Moon Knight è la nuova serie Marvel che racconta le origini dei poteri di Marc Spector, protagonista noto ai lettori dei fumetti sotto altre tre identità: Steven Grant, Jake Lockley e Yitzak Topol.
Lavorando in un negozio di souvenir inerenti alla storia egizia, Steven inizia ad avere dei vuoti di memoria e si trova coinvolto in situazioni inverosimili ai limiti del paranormale, riuscendo con difficoltà a trovare le spiegazioni per ciò che gli succede.
In continuità con la piega presa dal Marvel Cinematic Universe dopo Ghost Rider e Dr. Strange, gli elementi magici governano anche lo sviluppo di questa narrazione, giustificando i poteri del protagonista attraverso le evoluzioni dei rapporti tra magia e mondo reale.
Il progetto Moon Knight è circondato da tanta curiosità, considerati i nuovi sviluppi dei personaggi della Cada delle Idee dopo l’introduzione del Multiverso. Senza articolare inutili confronti con i supereroi più quotati del paesaggio Marvel, parte dell’interesse che circonda il protagonista interpretato da Oscar Isaac può essere ricondotto al suo disturbo dissociativo dell’identità.
Il protagonista sembra sin dal primo momento essere interpretato magistralmente da Isaac, che cambia mimica e gestualità repentinamente nella trasformazione da Grant a Spector; sicuramente questo è un punto di forza che renderà più avvincenti i seguenti episodi di Moon Knight.
Moon Knight – The Goldfish Problem
La regia e la direzione dell’episodio affrontano con maestria e chiarezza la vita del tranquillo Steven Grant, apparentemente ingenuo e dotato di ben poche risorse per affrontare le minacce della vita quotidiana a Londra.
La prima particolarità dell’episodio è costituita dalle artificiose e preventive misure di sicurezza che il protagonista mette in atto prima di addormentarsi, le quali lasciano subito presagire che la sua non sia una vita proprio normale: sigillare la porta e legarsi al letto non è qualcosa che si vede tutti i giorni, neanche in una serie Marvel.
Solo attraverso i suoi momenti di blackout, inizia a risultare evidente che dietro di lui si nasconde qualcun altro e viene chiarita l’esigenza di quelle misure. L’equilibrio tra momenti comici e suspense funziona bene e l’intrigo perturbante inizia a sciogliersi solo nel corso della seconda parte dell’episodio, quando la confusione di Steven aumenta e lo stesso protagonista è costretto a naufragarvi.
Nello sfondo rappresentato dalle nozioni inerenti alla mitologia egizia, la costruzione della personalità del personaggio viene accompagnata da alcuni momenti in cui egli ha perso di vista ciò che gli è capitato, si trova dall’altra parte del mondo (sulle Alpi) oppure sporco, intriso di sangue e legato al letto.
Mentre all’inizio Steven è convinto che i momenti off siano soltanto brutti sogni, con l’aumentare della loro frequenza egli è costretto a riconoscere il dato di realtà e a ridefinire il suo recente passato.
L’incontro con il primo antagonista della serie non fa altro che aumentare la sua confusione, perché Arthur Harrow (Ethan Hawke) s’inserisce nella cornice del retroterra culturale egizio con il suo legame con la dea Ammit, cinica giustiziera che valuta chi deve vivere e morire sulla base della probabilità che qualcuno possa compiere il male.
In questa confusione, Grant inizia a sentire una voce che senza dargli tregua lo invita a lasciar andare il controllo per permettere a Marc Spector di prendere in mano la situazione nei momenti difficili.
Questo accade durante l’inseguimento nel furgone dei dolci, con le concitate scene di un frenetico combattimento brutale di cui vediamo soltanto l’esito, e alla fine dell’episodio, quando la voce prevale e Steven decide di lasciare il controllo a Marc, che si trasforma in Moon Knight per prevalere sui demoni che lo stavano inseguendo.
Un ultimo dettaglio rilevante per il futuro della serie è quello relativo a Khonshu, il dio egizio che appare a Steven in alcune scene dell’episodio: seppur spaventoso, egli sembra esistere in modalità simili ai famosi shinigami della mitologia orientale. Non è ancora chiaro se questa figura sia un alleato o un nemico, ma probabilmente i poteri di Moon Knight sono legati alla sua presenza, che sarà sicuramente spiegata nei prossimi episodi della nuova serie Marvel.
I riferimenti psichiatrici e psicopatologici di Moon Knight, dunque, sono elementi che costituiscono la personalità di Marc e Steven: gli episodi correlati al disturbo dissociativo dell’identità sono per il momento inquadrati nei momenti paranormali che egli vive, istanti temporali in cui i suoi superpoteri si esprimono.
Resta da vedere se questi nuclei dissociativi resteranno presenti, se saranno amplificati oppure se tenderanno all’integrazione man mano che Moon Knight diventa più auto-consapevole della propria intima scissione.
Nel frattempo, si avvicina il momento di Dr. Strange nel Multiverso della Follia, film evento che promette di essere un punto di svolta della Fase 4 del MCU.