Rick e Morty – Qual è il compito di uno scienziato?

Gianluca Colella

Gennaio 29, 2022

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Ideata da Justin Roiland e Dan Harmon, Rick e Morty, serie che quest’anno è giunta alla sua quinta stagione, è diventata ormai un classico del genere cosmic horror.

Le avventure del nonno scienziato pazzo e del giovane nipote ingenuo e inetto diventano più complesse stagione dopo stagione, parallelamente all’evoluzione del loro rapporto e al percorso di vita del giovane protagonista.

Alieni, universi paralleli, parenti ficcanaso e coscienza morale fanno da cornice alle vicende dei due che, in questa parodia di Ritorno al futuro, scoprono l’essenza più intima della natura umana.

Rick e Morty tra la famiglia e l’avventura

Rick e Morty
Rick e Morty

Il legame tra i due protagonisti è quello familiare: Rick è il nonno (pazzo) di Morty. Prima di essere un genio, il vecchietto sembra essere caratterizzato dalla costante necessità di fare. Guardando gli episodi, l’impressione che arriva allo spettatore è quello di un soggetto iperattivo che, in un modo o nell’altro, deve trovare un modo per tenere occupata la propria giornata.

Morty, differentemente, sembra uno spaesato fanciullo alle prese con i disagi tipici dell’età evolutiva: la pubertà, i litigi familiari, la sorella maggiore e il primo amore sono espressioni di quel poco di normale che c’è nella sua esistenza.

Perché questa stessa esistenza è sconvolta, avventura dopo avventura, dal caos (grande marasma, lo definirebbe Rancore) in cui Rick lo catapulta senza alcun senso razionale apparente.

La scienza che governa le storie spaziali in cui i due protagonisti si ritrovano sembra essere caratterizzata, infatti, ben poco da leggi empiriche e tantissimo da una necessità quasi inarginabile di creazione continua.

L’universo, o meglio il multiverso di cui essi fanno parte, sembra vivo: qualsiasi alieno, evento o personaggio che fa la sua comparsa, sembra spinto da un’inconscia intenzionalità. Intenzionalità relativa a un misterioso apparire, comunicare, arrogante auto-presentarsi. Questo non è dato saperlo, ma quello che si può intuire è che, forse, proprio questa intenzionalità sia colta da Rick quando, con tanta giovanile e schizofrenica frenesia, affronta le avventure che ogni episodio propone.

Quello che si aggiunge a questa ansiosa esigenza di essere guardata, in Rick e Morty, sono tutti gli elementi contingenti che la rendono una serie trascendentale nella sua più totale inutilità. Nonostante affronti tematiche scientifiche, esistenziali, evolutive e relazionali, infatti, la sostanza principale di questa serie tv è il rapido nulla più assoluto.

Di solito, infatti, viene guardata perché intrattiene, e intrattiene perché è leggera. Come mai e dove nasce, allora, tutto lo spirito di ricerca scientifica che Rick Sanchez mette in gioco e che lo rende un umano così antico in un futuro così spaziale?

La necessità di ri-cercare

Rick e Morty
Rick e Morty – Quinta stagione

La struttura di questa serie è sempre stata parzialmente antologica: ogni episodio sembra essere a sé stante e, solo verso la fine di ogni stagione, la storia prende vagamente una piega di continuità narrativa. La quinta stagione si comporta in maniera simile, ma probabilmente è più godibile della quarta proprio per la natura dinamica di ogni episodio.

Le storie si auto-concludono in maniera immediata, favorendo il riconoscimento delle sfumature psicologiche di Rick e Morty che, nelle stagioni precedenti, erano state solo accennate.

In questo senso, il discorso filosofico (ma soprattutto epistemologico) sul rapporto tra Rick Sanchez e la sua rappresentazione di scienza non può non prendere in considerazione questo presupposto: egli è un uomo da un lato completamente folle, quindi pericoloso e dissociato, dall’altro completamente geniale, quindi il favoloso e inevitabile Deus Ex-Machina che risolve le criticità prima che il piccolo Morty possa finire in guai più gravi.

Il senso di Rick come scienziato, quindi, è indissolubile dalla sua struttura di personalità: egli è schizoide, narcisista, nichilista e animato da una consapevolezza disincantata delle ipocrisie che appaiono tra i fenomeni dell’universo.

Proprio quest’ultima qualità, forse, lo rende l’antieroe che eleva Rick e Morty da serie che intrattiene a capolavoro: se lo scienziato fosse scienziato e basta, probabilmente essa sarebbe più simile a un documentario animato; l’apparente mancanza di qualità prosociali di Rick Sanchez aggiunge alla trama una connotazione affettivamente sconvolgente, perché la facilità con cui egli mostra di essere consapevole della sua anti-socialità è forse la più alta forma di ricerca che la serie stessa presenta.

Leggi anche: Rick and Morty – Fantascienza dell’Ordinario.

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