Tra le mille declinazioni interpretative che uno spettatore può formulare una volta al cospetto di Berserk, si fa largo quella della contraddizione. Berserk è, forse più di ogni altra cosa, un racconto che fa delle contraddizioni e degli ossimori i suoi punti focali.
Gli ideali di rettitudine si scontrano con una realtà cruda e ingiusta, i sogni di gloria e di prosperità sono contrapposti a profezie di disgrazie e disperazione; anche i personaggi, nelle innumerevoli sfumature che li compongono, sono spesso in contraddizione con gli altri e con loro stessi. Tra questi personaggi è impossibile non citare Griffith e Gatsu, e il loro rapporto.
La relazione che li lega è estremamente complessa. In un primo momento sono rivali, poi uniti da un rapporto di sudditanza, ma dopo un po’ diventano amici e poi ancora quasi amanti; fino ad arrivare al tradimento e all’odio più puro, sotto il segno dell’eclissi più oscura di sempre.
L’amore e l’odio. Ennesima, fantastica, contraddizione. È impossibile, citando questi due stati della psiche, non pensare a quel poeta, che di questo struggente ossimoro ne ha fatto un manifesto: Catullo. Nell’unico distico elegiaco che compone il carme 85 del suo Liber, il poeta latino si ritrova a fare i conti con questo paradosso. L’amore e l’odio che, provati contemporaneamente verso la stessa persona, lacerano in due la mente.
«Odio ed amo. Perché lo faccia, mi chiedi, forse./ Non lo so, ma sento che succede e mi struggo».
(Catullo – “Liber”)
Ritornando a Berserk, è possibile che due personaggi come Griffith e Gatsu possano aver provato un dissidio interiore così forte? Il loro rapporto può essere paragonato a quello per il quale il poeta Catullo si strugge?
Le esistenze tra sogni e tormenti
È tra la terra sporca di sangue del campo di battaglia che queste due esistenze si incontrano. Due esistenze complesse, forti e fragili, entrambe segnate da indelebili ricordi malvagi che avvelenano le loro menti. Griffith e Gatsu si incontrano per la prima volta in battaglia, tra le spade sguainate, lì dove ogni parvenza di moralità si annulla.
Nonostante le molte somiglianze, i due sono molto diversi tra loro. Gatsu conduce la propria esistenza con tormentata apatia, eseguendo quasi meccanicamente quelle azioni violente che hanno occupato la maggior parte della sua vita; non si interroga né sulla moralità di tali azioni, né sulle motivazioni che ne sono alla base. Gatsu dà costantemente sfogo alle oscurità nascoste della propria anima, non curandosi neanche di una sua eventuale dipartita, più simile a un’agognata liberazione piuttosto che all’annullamento di ogni cosa.
Griffith è, in qualche modo, l’esatto opposto di Gatsu. Anche lui ha sofferto, ma cerca di nascondere queste sofferenze sotto un elegante mantello di nobiltà d’animo. Anche perché, nel suo caso, esiste uno schema ben preciso per ogni azione che compie. Griffith ha un sogno e per questo sogno è disposto a sacrificare ogni cosa, perfino la propria anima.
Quando i due si incontrano per la prima volta le loro differenze appaiono inconciliabili. Ma con il passare del tempo ecco che, quasi inavvertitamente, entrambi sviluppano una sorta di dipendenza l’uno dall’altro, un vincolo insormontabile che arriva a mettere perfino in discussione le rispettive certezze esistenziali.
Griffith e Gatsu nel paradosso dell’Odi et amo
Addentriamoci ancor di più in questo legame. All’inizio del loro rapporto, i due non possono essere più distanti. Nonostante i dissapori, Gatsu col tempo riesce ad ambientarsi nel nuovo contesto in cui si trova a vivere. Diventa un capitano rispettato da tutti i suoi compagni e conferma quella fiducia che Griffith aveva sempre riposto in lui. Per la prima volta,Gatsu si ritrova a essere parte di qualcosa e per la prima volta comincia anche a interrogarsi.
Si interroga sulla propria esistenza e sulla scoperta di sentimenti e stati d’animo fino ad allora mai provati. Cerca di analizzare la natura del rapporto che lo lega a Griffith. Perché lo ha scelto per far parte della sua armata? Per le sue capacità? Oppure c’è dell’altro? Gatsu è un amico di Griffith? O solamente un suo sottoposto?
Gatsu vorrebbe essere più che un mero sottoposto del grande comandante. In un certo senso sa di essere speciale rispetto agli altri, perché con lui Griffith si confida, si apre come non ha mai fatto con nessuno. Griffith gli assegna incarichi delicati, non solo per le indubbie abilità di Gatsu, ma perché sa che lui, più di ogni altro, lo seguirebbe in ogni sua battaglia e iniziativa. Eppure, in questo idillio, non tutto è perfetto.
Griffith ha un sogno a cui adempiere e la presenza di Gatsu può rovinare tutto. Perché Griffith, nel pieno dei suoi turbamenti, sa che per Gatsu potrebbe rinunciare a questo sogno, a questa ragion d’essere che lo ha guidato per tutta la vita. Lo stesso Gatsu vive una feroce corrosione interna. Lui è un lupo solitario, destinato a errare, senza alcun legame. Non può venire meno a questa sua natura. Neanche per Griffith. Odi et amo, appunto.
L’ultima eclissi
Proprio per colpa dell’inconciliabile contraddizione dell’Odi et amo, il fato allunga la sua oscura e terrificante mano. L’ultimo atto dell’Epoca dell’Oro coincide con l’eclissi più terribile che l’umanità abbia mai visto. Griffith, privato di ogni speranza di realizzare il proprio sogno, consacra i suoi compagni in un sacrificio infernale per una nuova, tenebrosa esistenza.
Il sogno è svanito proprio a causa di Gatsu; per colpa di quel legame così particolare, declamato dal poeta Catullo, che fagocita tutto ciò che è dato per scontato, turbando la validità di ogni pensiero. Gatsu è l’unico, insieme a Caska, a sopravvivere.
Dopo l’Eclissi, nel cuore di Gatsu non c’è più conflitto, ora c’è solo odio.
Berserk non è ancora terminato, pertanto non possiamo sapere come terminerà il ciclo di questi due personaggi. Ora che il paradosso dell’Odi et amo si è concluso nel peggiore dei modi, cosa accadrà? Ci sarà un ultimo, definitivo, confronto tra i due? Si annienteranno a vicenda? O uno dei due prevarrà? Ma, soprattutto, siamo sicuri che lo struggente legame che li ha tenuti così uniti nel corso degli anni sia definitivamente scomparso?
Niente è scontato. Tutto è ancora costantemente in bilico, in un fragile equilibrio sopra una voragine di distruzione. Tutto perfettamente fedele a quel carme 85 che descrive così bene il paradosso delle emozioni e che elogia con il suo distico quella bellissima confusione dell’anima.