Burlone certificato, immancabile ottimista ed estremo campione di serenità, ma anche Re delle Maledizioni, spietato assassino, comandante degli Inferi. Nel corpo del giovane rimbomba la voce della maledizione più potente mai creata, nel suo animo risiede la purezza di un eroe. Itadori Yuji è Ryomen Sukuna, Sukuna è Itadori.
La tigre dell’ovest
Di protagonisti perfetti ne è pieno il Giappone, specialmente se si parla di shonen, e Itadori non è da meno. Straordinario atleta, capace di raggiungere 50 metri in pochi secondi senza allenamento, gentile con tutti, soprattutto con gli emarginati, Itadori Yuji è un normale studente delle medie. Soprannominato la tigre dell’ovest, inconsapevolmente batte ogni record scolastico. Membro del club dell’occulto per il semplice fatto che le attività terminano prima delle 17, ogni giorno fa visita al nonno ricoverato in ospedale. Itadori sembra proprio quel personaggio che, a primo impatto, chiunque odierebbe: sempre perfetto, al posto giusto, con sempre qualcosa di eroico da dire.

Eppure Itadori non è questo.
Cristallino come una fonte di montagna, Itadori trasmette calma e fiducia a chiunque gli stia attorno. Il carattere scontroso del nonno con cui è cresciuto l’ha reso impulsivo e testardo quanto basta per fare sempre la cosa giusta.
Itadori e Megumi: Naruto e Sasuke 2.0
Le ultime parole del nonno sono state chiare: «Vedi di aiutare il prossimo. Vedi di salvare chi puoi, ciò che conta è salvare anche solo una persona in più» eppure, per Yuji, sono stati solo gli ultimi vaneggi di un vecchio, fino all’incontro con Fushiguro Megumi.
La somiglianza con un’altra coppia dell’immaginario nipponico è inevitabile: lo spensierato Itadori e il tenebroso Megumi non possono che ricordare Naruto e Sasuke. L’uno incredibilmente forte in modo naturale, l’altro allievo devoto con una storia famigliare centrale nell’universo di Jujutsu Kaisen che ancora nel manga deve essere approfondita. Un’accoppiata vincente senza dubbio che regala attimi di tensione centrali nella trama.

Attirato dal feticcio malefico custodito nella scuola, Megumi incontra Yuji all’ospedale. Venuto a conoscenza della pericolosità dell’oggetto, i due si precipitano a scuola per cercare di salvare i due senpai intenti ad aprire il feticcio. Rinchiusa nella scatola, sigillato da millenni con un foglio di pergamena impregnato di energia malefica, c’è una delle venti dita di Ryomen Sukuna, la più grande maledizione mai esistita. Un’arma estremamente potente, mira di tutte le altre maledizioni minori.
Intromessosi nel combattimento, Itadori tiene testa a una maledizione di primo livello senza avere la minima preparazione. Il motivo? Salvare anche solo una persona in più. Ma lo scontro diventa presto imprevedibile e per non far mangiare il feticcio alla maledizione è Itadori stesso a mangiarlo.
Itadori e Sukuna: essere o non essere
Gli occhi strabuzzano, il sangue zampilla e strane strisce nere si disegnano sul corpo di Itadori. Sukuna prende possesso del corpo del giovane, più forte, eccitato all’idea di avere finalmente un tramite e tornare nel mondo terreno. Ma Itadori non è il classico protagonista e riesce a impedire a Sukuna il controllo completo. Messo a conoscenza della sua nuova condizione di recipiente da Gojo Satoru, Itadori convive e controlla lo spirito del Re delle Maledizioni.

Con un potere così smisurato al suo interno, Itadori finisce per essere vittima e carnefice dello stesso Sukuna. Con la sua morte, infatti, smetterebbe di esistere anche il nuovo spirito reincarnato del Re delle Maledizioni. Preservare il corpo del giovane e tentare di corromperne l’anima è l’unica strada possibile. Così è diventato oggetto del desiderio di nemici e amici. L’idea di tenerlo in vita in quanto recipiente di Sukuna non convince nessuno dei piani alti del mondo degli stregoni, mentre è il mezzo perfetto per gli stregoni neri, che non vedono l’ora di sfruttarne il potere.
Quello che però non tutti comprendono è che Ryomen Sukuna è il male puro. Violento, rancoroso, superbo, il Re non sopporta di essere messo da parte, figuriamoci rinchiuso in un angolino della mente di un adolescente.
La crescita di Itadori va di pari passo con quella di un silenzioso Sukuna sempre più spettatore della vita del suo recipiente. La consapevolezza e la lucidità che acquista nel corso del manga fanno quasi più impressione della sua forza stessa, che al contrario, gli viene facile controllare.