approfittare dell’accordo e propone un nuovo patteggiamento. Vic, però, lo informa che la sua collaborazione è inutile visto il suo recente accordo di immunità e, in seguito a una segnalazione, si viene a scoprire il cadavere di Shane e della sua famiglia.
Tutto ciò non sembra, però, solo la fine dello Strike team, perché appare la chiara rappresentazione della drammatica calamita della violenza. Dalla morte di Terry, infatti, al treno dei soldi della mafia armena fino ad arrivare alla morte di Lem, Vic e i suoi uomini sembrano non riconoscere il male che incarnano.

La credibilità di cui si vestono sembra quasi cancellare dalle loro vite i crimini che in realtà li rendono peggiori dei criminali che assicurano alla giustizia, perché senza coraggio e pieni di ipocrisia.

La catena di errori che non riescono a interrompere sembra spesso sul punto di essere spezzata, perché lo spettatore vive i pensieri dei protagonisti e, forse, ne comprende anche l’essenza, ma la realtà delle cose è ben lontana dalla salvezza per chi non vuole ammettere la propria natura.
La maschera del distintivo permette a Vic di guardarsi allo specchio perché gli permette di sentirsi lontano da chi cattura. Ed è ciò che alla fine ottiene perché, tradendo la sua stessa squadra e rimanendo inevitabilmente da solo, riesce a ottenere l’immunità che ha cercato, senza, però, salvare nulla in realtà.

The Shield si chiude con Vic alla sua scrivania, immerso nel suo nuovo lavoro, completamente solo nell’ambita e dannata libertà e ben lontano dall’armatura della polizia e dal potere che ne deriva.

L’illusione dell’amicizia

L’affetto tra i protagonisti, che inizialmente si presenta come pilastro narrativo ed emotivo della serie, si trasforma radicalmente nel corso degli episodi, alimentando i colpi di scena con complotti, tradimenti e raggiri.

La squadra si presenta come l’emblema del fallimento dell’amicizia perché si sfalda nel corso del tempo, senza prendere mai coscienza della distruzione che incombe.

Il finale della serie The Shield non salva i protagonisti, ma li abbandona al male che hanno sempre rappresentato.

Shane Vendrell, Vic Mackey, Danny Sofer, Lemansky Curtis, Dutch Wagenbach, David Aceveda

In questo senso, la morte di Lem per mano di Shane rappresenta lo schiaffo che sorprende lo spettatore, e non solo. Il post Lem è, infatti, caratterizzato da un’affannosa rincorsa al colpevole per placare una vendetta che sembra assorbire completamente Vic e Ronnie. Quando però Shane viene scoperto, la realtà non si nasconde più e non può essere ignorata.

Il legame si è rotto, gli amici non esistono e non si può tornare indietro. Shane prova addirittura a eliminare Ronnie e Vic per evitare la prigione e salvarsi, ma fallisce miseramente, complicando ulteriormente la sua situazione.

L’egoismo del singolo assorbe la libertà dell’altro e non c’è più rimedio: Vic e Shane si dichiarano guerra, senza se e senza ma. Il logoramento di un rapporto così profondo non può essere spiegato se non facendo riferimento al senso di fratellanza che, prima di ogni altra cosa, tutti i membri dello Strike team consideravano quasi immortale.

La paura, il tradimento, la sfiducia, il disaccordo, l’insofferenza hanno corrotto internamente la consistenza di quell’amicizia che sin dai primi episodi appariva più forte di qualsiasi avversità.

Il peso della famiglia

Differentemente da Walter White che diventa Heisenberg per se stesso e non per la famiglia, Vic di The Shield compie l’impossibile per assicurare un futuro ai suoi figli e a sua moglie. Non può non essere considerata nella lettura complessiva di questo tema, la pressione costante che Vic si ritrova a subire dalle continue dinamiche familiari.

Spesso, infatti, agisce esclusivamente spinto dalla voglia di non coinvolgere la sua famiglia per tenerla lontano da tutto il male che compie senza remora.

Il finale della serie The Shield non salva i protagonisti, ma li abbandona al male che hanno sempre rappresentato.

Vic

Nell’episodio finale il senso del dovere di Vic si evidenzia nel tentativo di evitare il coinvolgimento di Corrine nei proprio misfatti, attraverso un piano. Il marito si accorda per salvare se stesso, ottenendo la piena immunità e salvando sua moglie, ma condannando dolorosamente Ronnie, anche per via della sua testimonianza utile per l’immunità.

Il sacrificio dell’amico risulta però completamente vano perché Vic rimane completamente vittima della propria missione esistenziale.

Corrine, infatti, con l’aiuto della polizia, arriva a simulare il proprio arresto, entrando così nel programma protezione testimone e allontanando, definitivamente, Vic dal suo futuro e da quello dei suoi figli. Epilogo ben più drammatico coinvolge Shane e la sua famiglia, perché mostra allo spettatore a cosa può portare l’esasperazione e il dolore del fallimento.
Dopo aver, infatti, tentato la fuga e cercato di salvare almeno la moglie e il figlio, Shane compie l’atto più estremo per cercare di non separarsi più da loro: avvelena Mara e Jackson e si toglie la vita. Pochi secondi prima dell’arrivo degli agenti in casa per l’arresto, Shane preme il grilletto e raggiunge i suoi cari, sacrificando tutto ciò che è sempre stato per loro e per se stesso.

Il suo dolore non trova nessuna possibilità di scampo, ma si dissolve nell’orrore della sua esistenza.

The Shield non è la parabola di chi trova la luce alla fine del tunnel, perché in realtà non c’è mai stata nessuna luce. Nella sua splendida conclusione questa storia sottolinea come la realtà, molto spesso, non sia solo raccontabile attraverso il cammino del riscatto e della redenzione, ma anche e soprattutto attraverso la corruzione dell’animo di chi, forse quasi inconsapevolmente, incarna la vera oscurità di questo complesso mondo.

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